«Il Governo di centrodestra ha più volte assicurato che avrebbe risolto il problema, invece domani, venerdì 30 giugno, scade la norma transitoria sul telelavoro per i lavoratori frontalieri in Svizzera e non è ancora stata trovata una soluzione. È evidente che a Roma la questione non è sentita, ma mi chiedo cosa ne pensino e come risponderanno al territorio i deputati di confine eletti con la destra», commenta così Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd, la situazione che si è venuta a creare per molti cittadini della provincia di Varese che lavorano in Canton Ticino.
«Il rischio per chi svolge il lavoro da casa è che venga messo in dubbio lo stesso status di frontaliere, con un aumento del carico fiscale e previdenziale. Eppure, basterebbe rifarsi al modello dell’intesa siglata, alla fine del 2022, tra Svizzera e Francia, che prevede un 40 per cento di tempo destinato al lavoro da casa, quindi i classici due giorni a settimana», ricorda Astuti.
«Non è proprio giustificato questo atteggiamento da parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni che si dimentica, colpevolmente, di 80mila famiglie italiane che vivono al confine con i Cantoni svizzeri più a sud e i cui componenti, spesso da decenni, portano le loro capacità, l’esperienza e una solida formazione al servizio del mercato svizzero», conclude il dem.