/ Economia

Economia | 21 febbraio 2023, 17:48

Aime non fa sconti al Governo: «Più controlli ma reintrodurre subito la cessione del credito. Lavori già bloccati, migliaia di imprese a rischio»

Il segretario generale dell'associazione varesina Gianni Lucchina e il coordinatore della cabina di regia Aime 110% criticano merito e metodo della scelta dell'esecutivo: «E' una decisione dolosa, che rompe il patto tra Stato e cittadini e che fa pagare il conto non ai furbi ma chi rispetta le regole. Chiediamo di essere ascoltati e che cessione del credito e sconto in fattura diventino strutturali: si convochino tavoli provinciali»

Aime non fa sconti al Governo: «Più controlli ma reintrodurre subito la cessione del credito. Lavori già bloccati, migliaia di imprese a rischio»

Il decreto del Governo che già in vigore dice stop alla cessione del credito e dello sconto in fattura su Super e altri bonus, trova la netta contrarietà di Aime che non le manda a dire all'esecutivo che ieri ha aperto un tavolo di confronto con le categorie. 

«Il blocco introdotto dal Governo è una scelta dolosa verso i cittadini, le imprese e i professionisti, che fa pagare il conto non ai furbi ma a coloro che le regole le hanno sempre rispettate - affermano il segretario generale di Aime Gianni Lucchina e il coordinatore della cabina di regia Aime 110% Raffaele Nurra - una norma che è cambiata 27 volte e allora si insinua un dubbio: solo per fare una cortesia agli stessi poteri? Le banche e le compagnie distributrici di energia e gas».

Il decreto ha già prodotto degli effetti. «Benché il Governo abbia detto che per coloro che hanno già fatto la Cilas non cambi nulla, sappiamo che alcune aziende hanno fermato i cantieri e ad esempio i lavori nei condomini rischiano di non partire» aggiungono Lucchina e Nurra. 

Aime mette sul tavolo due dati: «All’inizio si vendevano i crediti al 102%, cioè il guadagno delle banche era dell’8% mentre ora si sfiora il 40%. Il perseverare su mantenere sempre provvisorio lo strumento non ha fatto altro che favorire la lievitazione dei prezzi sia quelli bancari che quelli delle materie prime».

«Uno Stato che non rispetta la parola data è uno Stato inaffidabile, poi ci si lamenta che la gente si allontana dalla politica e non va più a votare. Un atteggiamento incomprensibile» rincarano Lucchina e Nurra che ricorrono ad un esempio per inquadrare la soluzione odierna. 

«Se un cittadino comprasse una casa, firmando un contratto con la banca per il mutuo e dopo la firma del rogito la banca le raddoppiasse gli interessi o peggio  non erogherebbe più il mutuo, cosa succederebbe, non si venderebbero più case, identica cosa con il 110%: lo stato  mi hai permesso di effettuare i lavori di efficientamento energetico impegnandosi a sostenere l’intervento tramite la cessione del credito o lo sconto in fattura, il cittadino ha fatto i lavori li ha pagati magari indebitandosi, alla fine lo Stato annulla unilateralmente il contratto che ha sottoscritto con lo stesso, lasciandolo con i debiti e più delle volte con i lavori non terminati» spiegano il segretario e il coordinatore. 

Il tavolo convocato dal Governo ha aperto qualche spiraglio di modifica come ad esempio la compensazione tramite F24. 

«E' solo un passo - commentano Lucchina e Nurra - ci sono migliaia di imprese che rischiano la chiusura, professionisti che rischiano di aver lavorato per mesi senza alcuna remunerazione e cittadini che rischiano di accollarsi costi che non potranno mai pagare».

Aime contesta che il costo dei bonus sia di 2mila euro a cittadino: «Invitiamo l’attuale Governo a leggersi gli innumerevoli studi come ad esempio Nomisma e la Luiss che hanno dimostrato che questa norma, di fatto per lo Stato è a saldo positivo».

Aime avanza tre richieste. «Interpellare gli attori coinvolti prima di prendere una decisione e non dopo, reintrodurre subito cessione del credito e sconto in fattura che anzi vanno resi strutturali in modo da stroncare ogni speculazione» suggerisco Lucchina e Nurra.

«Chiediamo con forza il ripristino della norma e della cessione del credito e dello sconto in fattura, certamente con tutte le cautele e ordinanze capaci di fermare gli abusi e non i lavori, aumentando i controlli, ma non la burocrazia, su tutta la filiera, riattivando il tavolo di confronto e prevedendo tavoli regionali e provinciali per meglio gestire questa fase» aggiungono da Aime.

«Dobbiamo evitare di gettare il bambino con l’acqua sporca. E’ necessario rimettere in campo una norma che accompagni tutte le situazioni aperte in attesa di cessione del credito e nel contempo avviare le nuove e definitive procedure dei bonus edilizi» concludono Lucchina e Nurra. 

 

 

Matteo Fontana

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore