Busto Arsizio si prepara ad accogliere i cittadini ucraini in fuga dalla guerra. Nelle scorse ore l’amministrazione comunale si è mossa su due fronti: quello burocratico e quello più pratico.
Il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni hanno fatto il punto della situazione per dare una prima risposta ai tanti cittadini che li hanno contattati per fornire aiuti e ospitalità. Oltre che per informarli che alcuni nuclei familiari che avevano già dei contatti con la città hanno intrapreso il complicato viaggio per raggiungere Busto.
La Casa Don Lolo
L’amministrazione ha individuato la Casa Don Lolo di viale Stelvio come punto di appoggio. L’edificio, attualmente inutilizzato, è di proprietà dell’ospedale ed era nato per ospitare i parenti delle persone ricoverate, con la gestione della vicina parrocchia di San Giuseppe.
Dopo una prima telefonato con il direttore generale dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfidio che, sottolinea il sindaco, «è stato disponibilissimo», il Comune ha chiesto ufficialmente ad azienda ospedaliera e Regione Lombardia di poter riattivare dopo un anno e mezzo la struttura, dove è già stato effettuato un sopralluogo dei tecnici di Agesp e dell’ospedale.
«Ci sono dei mini appartamenti molto dignitosi, sarà un punto di appoggio con una capacità di circa trenta posti», spiega l’assessore Reguzzoni. Al momento sembrerebbero proprio una trentina gli ucraini in arrivo, tra autonomi e persone legate all’Aubam. Chi ha già dei contatti in città potrà trovare ospitalità presso le abitazioni delle famiglie di Busto.
«Bisognerà capire quante unità famigliari, quanti singoli, quanti bambini sono in arrivo – spiega Reguzzoni –. Facendo rete sono sicura che riusciremo ad accogliere tutti».
Anche l’assessore Mario Cislaghi, riferimento per il quartiere di San Giuseppe, si sta impegnando in prima persona.
La burocrazia
Ma l’amministrazione si è mossa anche dal punto di vista burocratico, chiedendo a Prefettura e Questura indicazioni sulle procedure giuridico-amministrative da seguire per l’accoglienza.
«Al momento non c’è una procedura che riconosca lo status di rifugiato – precisa Reguzzoni –. Queste persone arriveranno come cittadini stranieri “in visita”. Poi il Ministero dell’Interno dovrà riconoscerne ufficialmente lo status di rifugiato. A ore dovrebbe arrivare la circolare».
Il discorso riguarda ovviamente anche i bambini e ragazzini ucraini in passato già ospiti di famiglie del territorio che nelle prossime arriveranno in città accompagnati dal parroco di San Giuseppe don Giuseppe Tedesco (leggi qui).
Aiuti mirati
Nessun appello alla cittadinanza, per il momento. «Cittadini, associazioni e Protezione civile come al solito si sono dimostrati degli angeli e si sono messi a disposizione – spiega il sindaco Antonelli –. Aspettiamo di capire quante persone arriveranno e poi faremo richieste mirate e precise per non sprecare nulla».
La situazione è in divenire. Appena sarà più chiara, verrà attivato un tavolo con le realtà del terzo settore, anche per fornire supporto educativo e psicologico a bambini e famiglie, e verranno messi a disposizione dei canali per donazioni e possibilità di accoglienza.