- 18 febbraio 2022, 19:15

Javorcic, l'emozione e il rispetto: «La partita contro i tigrotti non sarà mai come le altre»

L'INTERVISTA. Al "Druso" domenica alle 14.30 la sfida tra Südtirol e Pro Patria. L'allenatore guida gli altoatesini primi in classifica a quota 66: «Il nostro è un percorso importante ma c'è ancora tanto da fare». «La Pro? La sconfitta di mercoledì in casa era un po' dopata, sarà dura da battere». «Zaro è cresciuto umanamente e professionalmente». E per Gatti «il più importante è stato Turotti»

Ivan Javorcic (foto dalla gallery del Südtirol)

L’attesa domenica al "Druso" per lui sarà scandita dall’emozione fino al fischio di inizio, poi resterà un altro, fondamentale sentimento per la Pro Patria: il rispetto, assicura Ivan Javorcic. Il suo Südtirol con 66 punti (20 vittorie e 6 pareggi con 36 reti all’attivo e 6 subìte), guida la classifica di serie C a 8 lunghezze dal Padova, terzi a 49 punti Renate e Feralpisalò.

La Pro Patria si è bloccata a 27 punti dopo la sconfitta casalinga contro la Pro Sesto. Ma non è abitudine di Javorcic guardare gli altri con l’aria di primo della classe, lui che si riferisce così spesso alla necessità di migliorarsi. Figurarsi se lo fa verso i tigrotti, da lui allenati per quattro anni, fino alla scorsa stagione. Ancor più pensando all’andata, il lungo applauso all’ingresso dello Speroni, il premio ricevuto dal Pro Patria Museum (LEGGI QUI) e i saluti dai tifosi. Nonché il risultato, uno dei sei pareggi appunto del finora imbattuto Südtirol (LEGGI QUI).

Mister, prima di tutto ricordiamo quell’accoglienza allo Speroni?

È impossibile spiegarlo a parole, non si riesce a descrivere. È un sentimento profondo e intimo… riconoscenza e rispetto.

Adesso sarà lei ad accogliere la Pro… Quanto ci sarà di quell’emozione?

Non potrà mai essere una partita uguale ad un’altra. Quando affronterò la Pro Patria, sarà sempre lo stesso. Una volta che inizia la partita, poi, c’è la competizione, è chiaro.

Il Südtirol non è “solo” primo in classifica: è il vostro percorso che è impressionante.

Stiamo facendo un percorso importante ma c’è ancora tanto da fare. Tanto da migliorarsi. Tante partite ancora da giocare. Cerchiamo di trasmettere i valori e certi sentimenti, oltre che migliorare in termini di gioco e di relazioni personali. Cerchiamo di farlo al meglio, con grande umiltà.

Migliorare, anche dopo una vittoria magari schiacciante, è parola tipica del vocabolario di Javorcic.

È vero, perché è il percorso, non il risultato in sé. Bisogna sempre avere attenzione e curiosità.  È importante, questa cosa qua. Va oltre la domenica e il risultato.

La Pro ha riportato nel giro di pochi giorni una vittoria contro la Virtus Verona, che ha ottenuto un pareggio in rimonta contro di voi, e ha perso con l’ultima in classifica. Come guarda ai tigrotti?

Abbiamo un grandissimo rispetto per tutti gli avversari e così sarà per la Pro Patria, che ha determinate caratteristiche. Perde poco, anche questa sconfitta contro la Pro Sesto è un po’ dopata. Troveremo comunque un avversario duro da battere, che ci ha tolto un punto all’andata.

In campo ci sarà anche Zaro, altro figlio della Pro. Com’è cambiato?

Giovanni è cresciuto e maturato. Un percorso di crescita umana e professionale.

Lei ha già avuto modo di ribadire le qualità di Gatti, tigrotto volato alla Juve via Frosinone.

Penso che la persona più importante per Federico sia stata Sandro Turotti, che l'ha individuato ed è riuscito a prenderlo. Poi certo Angelozzi e una serie di persone, di ragazzi che l’hanno accompagnato in questo percorso. Ma ripeto, primo è Turotti.

E Javorcic, dove si mette?

Io mi metto in fondo. Mi piace stare dietro le quinte.

Marilena Lualdi