Non ci sono ricette segrete per la salvezza, ma c'è la lezione che brucia ancora dalle fiamme di Vercelli per la Pro Patria. «Dobbiamo alzare il livello di attenzione, questa è la parola d'ordine - dice Massimo Sala, alla sua seconda gara come mister biancoblù - Soprattutto per quanto riguarda i piccoli particolari, che fanno la differenza. È stata la chiave di quello che è successo domenica. I ragazzi si sono impegnati, come sempre».
Come hanno ben chiare le motivazioni per la partita di domenica 13 marzo, alle 14.30 contro la Giana. Sfida salvezza, si può etichettare: tre punti ci separano dall'avversaria, che è in fondo con Legnago e Seregno. Non chiamiamola fanalino di coda, e non solo per scaramanzia, considerando i precedenti freschi, vedi Pro Sesto. «Non esistono partite semplici» scandisce Sala.
Basta guardarsi troppo indietro, non è una mossa consigliabile. Tranne in un caso, in fondo, proprio con la Giana se serve a scaldarsi ulteriormente. All'andata, una delle partite più amare perché si stava già gustando una dolce vittoria e poi all'ultimo il gol degli avversari su rigore (LEGGI QUI). E non solo, perché andando ancora indietro con la memoria c'è una partita che di primaverile non ebbe nulla, ma fu gelida perché se Colombo con fairplay rinunciò a un rigore la Pro si portò a casa pesanti infortuni.
Eppure anche questo, conta poco. Conta la salvezza, motivazione più che sufficiente per i ragazzi.
Indisponibili per domani sono Banfi, Ghioldi, Colombo, Pizzul. Nessuno è squalificato, sono diffidati Bertoni, Caprile, Nicco, Molinari. Pesenti e Galli - precisa la Pro Patria - andranno in panchina nonostante un solo allenamento con il gruppo.
Massimo Sala ribadisce: «I ragazzi hanno lavorato bene. È facile trovare stimoli... Il minutaggio dei giovani? Cerchiamo sempre di mettere in campo la formazione migliore. Bertoni e Lombardoni? Siamo contenti di averli in gruppo, ho voluto portarli anche a Vercelli perché potessero riassaporare la panchina e vedere la squadra giocare. Stanno lavorando bene».
Tutti pregustano di rivederli in campo, ma in effetti quando al Piola è entrato dopo lunghi mesi Lombardoni e ha salutato mentre andava verso la panchina, è stato un assaggio di felicità per tutti.