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Busto Arsizio | 01 aprile 2022, 14:39

Il regista Bille August a Busto per il Baff: «Qui con grande entusiasmo»

In attesa di salire sul palco del teatro Sociale, il premio Oscar e due volte vincitore della Palma d’Oro ha incontrato la stampa a Villa Calcaterra. Si è parlato di cinema italiano, partendo dal racconto di quando, da ragazzo, la visione de “La Strada” di Fellini lo folgorò. Ma anche “È stata la mano di Dio” di Sorrentino lo ha colpito: «Ho imparato qualcosa sull’essere umano». Nei prossimi giorni il regista volerà a Napoli per lavorare al film tratto dal libro “Tu, mio” di Erri De Luca

Il regista Bille August a Busto per il Baff: «Qui con grande entusiasmo»

Il grande regista danese Bille August sarà ospite domani, sabato 2 aprile, alla serata inaugurale del Busto Arsizio Film Festival, giunto alla ventesima edizione.
Prima di salire sul palco del teatro Sociale Delia Cajelli, questa mattina il premio Oscar e due volte vincitore della Palma d’Oro ha incontrato la stampa a Villa Calcaterra.

«Sono onorato di essere stato invitato – ha affermato –. Ho sentito parlare del festival e sono venuto con grande entusiasmo».
Si è parlato molto di cinema italiano, partendo dal racconto di quando, da ragazzo, la visione de “La Strada” di Fellini lo folgorò. Ma anche “È stata la mano di Dio” di Sorrentino ha lasciato il segno: «Ho imparato qualcosa sull’essere umano oltre che sull’Italia». Dopo il Baff, il regista volerà a Napoli per iniziare a lavorare al film che girerà in Autunno a Ischia tratto dal libro “Tu, mio” di Erri De Luca.

«Il cinema non sparirà mai»

L’importante traguardo dell’edizione numero venti del Baff rappresenta un ritorno alla normalità per il festival dopo gli “aggiustamenti” imposti dalla pandemia, che non ha risparmiato il mondo del cinema e, in particolare, le sale cinematografiche.

A tal proposito, Bille August sostiene che «con il Covid le persone si sono allontanate dal cinema, che è però un’esperienza che non si perderà mai. Le persone continueranno a tornare in sala, perché permette di tornare bambini. Si compra un biglietto, si sta in una stanza buia e si è aperti a ricevere immagini, suoni, parole. È un’esperienza che non sparirà mai».

Villa Calcaterra è la sede dell’Icma, la scuola di cinema intitolata a Michelangelo Antonioni.
In attesa di incontrare domani gli studenti, a chi sogna di diventare il nuovo Antonioni o August, il regista danese suggerisce di «lavorare sempre in maniera onesta. Cinquant’anni fa, quando ho iniziato, era difficile fare cinema: le telecamere erano molto grandi e l’attrezzatura costosa. Adesso con uno smartphone si può iniziare ad approcciare quest’arte. Il consiglio è di lanciarsi, provare, perché si impara con l’esperienza».

Il cinema italiano

Dopo l’esperienza al Baff, August inizierà a lavorare al film tratto dal libro “Tu, mio” di Erri De Luca. «Ho letto il romanzo dopo aver ricevuto un’offerta dal produttore – ha raccontato –. È la storia molto bella di questo ragazzino che si innamora di una donna più grande, e parla della purezza dell’amore. Abbiamo iniziato a lavorare alla sceneggiatura. Ho incontrato De Luca, un uomo molto intelligente. Lo gireremo a Ischia, a settembre e ottobre, quando i turisti se ne saranno andati. Già domenica, quando partirò da qui, raggiungerò Napoli per iniziare a lavorare al cast».



Il regista ha rivelato anche il suo “incontro” folgorante con il cinema italiano: «Quando ero ragazzino, la scuola due volte l’anno ci portava al cinema. Di solito si trattava di film western con i cowboy che sparano agli indiani. Una volta, invece, hanno proiettato La Strada di Federico Fellini e lì è cambiato qualcosa. I miei compagni non hanno amato per niente il film, io invece ne sono stato affascinato e mi sono detto che se sarebbe stato bellissimo poter far parte un giorno di questo universo. È iniziato tutto lì, compreso il mio amore per il cinema italiano».

August non ha un “pantheon” di pellicole o registi italiani particolari: «I film italiani, quando parlano veramente della realtà italiana, diventano internazionali. Questa autenticità crea interesse».
Forse anche per questo ha apprezzato È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino: «Un film molto bello, molto onesto. Mi ha toccato da vicino e ho imparato qualcosa sull’essere umano oltre che sulla cultura italiana. È un film con un’integrità e dove è chiara la firma del regista».

Il benvenuto della città

August si è soffermato anche sul rapporto con il grande regista Ingmar Bergman, dalla cui sceneggiatura autobiografica trasse Con le migliori intenzioni. «Mi chiamò al telefono e pensai fosse uno scherzo. Ho trascorso due mesi con lui ed è raro che i registi si incontrino fra di loro. Ho imparato molto da lui e dal suo modo di lavorare. Siamo diventati amici e mi manca molto». Il film ha vinto la Palma d’oro a Cannes (che ottenne anche con Pelle alla conquista del mondo, premiato anche con l’Oscar).

«La raffinatezza che contraddistingue il tratto del maestro corrisponde perfettamente al nostro festival, un festival di qualità», ha sottolineato la vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli, dando il benvenuto a Busto al grande regista. «La nostra è una città che ama il cinema e negli anni questo festival ha portato la città nel mondo e il mondo in città».

Riccardo Canetta

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