Otto gol realizzati in due partite, uno incassato. Non è un calcolo per magnificare una Pro Patria che non ha ancora fatto nulla, perché la salvezza deve essere infilata nel sacco e questo chiuso con un bel laccio.
Mancano sei partite. Siamo a quota 35 accanto al Mantova, davanti al Fiorenzuola a 34 e dopo la Virtus Verona a 36: le cose cambiano in fretta, frettissima. Per questa ragione, mister Sala si sofferma già sulla prossima partita: perché è quella che conta. Ogni prossima partita, volta per volta. I ragazzi hanno comunque mandato due segnali poderosi: questo, possiamo dirlo.
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Ma poi, pensavamo ieri sera, perché ogni tanto lo stadio vibrava e compariva al suo fianco il treno. Mentre i tigrotti stanno cercando di portare a termine il compito di raggiungere la salvezza, che cosa accade sul fronte societario? Silenzio. Dopo l’ultimo scambio di lettere tra Patrizia Testa, assistita dall’avvocato Santino Giorgio Slongo, e il consorzio Sgai, attuale proprietario delle quote di maggioranza, è sceso il silenzio.
Sì, sono stati pagati gli stipendi prima della scadenza, ma ci sono i contributi della Lega Pro, l’impegno dei giovani ripagato... Non sappiamo se e quanto Sgai potrà in effetti mettere in termini di risorse nella Pro Patria con l’inchiesta sul superbonus in atto. Non sappiamo niente, a dire il vero, se non che sfreccia un treno, quello della Pro dei giovani, delle stelle che possono domani pazzescamente brillare nella massima serie (vedi Federico Gatti) oppure semplicemente - ma non è meno importante - fare il loro percorso con dignità e passione.
Passa un treno, ma quando arriva alla stazione di Busto Arsizio, non sembra trovare qualcuno ad accoglierlo. Che una delle due parti in causa voglia o possa recarsi a quella stazione, oppure una terza, un imprenditore, un gruppo di aziende, una realtà che capisca come di questi tempi quel treno sta sfrecciando e se non trova nessuno, riparte per sempre… forse, dopo aver visto i tigrotti brillare a Fiorenzuola, stiamo precipitando nei sogni. Tipo che qualcuno a Busto Arsizio si sveglierà, capirà il valore dello sport e di una squadra storica, nata nel momento più doloroso dopo il primo conflitto mondiale e persino tormentata da una pandemia. Deciderà che può provare a portarsela dentro un futuro migliore. Oppure lasciare scomparire il treno.
Intanto, i ragazzi stanno già provando con mister Sala e il suo vice Le Noci a piazzare il prossimo tassello di futuro: domenica con il Renate, che ieri ha perso contro il Piacenza. Risultato finale, 0-3. Non vuol dire niente, è difficile ogni tappa.
Sono le coincidenze del calcio, giochi da fare aspettando un treno per ingannare un'attesa che sembra non finire più.
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