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Busto Arsizio | 07 giugno 2022, 09:30

La bustocca Cavelli porta Dell’Acqua a un convegno internazionale. Grande interesse per il “Principe Mercante”

Una mostra e una conferenza dedicate al “patrimonio delle imprese e degli imprenditori italiani in Argentina”, a cura dall’Università di Bologna. Chiara Cavelli si è soffermata sulla figura del grande imprenditore a cui aveva dedicato un libro: «Mi sento la sua “ambasciatrice”. È importante tenerne viva la memoria»

La bustocca Cavelli porta Dell’Acqua a un convegno internazionale. Grande interesse per il “Principe Mercante”

Il convegno e la mostra dedicati dall’Università di Bologna al “patrimonio delle imprese e degli imprenditori italiani in Argentina” sono stati l’occasione per approfondire la figura di Enrico Dell’Acqua davanti a una platea internazionale di accademici.
A farlo, in particolare, è stata la bustocca Chiara Cavelli, intervenuta alla conferenza nata nell’ambito del progetto Erasmus+ della Commissione Europea, tenutasi nel distaccamento di Bertinoro, in Provincia di Forlì-Cesena.

Cavelli – storica, collaboratrice di docenti universitari, tra i quali il professor Pietro Cafaro, a sua volta di Busto Arsizio – nel 2010 realizzò un libro dedicato all’imprenditore in grado di costruire a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento un impero economico, spingendosi fino al Sud America.
Se c’è l’opportunità di divulgare la storia di colui che il presidente della Repubblica Luigi Einaudi definì il “Principe Mercante”, la bustocca non si tira indietro: «Mi sento un po’ la sua “ambasciatrice”», racconta.

La ricerca

Cavelli è intervenuta al convegno “Saperi che non si dimenticano: il patrimonio delle imprese e degli imprenditori italiani in Argentina” pur non essendo una docente universitaria. «Di formazione sono una storica – precisa –. Durante l’università mi sono appassionata alla ricerca negli archivi locali. Ho continuato a fare ricerche mentre lavoravo nel marketing, prima nell’azienda di famiglia, poi con la mia agenzia di eventi che ho deciso di chiudere durante la pandemia. Quest’anno sto insegnando alla casa circondariale di Busto».

Ma di Enrico Dell’Acqua conosce tutto quello che è possibile sapere. «Sono stata inclusa fra i relatori – spiega – perché nel 2010, sollecitata da Luigi Giavini, pubblicai il libro “Nuove imprese per il Nuovo Mondo” con Nomos Edizioni in occasione dei cent’anni della morte di Dell’Acqua. Ho avuto la fortuna di poter accedere a un fondo archivistico che era appena stato donato alla biblioteca di Busto. Nessuno aveva mai studiato quelle carte, perché fino a poco tempo prima erano private. Ho trovato moltissimo materiale scritto direttamente da Dell’Acqua e diversi documenti che mi hanno consentito di scrivere una storia il più completa possibile.
Il libro è ricco di immagini di fine Ottocento del Sud America e si tratta di reperti piuttosto rari, particolarmente apprezzati anche al convegno».

La sua «ambasciatrice»

La storia del Principe Mercante ha catturato l’attenzione degli accademici presenti a Bertinoro. «Mi hanno fatto tantissime domande. La sua è stata una vita super affascinante – sottolinea Cavelli – e io mi sento un po’ la sua “ambasciatrice”. Dell’Acqua ha fatto parte della prima ondata di emigranti che ha avuto un grande successo: è andato in Argentina perché voleva seguire questo flusso. Nel 1886 realizzò, di fatto, un’indagine di mercato: preparò dei questionari per sapere che lavoro facessero gli italiani e se avessero una condizione economica che permettesse loro di spendere. Capì che c’erano le condizioni per partire e, con coraggio, lo fece.

L’ultimo dei progetti realizzati in Argentina si chiama Propaganda Industrial: l’idea era quella di diffondere dei piccoli magazzini in varie parti del paese da far gestire agli emigrati italiani. Puntava al benessere di chi lavorava per lui e decise di non realizzare dei grandi store come quelli di Londra e Parigi, ma piccole realtà in cui si vendevano i suoi tessuti gestite dalle famiglie che abbandonavano la madrepatria per ricostruirsi una vita con grande dignità. Fu una sorta di “franchising ante litteram”».

Non solo Argentina, ma anche Brasile: «L’azienda che aprì a São Roque, vicino a San Paolo, ha una struttura simile al Museo del Tessile e oggi non è più un’industria, ma un centro per lo scambio della cultura italo-brasiliana dal nome Brasital».

Una storia da raccontare

«Se posso tenere viva la memoria di Dell’Acqua, lo faccio sempre volentieri. Ormai è come se fosse un parente», sorride Chiara Cavelli, in prima fila quando il Comune attribuì al pioniere di Busto la civica benemerenza alla memoria nel 2015.

Durante l’anno scolastico in corso, ne ha raccontato la storia ai ragazzi delle medie Galilei e Parini, nell’ambito di un progetto sul tessile. In passato fece lo stesso con gli studenti dell’Ite Tosi.

«Dell’Acqua è stato un grande – conclude –. E la sua storia non è ancora abbastanza conosciuta».

Riccardo Canetta

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