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Busto Arsizio | 31 dicembre 2021, 20:15

Te Deum, nella pandemia tre messaggi per ricostruire. «E la Madonna dell'Aiuto protegga sempre Busto»

In basilica monsignor Severino Pagani ai fedeli: «Una nuova ricomprensione della vita, un bisogno di relazioni umane più profonde, una rinnovata collaborazione nell’agire comune». All'amministrazione comunale: «Il Signore vi conceda di lavorare tenacemente per il bene delle persone»

La Madonna nell'Aiuto e nel riquadro monsignor Pagani

La Madonna nell'Aiuto e nel riquadro monsignor Pagani

«Una nuova ricomprensione della vita, un bisogno di relazioni umane più profonde, una rinnovata collaborazione nell’agire comune».

Sono tre messaggi che ci vengono offerti dal Signore, in questo «clima di incertezza e di precarietà, in cui la vita sembra aver perso solidità di fronte alla nostre abitudini, e aver confuso i nostri stati d’animo e le nostre relazioni». Li affida monsignor Severino Pagani ai fedeli di Busto Arsizio durante il Te Deum alla basilica di San Giovanni.

Un anno dopo

Un anno dopo non si pensava di poter essere ancora immersi in quest’atmosfera così oscura. «Credo che Gesù, il Verbo di Dio, che ha dato il potere di diventare figli a coloro che lo hanno accolto – ha detto monsignor Pagani - ci stia conducendo con forza e con straordinaria fedeltà verso mete faticose e necessarie, per un raggiungere un senso pieno della nostra vita e della nostra società».

Ma che in cosa consistono dunque queste tre vie che ci vengono indicate, secondo il prevosto?  La prima: «La nostra vita sta cambiando, anzi è già cambiata, in modo molto veloce, più veloce di quanto non ci siamo accorti. Quando cambia la vita inevitabilmente cambia anche la maniera di vivere la fede. La conquista di una vera, o apparente, più grande libertà individuale ha migliorato molte cose di noi, ha esaltato le nostre risorse e le nostre possibilità. Ha allargato le nostre conoscenze. Ci ha resi più protagonisti... Ora qualcosa si è rotto».

C’è la salute sempre più minacciata con la pandemia, ma anche il delicato impatto psicologico. La morte che si mostra con più forza: 116 decessi, 56 battesimi, cita monsignor Pagani. E ancora, la famiglia, l’ecologia, le disuguaglianze, i conflitti ben più vicini.

«Noi siamo qui, questa sera per riaffermare che l’essenziale della fede cristiana è ancora tutto vero, ed è necessario il Vangelo per gustare la pienezza del senso e della vita» ha detto il prevosto.

Emerge allora anche il secondo messaggio: «Forse attraverso quello che abbiamo vissuto in questo anno il Signore vuole dirci che abbiamo bisogno di relazioni più vere e più profonde tra di noi. La precarietà del Covid, un nuovo assetto della scuola e del lavoro, del tempo ibero e della partecipazione ecclesiale, ci hanno fatto capire che è triste una vita senza relazioni, o con relazioni molto deboli… Anche la Chiesa è il segno di una grande relazione umana».

Dire grazie

Ma il Te Deum è anche e soprattutto dire grazie, pure in queste circostanze. «Stasera siamo qui a ringraziare il Signore per le grandi esperienze di amore che in questo anno sono state vissute in mezzo a noi, per mantenere i rapporti tra persone e alleviare il soffrire».

Dalle azioni di carità alla dedizione dei sanitari, alle cure verso gli anziani o versi i bimbi.

Infine, la collaborazione nell’agire comune. C’è stata, più visibile che mai: «Ringraziamo il Signore per tutte le cose belle che in questo anno siamo riusciti a vivere insieme per il bene comune della nostra città. Diventeremo più umili e più buoni, più generosi e disinteressati se convertiremo il nostro cuore da ogni pigrizia e da ogni indifferenza. Non dobbiamo pensare sempre e solo all’interesse personale. La critica e la lamentela, quando sono inutili e gratuite, rischiano di soffocare ogni spinta costruttiva e ogni energia vitale che abbiamo a disposizione… In questo senso ci sta a cuore la vita ecclesiale e la vita civile».

Di qui la riconoscenza per la vivacità delle comunità, per l’impegno dei sacerdoti, dei volontari, ogni persona e realtà che si è mobilitata. 

«È importante costruire nelle coscienze il senso dell’onestà e del rispetto reciproco, il senso della responsabilità di fronte ai propri compiti professionali, pubblici e privati» ha rimarcato don Pagani.

La politica

Un pensiero anche alla rinnovata amministrazione comunale: «Ringraziamo per il lavoro che ha svolto quella precedente e invochiamo su quella nuova la benedizione di Dio. Il Signore conceda a loro di lavorare tenacemente per il bene delle persone, per le loro giuste necessità quotidiane, semplificando le burocrazie, con uno sguardo lungimirante e libero, senza personalismi, nella collaborazione con tutti e nell’ascolto sincero di ogni proposta di bene. Sappiamo che è un compito difficile e che non tutto è possibile. Non li lasceremo da soli».

Ancora una volta, Busto viene affidata alla Madonna dell’Aiuto:  «Ringraziamo il Signore questa sera per la grazia della fede e per il dono della Chiesa, che non ci lascia mai da soli… Maria, la Madonna dell’aiuto, protegga sempre la nostra città».

In allegato l'omelia

Files:
 21-12-31 Omelia Te Deum (163 kB)

Redazione

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