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| 25 dicembre 2022, 11:00

Natale ad Haiti tra i bimbi di suor Marcella: il colera, le lacrime e la speranza di un pacchetto colorato

La missionaria bustocca ha dovuto rimandare ancora la partenza. Cinque bambini sono mancati. Ora la scuola è ripartita e proprio il 25 dicembre sono attesi i 30 scatoloni dall'Italia con scarpe, zaini e dolci

Natale ad Haiti tra i bimbi di suor Marcella: il colera, le lacrime e la speranza di un pacchetto colorato

Le lacrime scorrono come la miseria ad Haiti e anche alla Kay Pè Giuss è entrato il colera. Cinque bambini sono mancati. Un dolore immenso, che non vuole però soffocare la speranza rappresentata anche dal Natale. Suor Marcella Catozza ha dovuto ancora rimandare la partenza, ma proprio il 25 è atteso l'arrivo di 30 scatoloni dall'Italia, riempiti con la generosità degli amici. 

In questi mesi - ricorda la missionaria bustocca - «i nostri bambini hanno dovuto razionare il cibo, bere l’acqua della pioggia, aprisse e che la violenza che segnava le giornate cessasse... Poi lo spiraglio di luce e la vita sembra ricominciare». Tanto che riprende anche la scuola: «Ma il male è in agguato pronto a cercare di calpestare e spegnere la speranza di un popolo: ci portano via i pulmini, rovinano i pannelli solari, il colera entra alla Kay pè Giuss e in pochi giorni si porta via cinque dei nostri bambini».

La Kay è in ginocchio, si usa questa espressione.   

Ma la fede traccia un'altra immagine: «Natale arriva anche per la Kay Pè Giuss. Sarà un Natale povero, ferito ma porterà la certezza che tutto questo dolore è già stato abbracciato e ci è dato per imparare sempre più a riconoscere in questo bambino che viene l’ abbandono totale all’abbraccio del Buon Dio. In tanti siete preoccupati per i nostri bambini, ma vi dico fidiamoci, fidiamoci di chi sa qual è il bene di ognuno di noi, l’Unico che piano piano, in silenzio lo compie. Ed allora non fermiamoci sulla fatica che ci è chiesta ma solleviamo lo sguardo al Cielo certi e grati che ogni lacrima, ogni dolore, ogni strappo sono già Suoi.»

Con alcuni bimbi che erano tornati in famiglia, si sono persi i contatti, con altri si è riusciti a farli rientrare alla Kay o a trovare un'altra sistemazione per alleviare disagi e sofferenze. 

E a Natale la speranza si veste di un ulteriore segnale: «In questo momento stanno viaggiando verso Port au Prince 30 scatoloni contenenti scarpe da ginnastica, calzini, zaini, pigiami, giocattoli ed una montagna di dolci raccolti tramite tanti di voi che si sono fatti vicini facendoci arrivare materiali ed aiuti economici. Papa Francesco ha detto tante volte che ai gesti di male che vediamo nel mondo possiamo rispondere solo con gesti di bene: questi scatoloni nascono da gesti di bene e ne hanno tutto il sapore. Arriveranno in Haiti il 25 dicembre alle nove del mattino e speriamo che nel pomeriggio possano arrivare alla Kay Pè Giuss».

Ecco il Natale, che fa sorridere i piccoli: «Ogni bambino troverà il suo pacchetto personale bello, colorato e riceverà l’abbraccio di tutti noi e la conferma che Qualcuno gli vuole bene. Far crescere un bambino certo di essere amato è la cosa più grande che possiamo fare pur in mezzo al male del mondo che a volte sembra travolgerci.  Allora cari amici rimettiamoci in cammino per incontrarci la notte di Natale in ginocchio ed in silenzio davanti a quella grotta, fondamento della nostra speranza, della speranza di Haiti, della speranza del mondo». 

Un segnale anche per il nostro mondo: «Mettiamo da parte la corsa ai regali, ai pranzi ed alle cene, alle vacanze da sogno, ai viaggi.... in ginocchio ed in silenzio perché solo così il Natale quest’anno non passerà invano e vincerà ancora una volta il male del mondo. Impariamo dai nostri amici haitiani che dentro la tragedia che stanno vivendo hanno sempre voglia di far festa perché sanno che la loro speranza è un’esperienza! Buon Natale cari amici da tutti noi della Kay».

Marilena Lualdi

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