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| 24 maggio 2022, 09:30

Suor Marcella e il suo Milan: una gioia che si spegne tra i drammi dei bambini

La missionaria bustocca ad Haiti è tifosissima rossonera e ha seguito la partita e i festeggiamenti: «Ma mi chiamavano i ragazzi che hanno lasciato la Kay per rientrare in famiglia, situazione terribili»

Suor Marcella e il suo Milan: una gioia che si spegne tra i drammi dei bambini

Il Milan, lo scudetto riconquistato: suor Marcella Catozza non poteva rimanere indifferente, ama il calcio ed è una tifosissima rossonera. Ma la gioia si è spenta ben presto di fronte ai drammi quotidiani di Haiti.

Non si poteva fare festa, alla Kay Pè Giuss. La missionaria bustocca spiega perché: «Io ho seguito la partita e i festeggiamenti dopo con le dirette da Casa Milan e piazza Duomo. Ai bambini però non ne ho parlato... il dramma quotidiano che si vive qui è troppo per essere dimenticato per una partita di calcio».

A ulteriore, triste conferma ecco ciò che è accaduto: «Mentre vedevo la partita mi chiamavano i bambini che hanno lasciato la Kay per rientrare in famiglia e sono tutte situazioni terribili... raccontargli del Milan sarebbe stato ridere del dramma che per loro la vita è».

Sono i ragazzini che erano stati in Italia, che ci sarebbero dovuti tornare, che si aspettavano di rimanere. Invece, la legge dice di no. Così sono rientrati nel loro Paese, sono cresciuti e ora non possono restare alla Kay, perché sono troppo grandi. Vivono in luoghi che chiamare baracche è già generoso. Dopo aver respirato la speranza, sono ripiombati nel buio anche se la missionaria e la rete del bene cercano di prodigarsi per loro.

«Senza togliere nulla a una splendida vittoria», precisa suor Marcella, ma la realtà domenica sera è stata quella. 

Il calcio a volte può offrire una distrazione dai propri problemi, ma dipende anche dalla loro entità. Quell'impresa sportiva, alla fine suor Marcella l'ha serbata nel proprio cuore. Ha guardato ciò che accadeva in Italia, ma doveva fare ben presto qualcosa di più importante: ascoltare quei bambini costretti a vivere alla mercé della miseria e della violenza e pensare al loro futuro.  

Marilena Lualdi

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