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Attualità | 15 settembre 2022, 08:40

«Basta aggressioni»: ecco perché domani scioperano i lavoratori del trasporto pubblico locale

Venerdì di stop e rischio caos nei trasporti anche nel Varesotto e a Milano (metro e mezzi Atm). I motivi della protesta: «Ci troviamo di fronte ad un bollettino di guerra che non si arresta. Sta diventando normale leggere la notizia di un autista picchiato o di un controllore malmenato tra l'indifferenza generale di aziende e istituzioni: si va a lavorare con la paura di chi sa di essere da solo... Ora basta»

«Basta aggressioni»: ecco perché domani scioperano i lavoratori del trasporto pubblico locale

«Basta aggressioni. Il nostro lavoro è trasportare le persone e vogliamo farlo in sicurezza, e invece...»: in un comunicato ecco i motivi dello sciopero del trasporto pubblico locale che venerdì metterà a dura prova lavoratori, pendolari e chiunque utilizzi i mezzi pubblici in Regione - compresa metro e mezzi Atm di Milano dalle 8.45 alle 15 - e nel Varesotto, dove il personale delle linee urbane ed extraurbane di Autolinee Varesine a partire dalle 15.30 (leggi QUI). 

«Ci troviamo di fronte ad un bollettino di guerra che non si arresta - scrivono in un comunicato Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Ugl, Faisa Cisal, Orsa Trasporti e Fast Confsal - Sta diventando normale leggere la notizia di un autista picchiato o di un controllore malmenato tra l'indifferenza generale di aziende e istituzioni: in ogni parte del Paese, senza distinzione tra piccole e grandi città, in ogni zona del centro così come delle periferie, senza escludere le tratte extraurbane». 

«Un'indifferenza generale che toglie valore, rilevanza e dignità a tutte le lavoratrici e i lavoratori che ogni giorno, in qualsiasi condizione, ad ogni ora, permettono alle persone di spostarsi - proseguono i sindacati - Si va a lavorare con la paura di chi sa di essere da solo ad affrontare i mille imprevisti e le inevitabili conseguenze, senza alcuna protezione se non quella di usare il buon senso per tutelare la propria incolumità per tornare a casa sani e salvi».

«Un tale stato di cose non è più tollerabile. Ora basta - aggiungono le sigle sindacali promotrici dello sciopero - non è più tempo solo di parole e buoni propositi. Chiediamo un intervento concreto e sinergico che coinvolga il legislatore, le aziende e le istituzioni a tutela della sicurezza e dell'incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori e occorre dare immediata attuazione al protocollo sulla sicurezza sottoscritto a marzo con i ministeri competenti, per prevenire e scoraggiare le aggressioni e per assistere le vittime, dal punto di vista sanitario e legale. Lo chiediamo da anni e continueremo a batterci fino a quando non saranno attuate soluzioni concrete a protezione e tutela delle lavoratrici, dei lavoratori e dell'utenza».

Redazione

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