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Busto Arsizio | 24 febbraio 2022, 15:32

Studentessa si getta dalla finestra a scuola. «Un silenzio rispettoso, vicini a lei e ai ragazzi»

La dirigente del liceo Crespi: «Abbiamo dialogato con i compagni anche grazie allo psicologo, sempre presente». Don Alberto Ravagnani e la lettera ai giovani: «Questa sera pregheremo per lei e per tutti coloro che stanno male. Lo faremo insieme»

Studentessa si getta dalla finestra a scuola. «Un silenzio rispettoso, vicini a lei e ai ragazzi»

Attenzione, sensibilità, rispetto. Per la ragazza che oggi si è gettata dalla finestra della sua scuola (LEGGI QUI) e che per fortuna non è in pericolo di vita. Per tutti coloro che le vogliono bene. Per i suoi compagni.

La dirigente del liceo Crespi, Cristina Boracchi sottolinea che la ragazza non aveva problemi a scuola e si trovava in una classe molto accogliente, ma non parla oltre perché «la questione, essendo una minorenne, è delicata e occorre un silenzio rispettoso. Certo - conclude - tutta la mattina è stata dedicata ai nostri ragazzi che hanno potuto dialogare con me personalmente e con i loro insegnanti dando spazio alle narrazioni alle riflessioni anche con l'aiuto dello psicologo della scuola che perennemente presente e lo era naturalmente anche oggi».

In città il drammatico fatto ha creato dolore e shock. Ma tra gli altri gesti per la giovane e i ragazzi tutti, arriva una lettera di don Alberto Ravagnani, prete dell'oratorio San Filippo. Che lui stesso ha inviato ai giovani dopo aver appreso del tentativo della studentessa.

L'accorto appello: «Se state male, ditelo. Se vi sentite soli, domandate a Dio degli amici. Se non siete felici, cercate persone felici che vi possano aiutare. Tutti i giorni in oratorio io sto in mezzo a decine e decine di ragazzi vostri coetanei. Ciascuno di loro vive i propri drammi, come tutti. Ma sono felici, perché qui hanno trovato degli amici. Hanno trovato dei fratelli. Hanno trovato Dio - e prosegue - Cosa posso dirvi? Che mi dispiace, che vi sono vicino, che andrà tutto bene? Sì, ma vi prenderei in giro se vi dicessi solo questo. Noi siamo persone, siamo le nostre relazioni, siamo figli e fratelli. Questo è l’essenziale. Recuperate queste dimensioni e sarete felici. Se volete, nel mio oratorio ci sono tanti amici che non avete ancora conosciuto. Anche in altri oratori, in realtà. E non solo negli oratori».

Questa sera - spiega il sacerdote - «come tutti i giovedì sera, dalle 19.15 alle 20.15 mi ritrovo al santuario di Santa Maria per pregare insieme ai ragazzi. Siamo in tanti. Ma non è il numero che conta. Lì siamo insieme di fronte all’essenziale. Vi aspettiamo. Pregheremo per la vostra compagna e per tutti coloro che stanno male. Lo faremo insieme, perché senza gli amici non è possibile essere felici. E se qualcuno volesse darci una mano per fare qualcosa in qualche modo per cambiare la situazione, me lo dica. Ce lo dica».

Di qui ancora l'invito: «Facciamolo insieme. Vi aspetto questa sera. Anche se non vi conosco tutti, vi voglio bene».

Redazione

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