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| 22 gennaio 2022, 15:10

L'addio al tigrotto Taglioretti davanti al campo dove tirò i primi calci

Martedì 25 gennaio alle ore 10 nella chiesa di Bergoro. L'amico di una vita, Ottavio Tognola: «Un gentiluomo che ha dato tutto il suo cuore in campo, alla famiglia, al lavoro». Lavoro che non ha mai lasciato, nemmeno quando giocava in serie A

Ottavio Tognola, Pippo Taglioretti e Gipo Calloni a una mitica serata dell'associazione "In tra da nögn"

Ottavio Tognola, Pippo Taglioretti e Gipo Calloni a una mitica serata dell'associazione "In tra da nögn"

Proprio davanti al campo dove ha tirato i primi calci: lì sarà dato l’ultimo saluto al tigrotto Pippo Taglioretti martedì 25 gennaio alle ore 10 (alle 9.30 il rosario). Perché lì vicino alla chiesa di San Giovanni a Bergoro c’è un terreno allora sterrato, dove Giuseppe cominciò a gustare le emozioni del calcio.

Questo filo non può che essere tracciato da Ottavio Tognola, giornalista e soprattutto suo grande amico.

Tutto il suo cuore

Difficile, anche qui, ricordare i primi incontri con il recordman della Pro (389 presenze) perché le loro vite sono state sempre unite. Pensando a Taglioretti, viene spontaneo accostarlo a Tognola anche nell’assiduità delle partite allo stadio Speroni. Non solo, perché a ogni evento dove si parlasse di Pro Patria, dove si rivivessero quei momenti magici di un gruppo di amici che hanno tenuto in alto i colori bianco e blu, erano insieme. Anche a una delle tristi circostanze, come lo scorso giugno all’addio di Giancarlo Amadeo. Chi era Pippo Taglioretti, agli occhi di chi l’ha visto e vissuto come un grande giocatore ma anche come un fratello? «Un gran lavoratore  - racconta Ottavio Tognola – Ha dato tutto il suo cuore in campo, come alla famiglia». Senza mai abbandonare la sua professione, appunto, né trascurare la famiglia, la sua adorata Eugenia, i cari figli Roberta e Massimo, i nipoti. 

«Un gentiluomo – prosegue Tognola – Andavamo sempre insieme allo stadio, sì, e quando non era possibile, andavo da lui ed Eugenia ci preparava il caffè…».

Rievocando dei tempi incredibili, ma anche sperando di poter tornare ad applaudire i tigrotti: «Da lui, mai un commento fuori luogo. Anche quando andava storto qualcosa, lui diceva che chi ha provato a giocare, sa in cuor suo perché ha sbagliato. Ne ho conosciuti tanti, di giocatori, ma a lui mi legava l’amicizia fin da bambino. Mi colpiva la sua umanità e il suo non darsi mai importanza. Ovunque è andato, è stato benvoluto. Ha iniziato nella Castellanzese, è passato alla Pro Patria… è stato anche a Siena, ripeteva com’era bella quella città. C’era il presidente Nannini».

Fare la sua parte

Abitava a Fagnano, Pippo. A Bergoro, dove verrà appunto salutato per l'ultima volta martedì. In questi giorni si potrà rendergli omaggio nella casa funeraria "Le Origini Mismirigo" in viale Sicilia 5 a Busto Arsizio.

Nel suo paese Pippo Taglioretti ha sempre lavorato, anche quando giocava in serie A e B. «Aveva il laboratorio a 50 metri da casa mia, disegnava i mobili su misura – dice Tognola – quante case ha arredato. E poi gli piaceva coltivare l’orto». Mai fermo, fino a quando ha potuto, e mai lontano dal calcio: la televisione poteva lenire la mancanza del calcio, dello stadio, ma non saziarla completamente.

Perché niente trasmetteva quella luce che allo Speroni sentiva quando scendeva in campo la Pro Patria. La sua Pro Patria, quella per cui fremeva in cuor suo anche in tribuna, perché nei momenti di difficoltà dei tigrotti avrebbe consumato i pochi metri che lo separavano dal terreno di gioco per fare la sua parte, ancora.

Marilena Lualdi

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