Vittoria di Max Verstappen costruita sulla estrema solidità del passo gara di Red Bull e sulla estrema confidenza del pilota olandese. Il campione del mondo non sbaglia più un colpo.
Lo si era visto sabato in qualifica, dove ha piazzato la stoccata quando è servita, e lo si è visto domenica. Dopo un inizio in controllo ha dovuto gestire le gomme a causa di un pitstop anticipato (potenzialmente sensato, ma anche rischioso), e dopo l’ultima safety car ha dovuto controllare gli assalti di Carlos Sainz.
Il gioco dei pit stop pareva infatti aver deciso il risultato della gara con un Verstappen con seconda sosta effettuata che si era messo all’inseguimento di Sainz e con buone probabilità di andare a riprenderlo. Ma la safety car per il clamoroso, e imbarazzante, incidente di Tsunoda, aveva riaperto i giochi, permettendo proprio a Carlos Sainz di effettuare pit-stop e posizionarsi subito alle spalle di Verstappen per tentare l’attacco alla ripartenza.
Attacco, per l’appunto, respinto con maestria dal campione del mondo olandese, cha ha vinto la gara con 9 decimi di vantaggio su Carlos Sainz. Lo spagnolo della Ferrari ha disputato una buona gara e, più in generale, un buon weekend riscattando le prestazioni altalenanti di alcune gare precedenti. Sbarazzatosi quasi subito di Fernando Alonso, ottiene un secondo posto che è, onestamente, allo stesso tempo il massimo e il minimo risultato ottenibile.
Massimo risultato con il minimo sforzo? No. Lo sforzo di Sainz Jr è stato importante e, per il suo risultato, decisivo. Tuttavia Carlos continua a pagare uno scarso feeling con la vettura che comporta, anche se il problema è in fase di miglioramento, una serie di micro errori che si presentano ad ogni giro in punti diversi del tracciato, segno che non è un problema con una caratteristica specifica della vettura o una caratteristica specifica del tracciato.
Era successo sabato in qualifica, proprio nel suo giro buono. È accaduto nuovamente oggi durante il duello con Verstappen. È un problema che il team deve risolvere lavorando insieme al pilota, per il pilota, e per poter mettere lo spagnolo nelle condizioni per poter lottare al vertice. Sainz è stato per larghi tratti della gara il pilota più veloce in pista, tuttavia non è stato in grado di portare un vero attacco a Max Verstappen. Moltissima pressione, un forcing molto ravvicinato, ma nessun vero attacco.
Quello che è mancato alla Ferrari e Carlos Sainz è stata, ancora una volta, quel briciolo di velocità di punta in più per attaccare sul dritto e, come detto, la costanza sul giro a Carlos Sainz. A riprova della buona prestazione della F1-75 c’è il risultato di Charles Leclerc. Il monegasco arriva quinto dopo essere partito dall’ultima fila. Una gara tutta all’attacco, quattordici posizioni recuperate grazie a sorpassi e strategia.
La Ferrari è la seconda forza in campo, di gran lunga superiore a tutto ciò che non ha una livrea Red Bull, e si vede. Gara, tuttavia, non priva di difficoltà. In particolare, Charles ha sofferto il gap velocistico in fondo al rettifilo principale ad esempio nei confronti di Alpine. Carletto limita i danni e si porta a casa la magrissima consolazione del titolo di “driver of the day”.
Terzo un Hamilton ringalluzzito, anche troppo. Clamorosamente spariti i problemi alla schiena e i commenti al vetriolo nei confronti della vettura. Forse Sir Lewis si sta mostrando un po’ troppo emotivo per essere un 7 volte campione del mondo. La grande delusione della giornata è sicuramente Fernando Alonso. Partito secondo, con tutta l’attenzione mediatica addosso per un risultato (la prima fila) che mancava da un decennio, lo spagnolo si è fatto quasi subito scavalcare dal connazionale Sainz e poi è lentamente retrocesso fuori dalla TOP 5.
Ma da un campione del mondo, autoproclamatosi più volte come il più forte, ci si aspetta possa intervenire e cambiare la strategia in corso, così come fa il rivale di sempre Lewis Hamilton. Invece nulla di tutto ciò è accaduto e l’asturiano ha terminato la gara addirittura dietro il compagno di squadra Ocon.
Una gara che quindi ha regalato emozioni, ma zero sorprese per quanto concerne i risultati. Unica grande sorpresa, se così si può chiamare, è il ritiro di Sergio Perez. Rimasto probabilmente senza il cambio, il messicano mantiene per soli 3 punti il secondo posto in classifica. Ancora una volta l’affidabilità colpisce una delle vetture dei 2 team in testa al campionato, segno che ancora tutto può accadere e che i giochi non sono chiusi.
Prossima tappa: Silverstone.
Il GP di Gran Bretagna si svolgerà il 3 Luglio, a casa di Red Bull e Mercedes. Difficile dire quale vettura sarà favorita. Sulla carta ci sbilanciamo, non troppo, indicando ancora una volta Red Bull ma attenzione ad alcuni sviluppi importanti che Ferrari cercherà a tutti i costi di introdurre sul circuito del Northamptonshire.
ARRIVO E CLASSIFICHE— Ordine d'arrivo del GP del Canada:
1. Verstappen (Red Bull) 70 giri in 1h36'21"757, media 190.075 km/h
2. Sainz (Ferrari) a 0"9
3. Hamilton (Mercedes) a 7"
4. Russell (Mercedes) a 12"3
5. Leclerc (Ferrari) a 15"1
6. Ocon (Alpine) a 23"8
7. Alonso (Alpine) a 24"9
8. Bottas (Alfa Romeo) a 25"2
9. Zhou (Alfa Romeo) a 26"9
10. Stroll (Aston Martin) a 38"2
11. Ricciardo (McLaren) a 43"
12. Vettel (Aston Martin) a 44"2
13. Albon (Williams) a 44"8
14. Gasly (AlphaTauri) a 45"1
15. Norris (McLaren) a 52"1
16. Latifi (Williams) a 59"9
17. Magnussen (Haas) a 1'08"1.