Busto Arsizio - 01 febbraio 2023, 16:40

Voglia di Carnevale: con i suoi primi 40 anni il Tarlisu scuoterà Busto

Fervono i preparativi per il grande ritorno della maschera cittadina, così proclamata nel 1983 dalla giunta Borri, con i carri il 25 febbraio. La Famiglia Sinaghina tra ottica "verde" e sorprese per rendere felici gli adulti bambini

Il Carnevale torna per tutti

Il 16 febbraio 1983 la giunta guidata da Angelo Borri proclamava il Tarlisu maschera cittadina a Busto: quarant'anni dopo il Carnevale ritrovato si carica di più sfumature simboliche.

Grande attesa

C'è tanta attesa e il programma è ancora in via di definizione ufficiale ma si aspetta con trepidazione  la manifestazione con i carri sabato 25 febbraio. Anticipata dalla consegna delle chiavi la domenica prima al Tarlisu, che così “amministrerà" Busto Arsizio per una settimana e come tradizione non mancherà di fare le sue osservazioni sulla vita cittadina. Agli Stati generali dello scorso dicembre la vicesindaco Manuela Maffioli aveva annunciato in via del tavolo di lavoro sul carnevale, oltre che sulla Giöbia, e già allora si respirava l'entusiasmo. LEGGI QUI E QUI.

Che cosa accadrà? La Famiglia Sinaghina è da sempre la regista della manifestazione, sin dai tempi dello scatenato Giovanni Sacconago. Oggi è il nipote Simone Colombo a guidare con entusiasmo il gruppo. Massima riservatezza ma alcuni punti fermi già ci sono.

Il 25 febbraio è dunque previsto il ritorno dei carri. Quello della Sinaghina appunto, ma non solo e chi vuole essere parte attiva di questo evento può ancora rivolgersi all'associazione scrivendo a sinaghina@bustocco.com.

Si vuole mantenere la sorpresa, - sottolinea Colombo - sul carro che però sarà fortemente ecologico. E a proposito si chiede che green sia anche l'atteggiamento di tutti, pubblico ovvero del pubblico: niente bombolette varie, avanti stelle filanti e coriandoli. Per non danneggiare i carri, frutto di tanto lavoro sacrificio, e ad esempio i costumi che indosseranno i rappresentanti del club la Boschessa, creazioni storiche da preservare nella loro bellezza e nel loro tempo. Inoltre arriveranno anche maschere da altre località, poiché si sono intrecciati legami importanti.

Omaggio ai tessitori

Certo è che la maschera bustocca rispecchia pienamente quello che era il credo e la storia della città. Tarlisu, si ricorderà, è il corrispondente dialettale di traliccio, ovvero il tessuto prodotto nelle aziende della città «così denominato dal tipo di telaio a mano che lo produceva, nel quale agivano alternativamente tre licci che formavano il disegno spiga molto fitta ed azionati da tre pedali».

Un omaggio al lavoro incessante di tessitori e tessitrici bustocche, precisava la delibera di giunta. Detto in altro modo, anche nel passatempo e nello scherzo Busto ha pensato al lavoro, quello che l’ha portata nel mondo attraverso l'esportazione cotoniera.

Le scuole stanno già bussando a caccia di un appuntamento con Tarlisu e Bumbasina. 

La giunta Borri, quarant'anni fa adottò quello che definì «un atto formale solenne che consacri per il carnevale in atto e per quelli a venire il Tarlisu maschera bustocca», ora dopo gli anni della pandemia questo momento appare proprio così: divertimento sì ma con una sua solennità.

Marilena Lualdi