- 18 dicembre 2022, 06:00

Un gol da manuale, uno da sballo: così la Pro Patria ha battuto anche se stessa

La rete di Boffelli così glaciale come divorante è stato il fuoco del gol di Citterio: scintilla in entrambi i casi, Ndrecka. E i tentativi di consolare Lombardoni per l'autorete completano il quadro dello spirito tigrotto

Una rete da manuale, una da sballo. Due gol, due Pro Patria. Vale la pena rivedere, ripensare, ri-tutto le reti che i tigrotti ieri hanno segnato contro il Sangiuliano per cogliere il duplice lato della personalità di questa squadra, che le ha permesso di arrivare a 31 punti, battendo anche se stessa nel girone d’andata dal ritorno in serie C.

Il primo, da manuale, da ripasso lucido. Premessa, un Vezzoni che sabato 17 è tornato a indossare la sua efficienza elegante. Si procura con sapienza un fallo, lì a lambire la bandierina. L’arbitro accorda una punizione che assomiglia difatti molto a un calcio d’angolo: ci studiano su Stanzani e Ndrecka, è quest’ultimo che indirizza il pallone in area, dove c’è un tigrotto sicuro ad attenderla. Il dottor Boffelli sa cosa deve fare e gli viene proprio bene. Ecco, proprio questo è il verbo che appare distintivo: sapere.

Siamo al diciannovesimo minuto e la Pro è un alunno diligente, che ha applicato la lezione. Il Sangiuliano però non ha intenzione di arrendersi e di questo gli va reso onore. A ridosso del novantesimo, la rete del pareggio, che scompiglia la classe tigrotta. Ma come – sembra essere il pensiero che attraversa i ragazzi– abbiamo fatto ciò che dovevamo, sì, abbiamo rischiato un paio di volte, come può finire così? Solo che in passato, era finita così.

Difficile recuperare forze e lucidità nel recupero, quando il tempo corre più di tutti. Allora, teniamo d’occhio Ndrecka ed è una buona idea: ancora una volta si appresta a diventare il "confezionatore". Aggancia magnificamente la palla e la consegna scrupolosamente a Citterio, che poi fa tutto da sé. Si spinge a sinistra, ci sono due avversari da scartare, fatto. Il diciannovenne si crea un varco davanti, cerca di allungarsi un altro avversario, ma non fa in tempo. Citterio lo evita e spara quel pallone in alto a destra con Sposito che invano si lancia in direzione di quel punto e sembra sfiorare: bye bye, è già eurogol. A quel punto forse solo l’esultanza persuade Citterio che sì, quello è il suo gol e si fa scivolare sulle ginocchia verso la panchina. Ndrecka – scintilla di entrambe le reti – fa segno a Nicco: che gol. È quello che si ripetono tutti, è la rete che Citterio dice di non sapere come gli sia venuta così, però lo sa benissimo: è solo che bisogna tenere i piedi per terra, a maggior ragione quando vuoi volare.

C’è un terzo gol che non si può solo mormorare come una macchia, perché racconta a sua volta qualcosa della Pro. È l’autorete e siccome la sfortuna ci vede benissimo, porta la firma di Lombardoni che è stato uno dei migliori in campo, quello che ha aiutato i tigrotti  rimettersi in piedi dopo partite incerte, partite opposta a quella di ieri, dove gli errori si pagano e con gli interessi.

Una volta incassata la rete, i ragazzi contano sulla mano i minuti per riprendersi la partita, tuttavia si prendono una manciata di secondi per fare la cosa più importante: consolare Lombardoni. Perché se non sei gruppo, non vai da nessuna parte. E allora vai, forza Lomba. Il resto della storia è noto. Adesso pensiamo a ripartire – venerdì 23 – dall’Arzignano, in trasferta. Riguardiamoli ancora un’ultima volta volta quei gol: due Pro Patria, quella avveduta e quella che ci mette tutto il cuore. Due binari non paralleli, ma convergenti, e ci sfreccia il treno dello spirito tigrotto. O meglio il Tractor dello spirito tigrotto, dovremmo dire in omaggio a Vargas, ma trascureremmo tutto lo staff con lui.

Marilena Lualdi