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Storie | 02 luglio 2023, 12:33

IL RACCONTO. Dalla birreria dei Giardini Estensi all'Antico Caffè Cavour, una gita per immagini nella Varese della Belle époque

La giornata tipo di una famiglia milanese in villeggiatura nella Città Giardino a inizio Novecento alla ricerca di aria buona e divertimenti: soggiorno all'Hotel Campo dei Fiori, raggiunto con la funicolare. Poi un giro tra locali raffinati, teatri e chioschi. Ecco un itinerario fotografico nei ritrovi nella "Gran Vares" di allora

IL RACCONTO. Dalla birreria dei Giardini Estensi all'Antico Caffè Cavour, una gita per immagini nella Varese della Belle époque

In un articolo di qualche anno fa, avevamo incontrato il signor Romeo Carugati, che agli inizi del ‘900 amava trascorrere i fine settimana a Varese assieme alla sua famiglia, e partiva il venerdì pomeriggio da Milano con il treno delle Ferrovie Nord, che in 50 minuti a tutto vapore lo portava nella “Città Giardino”.

Da piazza Porcari la tramvia Varese-Prima Cappella garantiva, dalle 5,30 alle 22, corse ogni venti minuti, perciò i Carugati, in un’ora e quarantacinque, da piazzale Cadorna a Milano arrivavano a respirare l’aria buona del Campo dei Fiori, perché scesi dal tram salivano sulla funicolare che li depositava sotto il ristorante Panoramico. 

Il Carugati, che immaginavamo potesse fare il “formagiatt”, amava la nostra città, aveva una certa disponibilità economica e gli piaceva fare un po’ il “baüscia”, così prenotava una bella camera con vista al Grand Hôtel Campo dei Fiori, aperto da un annetto, un tè danzante ed era subito cena, ché il giorno successivo, con la Ferrovia elettrica della Valganna in un amen sarebbe stato al Crotto Valfredda (foto n.1), mentre la moglie avrebbe assaggiato l’acqua miracolosa della “Fontana degli ammalati” sotto le fresche frasche. 

La Varese del tempo offriva escursioni turistiche fuori porta, e la famiglia Carugati, lasciati i bagagli al Campo dei Fiori, amava aspettare il tram per Luino alla fermata delle Bettole, e pagava anche poco, perché le Ferrovie Nord garantivano biglietti cumulativi con validità «di giorni due». Per tutte le informazioni del caso, l’ufficio del Turismo in corso Roma era a disposizione con orari comodissimi, e forniva a richiesta la guida “Escursioni varesine e strade carrozzabili” stampata a Milano nel 1898 da Bernardoni & Rebeschini. 

Questa volta però, Romeo, la moglie Adelina e le due figlie, Iris e Amelia, discrete pianiste dilettanti, hanno deciso di fermarsi qualche giorno a Varese, e godersela un po’, tra caffè e divertimenti, non prima di aver acquistato da Marco Pontiggia un numero del “Cacciatore delle Alpi” diretto da Speri Della Chiesa e della “Prealpina illustrata”, dove trovavano i programmi dei teatri -il Sociale, il Kursaal, il Politeama Ranscett- e le réclame dei caffè più titolati del circondario, nonché dei chioschi dove ferveva la “spillatura” della birra novella del cavalier Angelo Poretti. 

Guida di Varese alla mano, quella a cura dell’Ufficio di Indicazioni, stampata dalle Arti Grafiche Varesine, anno 1913, il Romeo decide di andare ai Giardini Pubblici, dove, guarda un po’, c’è una elegante “birraria” con chalet a tavolini in ghisa e il proprietario con il gilet che attende i clienti (foto n.2). Il locale appartiene a Giacomo Cassera, come si legge nella guida, che è anche proprietario del Caffè Bottiglieria di via Leopardi, e nella pubblicità si legge che la «succursale ai Giardini Pubblici, nella stagione estiva garantisce concerti e gioppino, comfort moderno e prezzi modici». Rimane l’arcano del “gioppino”, che è la maschera bergamasca, ma può significare, forse, anche teatro di marionette. 

Purtroppo il Carugati non è qui a raccontarcelo, e chissà se Raffaele Bruscella detto Skizzo, nel suo nuovo chiosco che riprenderà la tradizione ai Giardini, con prodotti del nostro territorio, penserà anche a un intrattenimento, riportando i burattini sotto le piante del parco. 

La famiglia del produttore di stracchini, dopo il brunch e il giretto agli Estensi, va alla ricerca di un caffè alla moda e chiede informazioni in corso Roma: in piazza della Repubblica c’è il Chiosco Ponzini (foto n.3) sotto un grande ippocastano, tre tavolini e la possibilità di acquistare cartoline e souvenir, altrimenti la Birraria con bigliardo all’incrocio con la via Manzoni (foto n.4) oppure, se vogliono spendere qualcosa in più, il Caffè Pini in piazza Porcari (foto n.5) o l’Antico Caffè Cavour di Luigi Giussani foto n.6), alla fine del corso Vittorio Emanuele «ritrovo preferito di tutta la colonia villeggiante», come recita la réclame. Il Carugati, in vena di grandeur, sceglie l’ultima opzione, offre alle sue donne il famoso “pezzo duro”, il gelato, che era specialità anche del Bar Leoni, per sé comanda un “liquore di prima marca” e si porta a Milano un paio di “conserve di frutto naturale” per il dessert.

Iris, che sta leggendo la “Prealpina Illustrata”, scopre che allo Chalet Martinelli, prospiciente la Stazione dei tram (foto n.7) ci sarà un concertino proprio quella sera, così convince i genitori ad accompagnarla per finire la giornata con la musica e qualche ballo. Mentre si avvicinano al piazzale delle stazioni, vedono il grande stabilimento del Calzaturificio di Varese di Trolli & Bernasconi (foto n.8), e subito Iris e Amelia chiedono a papà un paio di scarpe nuove che così belle non si trovano neanche a Milano. La mattina dopo saranno allo spaccio a provare gli ultimi modelli e, magari, ci scapperà anche una visita alla fabbrica. Vares l’è un gran Vares… nel 1913 però.

Mario Chiodetti

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