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Salute | 26 gennaio 2023, 09:07

“Oncologia per voi” ai Molini Marzoli di Busto, tante voci con tre obiettivi: prevenire, orientare, curare

Convegno organizzato da Lilt – Lega Italiana per la lotta contro i Tumori, e TomaLab. Serata a tutto tondo, dalla prevenzione primaria al rapporto medico/paziente, dai dati statistici alle difficoltà burocratiche. Elena Repetti, genetista: « Della ricerca possiamo beneficiare tutti. Già oggi»

Ivanoe Pellerin al convegno dei Molini Marzoli

Ivanoe Pellerin al convegno dei Molini Marzoli

Si è parlato di prevenzione oncologica, ai Molini Marzoli di Busto Arsizio, grazie a Lilt e TomaLab. Saluto del consigliere regionale Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità, dell’eurodeputata Isabella Tovaglieri e del presidente dell’Ordine dei biologi, Rudy Rossetto.

Lavori introdotti dal presidente provinciale Lilt Ivanoe Pellerin: «La pandemia – ha ricordato – ha tagliato le attività di follow up e di controllo: in Italia si è registrato un calo significativo degli accessi, quasi un milione in meno, quindi sono calate anche le diagnosi. La diminuzione dei casi ai primi stadi ha aumentato quelli più avanzati. Ora qualcosa inizia a muoversi, sugli screening. Il 40  per cento dei casi e il 50 per cento delle morti si potrebbero evitare. Per esempio contrastando obesità, sedentarietà, sovrappeso, fumo. Occorre rilanciare i programmi di prevenzione e limitare il ritardo diagnostico. Con una consapevolezza: nel 2006 avevano superato la malattia 2,5 milioni di persone, nel 2020 i lungo sopravviventi erano 3,6 milioni».

Convegno moderato dal giornalista Matteo Inzaghi.

Elisabetta Todisco, direttrice di Oncoematologia alla Asst Valle Olona, elogiata la professionalità del reparto: «La prevenzione, per le specificità dell’ambito, è un po’ meno sviluppata. È importante la collaborazione con i medici curanti, le alterazioni dell’emocromo possono essere sottovalutate e in molti non si sottopongono a esami del sangue con regolarità. Quindi ci confrontiamo facilmente con patologie acute».

La direttrice del Distretto Busto Arsizio – Castellanza di Asst, Antonella Scampini si è allacciata alla rivoluzione in atto della Sanità, richiamando «…la necessità del rapporto con il territorio. Con le case di comunità, per stabilire percorsi di presa in carico del paziente cronico in maniera globale. Dal punto di vista oncologico e sociale ma anche su questioni pratiche, come l’ottenere l’invalidità civile».

Paolo Genoni, presidente della Fondazione Carnaghi Brusatori e medico di base, contesta la definizione stessa della categoria: «Non bisogna più parlare di medici di base, è più giusto parlare di medici di fiducia. Il medico di fiducia è fondamentale per quanto riguarda la prevenzione, conosce storia, famiglia, malattie: abbiamo la possibilità di provare a comprendere. E il paziente di solito si fida di quello che gli diciamo. Lo devo fare davvero questo esame? Questo ci chiedono. Conoscendo la famiglia abbiamo la possibilità di proporre screening mirati. Poi consigliamo sugli stili di vita. Ma siamo stati massacrati, già prima del Covid c’erano difficoltà… Prima cosa da fare? Togliere incombenze di tipo burocratico».  

«Noi siamo quasi esclusi dalla prevenzione – ha dichiarato Claudio Verusio, direttore del Dipartimento oncologico di Asst Valle Olona - ci arriva il paziente che ha già il tumore. Ma pensiamo, per esempio, al tumore del polmone: se per ipotesi tutti smettessero di fumare, i casi crollerebbero. Solo per curare il tumore del polmone si spendono 11miliardi all’anno. Che cosa si può fare con 11 miliardi? La maggior parte dei tumori è di natura ambientale, quindi individuale e di società, anche se cresce la conoscenza sull’ereditarietà».

Ecco, l’ereditarietà. L’intervento di Elena Repetti, genetista di TomaLab: «Il tumore è la classica patologia che coinvolge tante persone, per esempio il paziente o chi può esserlo, con il medico di base, che è nostra sentinella e conosce le famiglie, le patologie e le età. Il laboratorio, l’oncologo e l’oncoematologo. I fronti sono quelli della diagnosi precoce e del monitoraggio. La genetica ci permette di profilare la patologia e di utilizzare farmaci mirati. TomaLab è nel territorio ed è al suo servizio, anche con la comunicazione diretta con i medici e con gli ospedali. Della ricerca possiamo beneficiare tutti, già oggi».

Domanda del moderatore alla (quasi) vigilia delle elezioni: che cosa chiedereste alla Regione che verrà? In ordine sparso: risorse e personale, soprattutto specialisti, meno burocrazia a carico dei medici, azioni per un uso corretto del sistema sanitario, implementazioni e adeguamenti degli spazi nei reparti, sostenere e rendere attrattivo (per i medici innanzitutto) l’ospedale di Busto, offrire tempo e competenze al rapporto medico-paziente, percorsi aggiornati per le prescrizioni. I

Intervento finale di Marino Dell’Acqua, direttore sociosanitario di Asst Valle Olona: «I relatori hanno individuato aspetti su cui migliorare. In ambito oncologico la nostra azienda è ad altissimo livello. Occorre partire dal territorio, dando supporto ai medici di fiducia, e valorizzando le case di comunità. Dobbiamo tentare di “tenere in sede” le persone che abitano qui, qui le risposte ci sono. Dobbiamo lavorare sulla comunicazione. Stiamo, fra l’altro, organizzando delle serate che parlano degli stili di vita e presentano i nostri specialisti. E poi formazione, voglio portarla qui, per il medico di fiducia».

Stefano Tosi

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