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| 13 luglio 2022, 15:53

I lampioni di Richino Castiglioni fanno luce sull'importanza di confrontarsi

Cinque anni fa il Comune di Busto annunciò la cessione delle quote di Malpensa e si sollevò un polverone, tanto che alla fine il sindaco rinunciò. Ecco perché quella vicenda può essere un utile promemoria sulle polemiche attuali del centro storico: è importante ricordare quanto è stato fatto, come pure spiegare e ascoltare la città

I lampioni di Richino Castiglioni fanno luce sull'importanza di confrontarsi

I lampioni di Richino Castiglioni fanno luce su un aspetto fondamentale: l'importanza di parlarsi, anche quando sembra che la scelta sia necessaria magari per motivi tecnologici e ambientali come è stato affermato. 

Torniamo indietro due volte nel tempo, tracciando una linea tra due decisioni in apparenza distanti, ma con qualche punto in comune.

Il primo passo indietro

Primo viaggio nel passato, a cinque anni fa quando il Comune di Busto annunciò che avrebbe ceduto le quote Sea e le polemiche decollarono: in campo politico - dall'opposizione alla maggioranza - e non solo. Alla fine, il sindaco Emanuele Antonelli ci ripensò e quella traccia considerata simbolica del passato di Busto - fondatrice di Malpensa con i suoi imprenditori - non fu toccata.  

Allora, in consiglio comunale annotiamo due frasi interessanti. Una era del consigliere  di Busto al Centro Gianluca Castiglioni: «Un valore importante è quello di ricordare quanto è stato fatto da chi ci ha preceduto». L'altro è il passaggio dello stesso primo cittadino, che replicava allo stesso Castiglioni e la riportiamo in gran parte: «Volevo tranquillizzarvi, non è che è merito vostro di questa marcia indietro, tranquilli... È che probabilmente avrò sbagliato io anche i metodi, sicuramente, perché quando l’avevamo deciso non l’ho comunicato come si doveva anche se nei verbali della Commissione, presenti anche voi, era scritto. Comunque va beh, diciamo che ci siamo dimenticati tutti, “si sono” dimenticati tutti, perché io lo sapevo. Poi, quando anche la mia Maggioranza me lo ha fatto presente chiaramente ho visto questa volontà di tutti di non venderla ed ho fatto retromarcia volentieri perché si può sbagliare, lavorando, quindi nessun problema a far marcia indietro da parte mia».

Trent'anni fa

Allora torniamo al centro storico, al momento in cui arrivarono quei lampioni, anzi in cui si eseguirono i lavori di pavimentazione e conseguente parziale pedonalizzazione del salotto di Busto. Tutto in discesa all'inizio degli anni Novanta? Per chi ha buona memoria, no.

Ricordiamo pure un titolo della Prealpina, "La presa del centro", perché il 14 luglio si scatenò la protesta dei commercianti del centro su lavori e tempistiche e c'era aria di rivoluzione bustocca, se non francese. Tutti entusiasti dei lampioni? No, anche perché - come recita un vecchio detto - «quando si fa una casa in piazza, o è troppo alta o è troppo bassa». Ma l'autorevolezza del nome dell'architetto Castiglioni e tutto ciò che portava quella creazione alla fine spensero i più scettici. 

Volano gli anni, si precipita il nuovo millennio e porta anche l'esigenza di un'illuminazione diversa. Non c'era altra via che sostituirli, questi lampioni? Non lo sappiamo. Quel che è certo è che molti hanno espresso le loro perplessità e che l'Ordine degli architetti di Varese ha chiesto di riportare i lampioni dell'architetto Castiglioni dov'erano, ovvero per l'area in cui erano stati pensati e realizzati. Il sindaco Antonelli finora non ha risposto.

In tutta questa vicenda, tornano centrali i due passaggi sopra menzionati. Ricordare quanto è stato fatto da chi ci ha preceduto, è fondamentale. Ciò conduce al secondo aspetto: la comunicazione. 

È solo coinvolgendo tutte le persone che possono dare competenze e pareri, è solo comunicando, che si possono evitare ferite e polemiche. E nell'era della comunicazione costante, a portata di tutti e su tutti i fronti, sembrerebbe piuttosto facile. Coinvolgere, spiegare e ascoltare.

Questa sera la questione approderà in commissione e sarà l'occasione per confrontarsi almeno tra consiglieri e partiti: peraltro, anche i cittadini possono ascoltare e rendersi conto. Certo, dopo che la rimozione dei lampioni è avvenuta: ma almeno si può evitare la rimozione del confronto - seppur tardivo - con la città.

Sarebbe un gesto di rispetto nei confronti dell'architetto Castiglioni -  riferimento che va ben oltre i confini bustocchi - e anche un gesto di umiltà, lodevole come lo furono le parole pronunciate dal sindaco in consiglio cinque anni fa.  

Marilena Lualdi

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