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Busto Arsizio | 17 gennaio 2022, 06:30

Busto, così la cultura batte la paura

Gli spettatori che hanno voluto assistere a "La Serva Padrona", i nuovi filoni tracciati dal Teatro Sociale "Delia Cajelli" e dal Comune. La vicesindaco Manuela Maffioli: «È l'inizio di una svolta. L’auspicio è quello di continuare a desiderare la cultura»

Busto, così la cultura batte la paura

Non poteva scegliere una pièce più azzeccata della “Serva padrona” il maestro Davide Bontempo per intrattenere in una domenica pomeriggio d’inverno la platea del Sociale "Delia Cajelli" a Busto Arsizio. Nel Settecento Pergolesi si era trovato a tu per tu con una pestilenza che lo aveva costretto a scrivere un’opera con il minimo di cantanti e maestranze, un teatro povero, semplice, rudimentale ed essenziale, ma capace di donare più attenzione all’individuo, alla psicologia (LEGGI QUI).

Oggi il maestro Bontempo e il regista Fabio Buoncore hanno bissato la situazione di trecento anni fa, ma con il conte Umberto magistralmente interpretato dal baritono Davide Rocca e la giovane servetta Serpina impersonificata dal soprano Nicoletta Turla hanno conquistato l’attenzione del pubblico presente.

Lo spettacolo

Essenziale la scenografia: qualche cornice, pochi arredi, due eleganti poltrone, ma il palcoscenico di piazza Plebiscito ha saputo trasformarsi in un salotto d’epoca. A popolarlo oltre al Conte e Serpina, anche Mattia Giannaccarri nei panni del servo Vespone. Di forte presa sul pubblico, la storia: la metamorfosi della furba Serpina che da serva assurge al ruolo di padrona.

Insomma un’opera buffa, perché in questo tempo c’è bisogno di divertirsi e sorridere un po’. Scroscianti applausi hanno decretato il successo della pièce. Ottima la performance dell’orchestra, alla bacchetta del maestro Bontempo.

Erano un centinaio gli spettatori che non hanno voluto perdersi la performance curata dall’Associazione Musikademia Aps in collaborazione con Educarte e il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto e degli sponsor Studio Vabri – Dottori Commercialisti, Istituto Clinico San Carlo e Fin-Cle Srl.

Soddisfatti gli organizzatori: «In questo periodo di emergenza sanitaria è già un successo – spiega Daniele Geltrudi di Educarte – Noi vogliamo lanciare la sfida della ripresa, della rinascita».

Sulla stessa lunghezza d’onda, il vice-sindaco Manuela Maffioli: «L’amministrazione comunale ha deciso di patrocinare e sostenere la rassegna. “La serva padrona” rappresenta uno dei momenti più significativi – ha affermato - L’investimento è quello di puntare sul filone del teatro lirico, aprire nuovi scenari che a Busto negli ultimi anni sono venuti a mancare. La risposta alla Traviata in scena lo scorso dicembre ha rotto un silenzio di un po’ di anni tra teatro e pubblico, dando a noi un riscontro e un incoraggiamento a investire nella cultura, potenziando nuovi filoni. Quando si rafforza l’offerta si alimenta la domanda e questa rappresenta un’offerta che dà alla città il prestigio culturale che merita».

E ha sottolineato ancora Maffioli: «La programmazione culturale è un investimento sull’individuo, la collettività, un elemento importante per lo sviluppo della città. È l’inizio di un momento di svolta. Noi sosteniamo le talentuose realtà di Busto Arsizio. La cultura è elemento strategico di sviluppo anche del territorio. Questa la sfida per la nostra comunità. L’auspicio è quello di continuare a desiderare la cultura».

Prossimi appuntamenti nell’agenda 2022, gli otto festival: la Via classica, il Baff, fotografia, chitarra, folk e altro ancora. Da non perdere le iniziative in biblioteca. «Stiamo calendarizzando le proposte – prosegue Maffioli – con un occhio di riguardo ai primi appuntamenti che a causa dell’emergenza sanitaria potrebbero slittare più avanti».

Daniele Geltrudi ricorda al pubblico bustese le giornate pirandelliane, tra l’altro con la commedia umoristica del grande letterato: “L’uomo, la bestia e la virtù”.  

Laura Vignati

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