Le lacrime, ma anche i sorrisi al ricordo della sua simpatia, al riecheggiare della sua «fragorosa risata».
Così Busto Arsizio oggi ha salutato la sua Bumbasina, Piera Moroni, scomparsa a 76 anni - LEGGI QUI, QUI E QUI - nella chiesa parrocchiale di San Michele. Tanta commozione, ancora più riconoscenza per ciò che era Piera, per ciò che ha fatto, per come l'ha fatto. Il parroco don Giorgio Fantoni l'ha ricordata così: «Una donna buona e gentile, semplice, che non si tirava mai indietro e si è sempre messa al servizio». Un esempio in tempi e società inclini maggiormente all'individualismo.
La vicesindaco Manuela Maffioli ha portato i saluti e il cordoglio ufficiali dell'amministrazione, ma anche l'affetto personale maturato per il percorso insieme al Tavolo Identità. «Grazie per essere stata così luminosa ambasciatrice della nostra città - ha osservato - per aver rappresentato Busto fuori dai suoi confini con l'abito e questo mantello, a noi particolarmente cari».
Hai incarnato i nostri valori - il cuore del messaggio oggi rivolto a Piera -, ora continua a guardare la tua città.
Infine, in chiesa il commosso saluto della presidente delle Federcasalinghe, Isabella Moretto, la voce traboccante d'affetto che si spezza e si trasforma in una carezza: «Fai buon viaggio, Piera»
Fuori, fino all'ultimo non si leva dal feretro il mantello: è il momento degli abbracci ai familiari di Piera Moroni. Antonio Tosi, il Tarlisu, promette che il prossimo discorso ufficiale sarà per lei. Monica Colombo, la Fudreta, ribadisce la positività che trasmetteva la Bumbasina. La Famiglia Sinaghina ha posto la propria bandiera in chiesa, come omaggio a Piera: il presidente Simone Colombo ne rimarca il suo essere una persona straordinaria, anche nella simpatia, e il già presidente Rolando Pizzoli insiste sul concetto che completava il Tarlisu.
Tutti sono certi, Piera continuerà a prendersi cura della sua Busto e delle tradizioni che la rendono speciale soprattutto perché seminate nei bambini. Una delle cose che a lei piacevano tanto: andare nelle scuole con il Tarlisu e scorgere negli occhi dei piccoli il futuro.
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Marilena Lualdi