Preoccupazioni, amarezze e speranze. Si alternano ad Haiti, dove suor Marcella Catozza sta organizzando i primi trasferimenti dei ragazzi dopo le ultime vicissitudini. E dopo che dall'Italia nessun segnale di aiuto è arrivato.
«Sono otto tra i 10 e i 14 anni che lasciano la Kay - spiega la missionaria bustocca - Abbiamo affittato una casa haitiana poco distante da noi ma fuori da Waf. Si trasferiscono con due educatori dal primo gennaio». È una via che si sta percorrendo, con la situazione alla Kay sempre più difficile e con i bambini più grandi, che non possono continuare a stare tra i piccoli. Che devono avere una prospettiva dopo aver studiato.
L'Italia non ha mai risposto nei fatti ai drammatici appelli di suor Marcella e della Kay, aprendo le porte ai ragazzini che già avevano studiato là: «Se non si aprono strade per questi ragazzi più grandi il futuro è questo».
Di fronte a questi tentativi di seminare speranza, non mancano le amarezze. I gesti terribili, che feriscono il cuore: «Hanno segato la testa di Gesù Bambino alla scuola materna» mostra suor Marcella. Già nei giorni prima di Natale, erano stati distrutti tutti gli addobbi preparati dai bimbi.
E poi c'è Fedline. La piccola che lotta per la propria vita in ospedale (LEGGI QUI): una battaglia che continua. Si attendeva che le togliessero l'ossigeno, le sue condizioni restano delicate. L’infermiera che non va in questi giorni alla Kay, sta con lei dalle 17 fino al mattino, ad assicurarle cure e conforto.
Marilena Lualdi