- 06 aprile 2022, 14:25

«Don Luigi, un vulcano di idee. Univa la spiritualità alle cose concrete»

Anche il mondo politico ricorda con commozione don Brambillasca, che nel 2003 ricevette la civica benemerenza con l’amministrazione di Luigi Rosa. «Non amava le parole ma i fatti e la gente lo seguiva e apprezzava proprio per quello», sottolinea Walter Picco Bellazzi, ricordando le tante iniziative per la parrocchia e la gente di San Michele. «Una persona importante per la città», dice Marco Reguzzoni

Don Luigi Brambillasca in una foto di Daniele Belosio

Anche il mondo politico ricorda con commozione don Luigi Brambillasca. Il sacerdote non mancava di far notare a chi governava la città i problemi e le esigenze della sua San Michele.
Ma per molti di coloro che appartengono – o hanno fatto parte – della classe politica cittadina, il legame con don Luigi è stato ben più profondo di un rapporto formale tra un parroco e un amministratore.

Le iniziative

«Lo conobbi nel ’76, poco dopo il suo arrivo a Busto», ricorda l’avvocato Walter Picco Bellazzi, figura storica del centrosinistra cittadino. «Era un vulcano di idee: è stato tra i fondatori del circolo culturale San Michele, a cui collaborai anch’io, che ha dato origine alla cosiddetta università della terza età. È riuscito a riavvicinare la gente alla parrocchia di San Michele e all’oratorio di San Filippo. Tanto è vero che quando vennero rifatti la pavimentazione e l’impianto di riscaldamento della chiesa, in tantissimi andavano lì con pala e piccone per sollevare le vecchie piastrelle e sostituirle con quelle nuove. Coinvolse anche industriali di un certo peso che la sera si trovavano alle nove e stavano lì fino a mezzanotte».

Ma sono davvero tante le iniziative che riaffiorano alla memoria di Bellazzi: «Ha riaperto e ristrutturato le chiese di San Rocco, valorizzando anche i quadri, e Madonna in Prato. Riorganizzò l’archivio parrocchiale che si trovava in uno stato di abbandono tale per cui non era facile fare delle ricerche.
Ha anche costituito il gruppo di via Goito: ci si ritrovava per realizzare pranzi il cui ricavato veniva utilizzato per le esigenze dei parrocchiani meno abbienti».

E ovviamente «gli premeva molto che venisse sistemata la piazza di fianco alla chiesa. Voleva un luogo che permettesse alle persone che uscivano da messa di fermarsi a parlare.  E si batté con i vari assessori perché i tempi dei semafori permettessero alle persone anziane di attraversare la strada comodamente col verde».

Il sacerdote ha anche celebrato le nozze di Bellazzi: «Ricordo che ogni volta che andavo a trovarlo, per prima cosa mi offriva il Nescafé, di cui andava ghiotto. Poi tirava fuori le idee e trovava le persone per portarle avanti. E ci riusciva, mettendoci la faccia».
La concretezza era indiscutibilmente una delle sue qualità: «Il sabato pomeriggio apriva la chiesa e vari professionisti (dall’architetto all’ingegnere, dall’avvocato al commercialista) erano a disposizione dei parrocchiani per dare consigli gratuitamente. Aveva anticipato idee che più avanti si sono sviluppate meglio. Non amava le parole ma i fatti e la gente lo seguiva e apprezzava proprio per quello».

Cittadino benemerito, innamorato di Busto e San Michele

Lo conferma anche l’ex sindaco Luigi Rosa, che definisce don Brambillasca «una persona che riusciva a unire la spiritualità alle cose concrete. Non si dimenticava neanche di chiamarti per gli auguri per l’onomastico. Regolarmente, forse anche perché avevamo lo stesso nome, il 21 giugno ci sentivamo». Fu proprio l’amministrazione guidata da Rosa a conferirgli nel 2003 la civica benemerenza per l’impegno a favore della città e di San Michele in particolare.

Un altro ex sindaco, Gigi Farioli, gli rivolge questo pensiero: «Un uomo di Dio e della gente. Innamorato della sua San Michele e di Busto, che tanto amò, riamato. Che la terra ti sia lieve, don Luigi. Veglia su di noi, sulla tua Busto e su San Michele».

«Grande parroco – sottolinea Luciana Ruffinelli, già assessore comunale e regionale – animato sempre da una carità che si trasformava in azioni piccole e nascoste o in grandi opere visibili e memorabili».

«Una bella persona, importante per la città»

«È stato per anni il mio parroco – racconta Francesco Speroni, ex presidente del Consiglio comunale di Busto ma anche senatore ed eurodeputato –. Mi mostrava le parti del quartiere prospicenti la chiesa, come via Matteotti, assolutamente degradate, chiedendo la possibilità di un intervento che non è stato fatto come avrebbe voluto perché è una questione di rapporti con i privati».

«Si è molto impegnato – prosegue – anche al di fuori dello stretto compito pastorale, per migliorare la situazione dell’ambiente in cui operava. Ma ha fatto tantissime altre cose, è stato molto attivo e non per niente è stato nominato cittadino benemerito. Anche quando ha terminato il lavoro come parroco non si è fermato, ma è andato a dare una mano nella chiesa di Mezzana Superiore, a Somma Lombardo».

Speroni apprezzava particolarmente il suo modo di predicare: le omelie di don Luigi erano «molto interessanti, a volte anche controcorrenti. Aveva un eloquio veramente gradevole. Mi sono confessato spesso da lui e ogni volta era quasi una chiacchierata».

«Perdiamo una bella persona – sottolinea Marco Reguzzoni, già deputato e presidente della Provincia di Varese –.  È il prete che mi ha sposato e battezzato le mie due figlie. Avevamo un rapporto molto stretto dal punto di vista personale.
Sotto il profilo pubblico, è stata una persona importante per la città. Fui molto contento quando gli conferirono la civica benemerenza, perché con l’intervento di riqualificazione del piazzale, con la sua attenzione per tutti i temi urbanistici e per la socialità nel quartiere di San Michele e non solo, ha inciso molto sugli ultimi decenni della nostra città».

Tra l’altro, ricorda Reguzzoni, «abbiamo fatto “insieme” l’importante ristrutturazione della chiesa nel 2005. La Provincia di Varese stanziò un miliardo di vecchie lire. Un intervento diretto per il restauro della chiesa, una delle più storiche della provincia, è stato un caso più unico che raro».

Ricorda con affetto e gratitudine anche l'onorevole Paolo Caccia: «Il voler bene va oltre il tempo. Sarò sempre orgoglioso della sua collaborazione nell’aiutare chi chiedeva aiuto e sostegno morale. Abbiamo camminato assieme per molti anni. Grato dei suoi consigli, della sua fede illimitata... era una gioia collaborare con le sue idee sia per la sua chiesa che per i fedeli sia essi credenti o non. Pacato ma sicuro nel suo cammino di prete ed uomo tra gli uomini». E aggiunge l'ex deputato: «Mi ha spronato, con una grande vicinanza per ogni momento della mia vita politica e sociale. Gli sarò sempre grato, ricorderò sempre la santa messa celebrata a casa sua con la mia famiglia e la nuora poche ore prima della nascita del mio nipotino. Una benedizione. Ciao don Luigi guardaci da lassù».

 

Riccardo Canetta