Non è rimasto con le mani in mano don Giuseppe Tedesco, il parroco di San Giuseppe. Di fronte al dramma dei profughi ucraini, stamattina è partito alla volta di Lodz, a sud di Varsavia nel cuore della Polonia, per recuperare un bel po’ di bambini che aveva conosciuto quest’estate e una mamma con un neonato di 14 giorni.
Il sacerdote, sempre pieno d’iniziative, attivissimo e con una volontà di ferro, non ha pensato due volte dinanzi alla tragedia che sta colpendo l’est Europa.L’altra notte dopo aver parlato con i suoi ragazzi ucraini, non è riuscito a chiudere occhio. I suoi ragazzi piangevano: uno aveva perso la casa perché gliela avevano bombardata, lui e altri sono stati costretti a restare ammassati in due piccoli scantinati di una scuola quando sopra cadevano bombe e missili: erano più di trecento. Uno sopra all’altro. Alcuni ragazzi di Chernobyl, che il prete aveva ospitato in estate in occasione dei soggiorni climatici, sono riusciti a fuggire: hanno dovuto abbandonare i loro papà, sono arrivati in Polonia. E
don Giuseppe ha così deciso di raggiungerli. Stamattina presto è partito con due pullmini alla volta della città polacca: Lodz che conta quasi 700mila abitanti.
Duemila e seicento chilometri tra andata e ritorno, ma il sacerdote di Busto Arsizio non può abbandonarli. Così entro sera riuscirà a portare in salvo otto persone: due bambini di 9 anni, una di 11, un altro di 13, uno di 14 e di 15 anni e una giovane mamma di 23 anni che ha partorito da soli 14 giorni la sua creatura. Li ospiterà in parrocchia e nelle famiglie. I parrocchiani di San Giuseppe solidali si sono dati anche loro da fare, donando dei soldi al loro don. Che è riuscito a racimolare 500 euro per il viaggio. Un viaggio in piena regola con tutte le carte: già avvisato il commissariato e l’arcivescovo.