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Territorio | 29 giugno 2023, 18:53

Alluvioni a Cassano Magnago: discussione ancora vivace, partendo dai 1.300 residenti in aree a forte rischio

Tanti i temi proposti nella serata che associazioni e comitati hanno organizzato in biblioteca, dopo che, sul tema, si sono registrati interventi della Lega e una conferenza stampa in Comune. Informazione, opere di contenimento, invarianza idraulica al centro dell’attenzione. In un dibattito che, per ora, non scalda i giovani

Biblioteca affollata per l'assemblea pubblica organizzata da Acli, comitati e Legambiente

Biblioteca affollata per l'assemblea pubblica organizzata da Acli, comitati e Legambiente

Conoscete il rischio alluvioni del nostro territorio? La domanda era alla base dell’assemblea pubblica organizzata in biblioteca da Acli, comitati Rione Sud e Difesa dei cittadini dalle inondazioni, circoli Legambiente di Busto Arsizio, Gallarate e, ovviamente, Cassano Magnago. Serata che al quesito ha dato una risposta preoccupata: in tanti, troppi, ignorano.

Introdotti da Maurizio Toniato (Acli), gli ingegneri Emilio Magni (seguì la realizzazione del sistema che protegge Cassano dal Rile a monte della città) e Mario Berra (esperto del Comitato per la tutela dei cittadini, nato dopo le alluvioni degli anni Novanta), hanno accompagnato gli intervenuti in un viaggio fatto di definizioni, numeri, mappe e video. Dal quale è emerso come siano oltre 1.300 i residenti sul territorio comunale che vivono in aree classificate R4, dove R sta per rischio, una combinazione di pericolosità e danni in caso di alluvione. Superfluo aggiungere che si tratta di un livello alto, insidioso anche per l'incolumità delle persone. «Solo che molti di questi residenti non sono informati», ha affermato Berra.

Che quello di Cassano sia un territorio problematico è un dato di fatto reso evidente, in modo drammatico, dalle alluvioni del 1992 e 1995. Ma anche da quella successiva, datata 2002: in sala sono state mostrate pure le immagini di quell’episodio, che interessò le vie Boscaccio, Tintoretto e Segantini (con chiusura definitiva di un’attività). Sul banco degli imputati ci sono sempre loro, il Rile e il Tenore (oggi, secondo comitati e associazioni, preoccupa in particolare l’assenza di interventi per il secondo). Meglio, organizzatori e spettatori della serata continuano a percepire una sottovalutazione dei danni che i due corsi d’acqua possono ancora provocare.

Che fare? L’Amministrazione comunale ha recentemente tenuto una conferenza stampa (Vedi qui) con tecnici Aipo – Agenzia interregionale per il fiume Po, nella quale ha illustrato le iniziative intraprese, effettuate e future. Ma ai promotori dell’incontro le rassicurazioni circolate sui quotidiani non bastano. «Intanto – hanno sottolineato Berra e Toniato - bisogna informare e noi lo stiamo facendo, anche con questo incontro. Serve divulgare i piani di emergenza comunale, che devono essere conosciuti. C’è una disponibilità di mappe, ma nelle mappe ci si può anche perdere».

Capitolo Anas, che intende realizzare una strada, una bretella, il cui tracciato attraversa un’area di contenimento delle acque, peraltro con argini considerati insufficienti. Per Anas (vedi foto soto) «…il manufatto dovrà essere oggetto di interventi di manutenzione straordinaria […] …qualora ciò non avvenisse e si verificasse la tracimazione di cui le simulazioni numeriche (quelle di una eventuale piena ventennale, pari a 1,5 Mm³, con conseguente tracimazione, Ndr) hanno dato evidenza, il manufatto sarebbe soggetto a una rapida rovina per erosione…». Scenario anticipato da Magni: «Ci interessano soprattutto i fenomeni strani e sappiamo che ogni 25 anni circa si verifica una piena intensa. Ma se dovesse arrivare una piena di 40-50 anni, gli argini esistenti non sarebbero sufficienti».

Tanto basterebbe a generare una certa preoccupazione ma, nel corso della serata, sono stati evocati altri elementi nuovi e potenzialmente problematici. «Lo studio di Cassano Magnago sull’invarianza idraulica deve essere rifatto. Doveva arrivare nel 2018, è stato completato nel 2022 ma è quello semplificato, non adatto all’inserimento nel prossimo Piano di Governo del Territorio». Infine, verso Busto, il progetto per il sottopasso ferroviario di Sant’Anna: «Potrebbe essere un veicolo per estendere i problemi».

«Abbiamo cercato di coinvolgere il prefetto – riepilogano associazioni e comitati – dal momento che i primi cittadini parlano di competenze in capo ad Aipo. Ci risulta che il prefetto solleciti risposte». Nota a margine dell’incontro: latitanza quasi totale, fra il pubblico, di partecipanti under 40. I cassanesi che all’epoca delle alluvioni, negli anni Novanta del secolo scorso, erano bambini, e quelli nati dopo di loro, sembrano ignorare o non considerare la questione.

Stefano Tosi

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