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Territorio | 16 luglio 2023, 19:34

LA STORIA. Da Lavena Ponte Tresa in Madagascar: «Una vacanza da sogno trasformata in un incubo, i freni del pulmino non funzionavano e siamo finiti contro un muro»

I colleghi della redazione di Luinonotizie.it hanno raccolto il racconto di una signora sul suo rientro in Italia dal viaggio in Africa qualche giorno fa: «Il mezzo che ci stava riportando all'aeroporto in discesa ha cominciato a zigzagare ed è andato a sbattere. Ho pensato di morire, ce la siamo cavata con qualche contusione. Un signore che viaggiava con noi una volta atterrato a Malpensa è stato portato all'ospedale»

Foto tratta da Luinonotizie.it

Foto tratta da Luinonotizie.it

Una meravigliosa vacanza in Madagascar, trascorsa presso una struttura ricettiva di tutto rispetto, che, al momento del rientro in Italia, si è trasformata in un incubo. Questo è quello che è successo ad una signora residente a Lavena Ponte Tresa, che ha inviato una lettera ai colleghi della redazione di Luinonotizie.it per raccontare cosa le è successo.

L’obiettivo della donna è quello di rendere partecipi i lettori su quanto accaduto il 12 luglio scorso a Nosy Be, per informare tutti sui rischi che incorrono quando si recano in questi paesi dove non esiste assistenza sanitaria e dove, alcune agenzie di viaggio non sono in grado di affrontare emergenze.

Ecco la lettera della lettrice:

Io, una mia amica e altri turisti, siamo stati coinvolti in un terribile incidente lungo il tragitto che il 12 luglio scorso avrebbe dovuto portarci all’aeroporto di Nosy Be per il rientro a Malpensa. Quella che poteva essere una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo.

Ci siamo accorti subito che il pulmino che doveva portarci all’aeroporto aveva qualcosa che non andava: faceva fatica a fare lievi salite e il rumore del motore non era dei più rassicuranti. Poi, all’improvviso, abbiamo iniziato a sentire un forte odore di bruciato, dopodiché l’autista non è più riuscito ad ingranare le marce e a frenare. Si erano rotti i freni.

Eravamo in discesa e l’unica cosa che poteva fare l’autista, è stata quella di sterzare a destra e poi a sinistra per consentire al pulmino di arrestare la sua corsa. Ovviamente l’impatto contro il muro di contenimento è stato devastante. Io, la mia amica ed altri ce la siamo cavata con molteplici contusioni, ma altri hanno riportato traumi decisamente più gravi. Un signore, all’arrivo a Malpensa, è stato portato via in ambulanza con lancinanti dolori alla schiena.

In una frazione di secondo ho pensato di morire. E’ una sensazione che non auguro a nessuno! Sono viva e lo devo alla prontezza di riflessi dell’autistaNel pulmino (se così lo vogliamo chiamare), che è venuto a recuperarci nel luogo dell’incidente, non c’era nessuno dello staff; non ci hanno portato né acqua né un kit di primo soccorso. Lo staff ci aspettava all’aeroporto, dove siamo stati medicati e successivamente imbarcati in classe Premium.

A questo punto mi chiedo: come può una struttura così rinomata a non fare una corretta manutenzione su pulmini che sembrano usciti da uno sfascia carrozze? L’incolumità degli ospiti, a mio giudizio, viene sicuramente prima delle bellezze del Madagascar e delle comodità del resort. Per concludere posso dire solo una cosa: i traumi fisici con il tempo passano, ma il trauma psicologico che abbiamo riportato ci accompagnerà ancora per lungo tempo.

Ciò che mi fa più rabbia è che né l’agenzia, né il direttore del resort abbiano speso una sola parola o anche una semplice mail per sapere come stavamo.

Da Luinonotizie.it

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