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Economia | 07 maggio 2022, 18:16

Si chiama lavoro, non solo occupazione: «Più importante che mai in questa fase di cambiamento»

Alla Liuc di Castellanza un convegno promosso dall'Ucid: «Abbiamo a disposizione moltissime risorse, ma è importante avere ben chiaro e capire dove vogliamo andare»

Si chiama lavoro, non solo occupazione: «Più importante che mai in questa fase di cambiamento»

«Il lavoro è prima di tutto e anzitutto una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale».È con queste parole di Papa Francesco che si è aperto il convegno “Fondati sul lavoro” ospitato nella mattinata di sabato 7 maggio dalla Liuc.

«Si tratta di un incontro, – spiega il cappellano dell’università don Omar Cappelli – promosso da Ucid e appoggiato dalla Liuc e dalla cappellania, che si propone di riflettere sul tema del lavoro, che non è solo una questione occupazionale e produttiva. Il lavoro è qualcosa che si lega intrinsecamente alla maturazione umana, un fattore di umanizzazione della singola persona e dalla società intera».

Ed è proprio questo il messaggio che si è voluto trattare nel convegno che ha visto la presenza del vicesindaco di Castellanza Cristina Borroni e di diverse personalità provenienti dal mondo imprenditoriale del territorio. Un convegno, dunque, che si è proposto di riflettere, grazie anche al contributo di figure come il presidente nazionale Ucid Gian Luca Galletti, del professor Pierangelo Albini, del coordinatore Fondo Diamo Lavoro Giuseppe Sala, del vicario episcopale Luca Bressan e del presidente Ucid sezione Busto Arsizio Gabriele Fontana, sul profondo legame tra il lavoro e l’individuo, tra le condizioni di lavoro e la società stessa.

«Il lavoro non deve essere visto, come spesso ci viene presentato in economia, solo come mezzo per produrre – ha spiegato il presidente Galletti – ma come fine stesso della produzione; l’impresa, infatti, serve per ridare dignità ai lavoratori, e mai come in questo periodo di profondissimi cambiamenti è importante tenere a mente queste fondamentali differenze». A sottolineare il legame tra il lavoro e la dignità del lavoratore e dunque, per estensione, della persona, è anche il rettore della Liuc Federico Visconti, che ha colto l’occasione per anche per riflettere su quale debba essere il ruolo delle istituzioni educative in questo contesto.

«Il lavoro è la fatica che dona dignità – ha rimarcato il rettore Visconti – non dobbiamo mai perdere di vista questo importante concetto; occasioni come queste sono fondamentali, perché ci danno modo di confrontarci direttamente con le imprese e con il mondo del lavoro, comprendendone così esigenze e necessità. Per poterlo fare appieno, però, è necessario fare ricerca, studiare il mondo che abbiamo davanti anche attraverso la conoscenza concreta e di prima mano, tenendo sempre “un orecchio a terra”; solo in questo modo, infatti, potremo lavorare su una progettualità di formazione che sia veramente efficace».

A chiarire meglio il concetto durante il convegno, coordinato dalla professoressa Eliana Minelli, è stato il professor Pierangelo Albini, docente Liuc e direttore area lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria. «Quello che stiamo attraversando – ha ricordato il professor Albini – è un momento di grande cambiamento che richiede una profonda presa di coscienza, una grande consapevolezza e un chiaro orientamento morale. Abbiamo a disposizione moltissime risorse, ma è importante avere ben chiaro e capire dove vogliamo andare, e questo è possibile solo comprendendo e leggendo i bisogni della società in cui viviamo».

Infine: «Solo comprendendo i bisogni reali, infatti, è possibile sognare come rispondervi ed imparare a costruire la propria utopia, intesa come società ideale. L’economia a cui fare riferimento non è il capitalismo, ma l’economia di mercato così come intesa da San Bernardino da Siena: usare il denaro per fare un’impresa in grado di creare del bene, di portare sviluppo e benessere per l’intera comunità».

Loretta Girola

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