Nei momenti più difficili il tessile tira fuori più che mai la sua energia. Specialmente quella green.
Così all'inaugurazione di Pitti Uomo - l'edizione 101 quella del coraggio, per dare segnali durante la persistente emergenza della pandemia (LEGGI QUI) - è stato presentato ufficialmente RETEX.GREEN il Consorzio, rigorosamente no-profit, di produttori italiani della filiera Moda, patrocinato da Sistema Moda Italia e da Fondazione del Tessile Italiano.
Un'iniziativa preannunciata a novembre dal presidente di Smi, il varesino Sergio Tamborini, ma che ora ha trovato il suo battesimo ufficiale nella fiera a Firenze. Fiera che - ricordiamo - dà molto spazio alla sostenibilità, tema che appartiene al tessile con crescente convinzione.
«La mission principale del Consorzio - ricorda Smi - è la gestione ottimizzata dei rifiuti provenienti dal mondo moda, anticipando le decisioni normative sul tema del riciclo di prodotti della moda e fornendo un concreto strumento di implementazione dell’attività industriale di tutti i segmenti dell’intera filiera nell’ottica di una attiva sostenibilità ambientale».
Smi e Fondazione del Tessile Italiano come soci fondatori e promotori garantiscono l’indirizzo strategico: «Un sistema collettivo volontario di responsabilità estesa del produttore (EPR – Extended producer responsibility) formato esclusivamente da aziende di produzione del comparto, inizialmente associate a Sistema Moda Italia - per gestire in modo competente ed efficiente i rifiuti post-consumo, perseguendo al contempo gli obblighi normativi che deriveranno dall’introduzione futura di un regime EPR in Italia».
Importante il supporto che verrà offerto da RETEX.GREEN per rafforzare la sostenibilità della filiera attraverso la creazione di un network qualificato di fornitori: si occuperanno di tutte le fasi connesse alla raccolta, selezione e cernita, avvio al riutilizzo, riciclo e valorizzazione dei rifiuti provenienti dai prodotti del tessile, dell’abbigliamento, delle calzature e della pelletteria.
Il sistema collettivo sarà composto esclusivamente da produttori della filiera della Moda Made in Italy, con etica e legalità in primo piano.
Tanti i compiti del consorzio, tra i quali «svolgere, massimizzare quantitativamente e migliorare qualitativamente la raccolta differenziata e la gestione dei rifiuti dell’abbigliamento, delle calzature e della pelletteria e, più in generale, incrementare la sostenibilità ambientale e sociale della filiera, a partire dai cicli produttivi, distributivi e di consumo dei prodotti moda da cui derivano i rifiuti». E ancora promuovere tra i consorziati le pratiche di prevenzione della produzione dei rifiuti e altre pratiche, tra cui progetti di economia circolare in senso ampio. Sarà prezioso anche il supporto nelle pratiche amministrative e negli adempimenti. Arrivando poi a comunicare e intrattenere relazioni istituzionali.
Nel position paper consegnato da Smi al Ministero della Transizione Ecologica a novembre 2021, viene ribadito che «il sistema associativo e il Consorzio auspicano e lavorano con le istituzioni, affinché le risorse del PNRR vengano indirizzate anche all’avvio dei Sistemi EPR – Recycling Hubs, costituiti da produttori lungimiranti, attraverso contratti di programma che implementino, in modo orizzontale, l’ampliamento della rete di raccolta e la diversificazione delle soluzioni di gestione dei rifiuti».