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Storie | 24 dicembre 2022, 08:17

Dal Veneto a Cuveglio e al Lazio… la rete di trapianti che ha regalato un rene a Gessica. «Un gesto d’amore infinito. Non perdete la fiducia, in questo tunnel alla fine la luce arriva»

Da poco più di un mese ha subito un intervento che le ha ridato la vita dopo essere stata coinvolta con il marito Cesare in una catena di donazioni che ha coinvolto pazienti da tutta Italia: Gessica ha l’organo di una signora veneta, mentre il marito lo ha dato a un giovanissimo del Lazio. «Mi piacerebbe abbracciare e ringraziare la persona che me lo ha donato. Al ragazzo con l’organo di mio marito vorrei dire che ha il rene di una persona speciale»

Dal Veneto a Cuveglio e al Lazio… la rete di trapianti che ha regalato un rene a Gessica. «Un gesto d’amore infinito. Non perdete la fiducia, in questo tunnel alla fine la luce arriva»

Un gesto che salva la vita, nel vero senso della parola. Anzi, sei vite in questo caso. Una donazione di un rene, ma non di quelle classiche, una donazione che ha coinvolto, a catena, sei coppie. E una di queste coppie, un anello della catena, vive in provincia di Varese, a Cuveglio per la precisione. Sono Gessica e Cesare.

Si chiama donazione crociata (oppure trapianto crossover), e ha permesso a Gessica di avere un nuovo e funzionante rene dopo l’operazione dello scorso 8 novembre all'ospedale di Circolo di Varese eseguita dall'equipe del professor Giulio Carcano e del professor Matteo Tozzi, a capo della Chirurgia dei Trapianti e della Chirurgia Vascolare. Un'operazione che alla base un effetto domino e che ridà una vita alle persone che ne fanno parte. È un sistema nato nel 2019 e che, al momento, ha permesso trapianti a più di ottanta persone tramite una rete di undici catene.

Ma come funziona? A causa di eventuali incompatibilità tra il donatore e il donante scelto, si viene inseriti in una lista insieme ad altre coppie nella stessa situazione.

«L’anno scorso mi sono sottoposta a tantissime cure per cercare di essere compatibile con mio marito» racconta Gessica. Ma i tentativi non diedero gli effetti sperati.

Un algoritmo del Centro Nazionale Trapianti elabora, quando è disponibile, una catena di persone compatibili tra di loro, e così parte il processo di trapianti. Ecco quindi, che una ragazza veneta ha ricevuto un rene da una persona deceduta. La suocera della ragazza veneta ha donato un suo rene a Gessica; suo marito Cesare lo ha donato a un giovanissimo del Lazio, e così via…

«Donare è un gesto d’amore, in tutti i sensi, ridai la vita a una persona - continua Gessica - È importante che la gente capisca che donare, sia da vivente sia da deceduto, dà la possibilità a una persona di poter rinascere, di poterle dare una vita normale. È un gesto di dimostrazione d’amore infinito».

Per questioni di privacy, Gessica e Cesare non possono conoscere l’identità precisa né della persona da cui è arrivato il rene né quella che lo ha ricevuto.

«Mi farebbe piacere sapere che la persona che mi ha dato il rene stia bene, e mi piacerebbe un giorno poterla abbracciare e ringraziare. A chi invece lo ha ricevuto da mio marito vorrei dirle che ha il rene di una persona davvero speciale. Quando mio marito ha saputo che sarebbe andato a una persona molto giovane gli si è riempito il cuore. Ha salvato due vite».

L’invito di Gessica è di non fermarsi alla superficie e cercate di approfondire il discorso che riguarda questa catena e la donazione degli organi: «Ridai veramente la vita a persone che ami o non conosci».

E a chi magari in questo momento è nella situazione in cui si è trovata anche lei: «Non perdete la fiducia. A volte senti che ti cade il mondo addosso e tanti non vogliono più essere curati. Non perdere mai la fiducia, in questo tunnel alla fine la luce arriva».

Lorenzo D'Angelo

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