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Basket | 27 aprile 2023, 00:49

E ORA? - La sentenza "grigia", la rabbia di Luis, i danni e la volontà di non finirla qui

Cronaca di un altro giorno nello tsunami sportivo-regolamentare che ha colpito la Pallacanestro Varese: svisceriamo quanto accaduto e quanto potrà accadere dopo la sentenza di secondo grado sul caso Tepic. Nell'articolo anche la puntata integrale de l'Ultima Contesa

E ORA? - La sentenza "grigia", la rabbia di Luis, i danni e la volontà di non finirla qui

Cronaca di un altro giorno nello tsunami sportivo-regolamentare che ha colpito la Pallacanestro Varese. E non un giorno qualunque: poco prima delle 18 di mercoledì 26 aprile è arrivata infatti la sentenza di 2° grado della giustizia federale sul caso Tepic (leggi qui).

Svisceriamo quando accaduto in tutti i suoi aspetti, con un occhio rivolto soprattutto al futuro.

Gli aspetti sportivi

Gli undici punti di penalizzazione inflitti con il dispositivo sono un dato da prendere come definitivo per questo finale di stagione, indipendentemente da quanto Varese deciderà di fare in sede giudiziaria nel futuro. A due giornate dalla conclusione del campionato, quindi, la Openjobmetis si trova al 12° posto della graduatoria con 21 punti, davanti a Trieste, Reggio Emilia e Napoli a quota 20 e a Verona a quota 18. La squadra di Matt Brase, dunque, non è ancora salva.

Per diventarlo ora ha fortunatamente diverse opzioni: vincere entrambi i match restanti, contro Scafati (in casa) e Virtus Bologna (in trasferta), vincere solo uno dei due match e sperare che almeno una delle tre avversarie a 20 punti non faccia filotto, oppure che le due formazioni a quota 22 - cioè Scafati o Treviso - perdano entrambe le partite rimanenti. Anche uno 0/2 biancorosso potrebbe comunque recare alla salvezza: basterebbe lasciare indietro due contendenti tra Verona, Napoli, Trieste e Reggio Emilia. Insomma: il traguardo non è scontato ma nemmeno impossibile, anche perché il calendario delle squadre a 20 è tutt'altro che scevro di difficoltà (Verona e Brindisi per Trieste, Sassari e Trento per Reggio, Pesaro e Verona per Napoli).

La quantificazione della riduzione della pena

I cinque punti tolti alla penalizzazione inflitta nel 1° grado di giudizio federale (il -16), lasciano alquanto perplessi, addirittura più di alcuni aspetti della motivazione della prima sentenza (ricordate? Il tribunale affermò testualmente di voler punire i prealpini con l’esclusione dai playoff, per poi commisurargli però una penalizzazione che ne ha messo a rischio la permanenza in Serie A…). Quello di oggi è stato un altro provvedimento "grigio" - della serie: “non ti ammazzo, ma nemmeno ti salvo” - un altro verdetto pilatesco che regala sì alla Openjobmetis una fetta abbondante di permanenza in Serie A, ma allo stesso tempo lascia ancora in sospeso la questione, quasi a non “scontentare” le altre pretendenti alla salvezza…

La difesa di Varese

A differenza di quanto accaduto in primo grado, quando la società è stata presa di sorpresa e ha quantomeno sottovalutato la portata della propria condotta e il pericolo potenziale degli effetti del procedimento in corso, tentando una strada difensiva che il Tribunale ha sconfessato in pieno, stavolta Varese si è difesa per davvero.

La narrazione indiretta (per la certezza bisognerà aspettare le carte) vuole che abbia cambiato completamente strategia, abbia "ammesso" da una parte la propria colpa (fatta di leggerezze poco giustificabili), ma anche fatto valere dall'altra la propria buona fede, motivandola in primis (ma non solo) con l’accantonamento nel bilancio di una cifra destinata all’eventuale soccombenza nel Lodo Tepic; che abbia denudato le proprie problematiche interne, ma anche opposto in punto di diritto la correttezza del comportamento di chi si è trovato aperto un contenzioso da parte di un ex giocatore e non lo ha riconosciuto fino a pronuncia giudiziale. Un contegno che non ha rispettato i regolamenti, ma nel quale sarebbe sbagliato ravvisare frode e illecito.

Non è bastato: frode e illecito sportivi sono rimasti in capo al suo rappresentante legale, Marco Vittorelli, e così la responsabilità oggettiva della società in virtù degli stessi (“Conferma nel resto” si legge nel testo della sentenza della Corte d'Appello).

