Come anticipato nell'intervista concessa al nostro giornale la scorsa settimana dall'assessora Rossella Dimaggio (leggi qui), il modello di accoglienza dei bambini ucraini implementato da Varese è salito alla ribalta nazionale.
La trasmissione Rai "Porta a Porta" ha mandato in onda ieri sera un servizio girato nella nostra città, con il quale raccontare come Varese abbia risposto a un'emergenza che comporta l'arrivo di almeno tre nuovi piccoli studenti ogni giorno, da inserire nelle scuole cittadine.
Al centro del sistema, spiegato tra le immagini, c'è il Centro NAI (Neo Arrivati in Italia) e l'opera congiunta di insegnanti ed educatrici per provvedere a una prima alfabetizzazione dei bambini, contemporanea al loro effettivo inserimento nelle classi italiane.
Spazio anche alle emozioni dei piccoli, sia quelli ucraini che quelli italiani, il cui entusiasmo risulta fondamentale nell'aiutare la "macchina dell'accoglienza" e nel far sentire i giovani profughi in una vera nuova casa.
Al NAI, però, la campanella del cambio dell'ora non suona: un modo per non turbare i bambini ucraini, cui il solo suono ricorda le sirene della guerra.