Il Collegio di Garanzia del Coni

Sebbene la nota pubblicata da Pallacanestro Varese, a stretto giro di posta dall’emersione pubblica della sentenza, abbia espresso la volontà di temporeggiare in attesa delle motivazioni della sentenza di 2° grado (che arriveranno entro 10 giorni), è altamente probabile, pressoché certo, che Pallacanestro Varese decida di adire anche il terzo grado della giustizia sportiva, ovvero il Collegio di Garanzia del Coni. Il quale funziona come una sorta di “Cassazione”. 

Il ricorso eventualmente proposto chiederebbe infatti al Collegio una valutazione “di legittimità” della sentenza di 2° grado impugnata, non un riesame dei fatti. Due sono infatti le uniche motivazioni per adire l'organo in questione: l’eventuale violazione di norme di diritto nella sentenza impugnata e/o l’omessa o insufficiente motivazione circa un punto della controversia.

I termini sono di 30 giorni dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza impugnata (quindi a stagione regolare abbondantemente conclusa), mentre le possibili statuizioni del Collegio sono di tre tipi: accoglimento del ricorso, rigetto del ricorso, accoglimento del ricorso con rinvio alla Corte d’Appello Federale, che a quel punto è chiamata a “riformulare” il giudizio in virtù dei principi di diritto espressi dal Collegio.

Cosa può ottenere Varese da questo passaggio? Dal punto di vista prettamente sportivo la salvezza (non dovesse essere ottenuta sul parquet), ma non certo i playoff, che al momento della pronuncia del Collegio saranno già in pieno svolgimento se non quasi conclusi. A motivare l’azione, in realtà, ci sarebbe la volontà di chiedere un risarcimento economico dei danni (vedi poi) che la giustizia federale cestistica ha comportato al sodalizio.

Le reazioni

Bocche cucite, comunicato a parte, in casa biancorossa. Chi era presente a Roma, tuttavia, ha riferito di un Luis Scola - anche lui recatosi nella capitale - scurissimo in volto, arrabbiato, afflitto da quanto accaduto. La fede in una riforma molto più sostanziosa della sentenza di primo grado era grande, ma purtroppo non è bastata: il provvedimento odierno lascia macchie, strascichi, problemi, danni. La delusione provata in queste ore dall’argentino può spingerlo a un clamoroso passo indietro nei confronti di Varese? Sinceramente non lo crediamo possibile…

Rimane e rimarrà la frustrazione. Rimane e rimarrà un progetto che improvvisamente - e senza che El General ne abbia colpa - subirà complicazioni, ridimensionamenti o almeno, e nel migliore dei casi, rallentamenti. Ce n’è per essere scorato, ce n’è per chiedersi “chi me l’ha fatto fare”. E quella che a Manila sorgerà sul palco della FIBA come una Stella immoirtale nel firmamento della pallacanestro mondiale, a diecimila chilometri di distanza è stata offuscata dalla giustizia di un’affiliata della FIBA. Indirettamente incolpata e messa in grave crisi. Paradossi del basket…

I danni 

Eccoci. Danno di immagine a 360°: a Scola, a Varese, al progetto stesso di Luis. Danni per mancati incassi nei playoff. Danni per mancata partecipazione alle coppe europee dell’anno prossimo (almeno di tentare la strada Eurocup?). Danni nell’essere costretti a pagare ugualmente i premi playoff ai giocatori pur senza giocare la post-season. Danni perché sarà molto più difficile trattenere gli stranieri (e Caruso?) anche l’anno prossimo senza un salto in avanti. Danni (potenziali) nella definizione dell’accordo con il gruppo Pelligra. 

Sono quindi diverse le ragioni che potrebbe spingere - almeno emotivamente - Varese a decidere di tutelare se stessa nel terzo grado di giudizio.

Il futuro societario

La sentenza di 2° grado ha confermato la condanna all’inibizione di 3 anni per il presidente Marco Vittorelli. Varese ha quindi bisogno innanzitutto di un nuovo numero uno. L’impressione però è che i cambiamenti potrebbero andare ben oltre: quanto accaduto potrebbe dare paradossalmente a Scola la giustificazione per rivoluzionare in maniera ancora più netta (di quanto già fatto in quest’ultimo anno) la Pallacanestro Varese. 

Qui la puntata integrale de l'Ultima Contesa in cui si è parlato di tutti questi argomenti, con le considerazioni dei giornalisti Flavio Vanetti e Alessandro Burin:

Fabio Gandini


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