Busto Arsizio - 14 dicembre 2021, 09:10

«Più di cento persone hanno lavorato alla Traviata. Il nostro teatro sempre più una realtà unica»

Dalla Prima della Scala a quella del Sociale "Delia Cajelli", la sfida della lirica che apre nuovi orizzonti: il presidente Luca Galli guarda al futuro. L'alchimia dei treni, delle emozioni e di un territorio che è più ampio di quanto si possa immaginare

Luca Galli, presidente del Teatro Sociale "Delia Cajelli" durante una puntata di Backstage

Più di cento persone hanno lavorato per far vivere la magia de “La Traviata”. Una parte si è vista sul palcoscenico e ha ricevuto gli applausi, come pure gli orchestrali nella buca. Ma poi ci sono altri ruoli ancora: tecnici delle luci, del suono, costumisti… La parola chiave che viene dunque celebrata assieme a “cultura” al Teatro Sociale “Delia Cajelli” è con sempre più forza “lavoro”.

La carica

Il successo per l’opera lirica e tutto ciò che ruota attorno, è arrivato. Quanto carica, ora, la storica struttura di Busto Arsizio? Il presidente Luca Galli risponde: «Prima di tutto è stato un grande successo, sì, teniamo conto che alla Scala di Milano domenica i posti occupati  La seconda riflessione è che il filone piace e questo teatro valica  - è ora che ce se ne renda conto – i confini cittadini e va a prendere un bacino molto più ampio. Non solo Busto e Legnano, ma facciamo un’offerta che arriva anche a Milano».

Aggiunge infatti Galli: «Non tutti i milanesi possono permettersi la Scala. Noi ci chiamiamo “Sociale”. Offrendo cose ad alto livello». Insomma, la sfida è questa:  offrire un’alternativa in direzioni che prima magari non si osavano nemmeno esplorare. Il Malpensa Express porterà i bustocchi a Milano, ma perché di domenica pomeriggio non può succedere il contrario?

A proposito di treni: «Permettiamo a tanta gente di muoversi così. Una delle nostre cantanti veniva da Basilea, in questo modo è arrivata e la sera è partita». Così Annina, la domestica di Violetta, dopo gli applausi del pubblico è salita sul Tilo. Un’altra artista doveva volare a Lisbona e a Malpensa ci si arriva in dieci minuti. Insomma, «chi giungeva da Parigi, chi dalla Svizzera, chi da Milano o Roma… per tutti il nostro teatro è  anche in un posto facilmente accessibile».

Ottimi collegamenti verso il capoluogo e poi sempre più lontano, inoltre «abbiamo dato lavoro ad alberghi e ristoranti di Busto Arsizio». Certo, è stato un investimento importante, dopo tanti altri. «Ci mettiamo il sangue – osserva con sincerità Galli – Ora il colpo lo deve battere anche qualcun altro. Ci sono la Fondazione Varesotto e la Fondazione Cariplo, abbiamo garantito un sogno straordinario e ora vediamo altri stakeholder».

Le prossime tappe

Torna il richiamo alla città, al territorio affinché ci si occupi del Teatro Sociale “Delia Cajelli”. La lirica è tornata alla grande con “La Traviata”. A gennaio ci sarà un altro assaggio, più semplice ma sempre gustoso, con “La serva padrona” di Pergolesi e prezzi calmierati per chiamare in particolare le scuole.

Guardando più avanti, si vuole completare la trilogia verdiana (dopo La Traviata, Rigoletto e Il Trovatore). «La nostra idea è di tenere la domenica successiva alla Prima della Scala – spiega Galli – Sarà la Prima del Sociale, un appuntamento fisso. Siamo capaci anche noi di fare il red carpet». Si vuole alzare sempre più l’asticella e coinvolgere Busto. Abbiamo visto quante persone anche del territorio abbiano lavorato all’opera e questo è vero fin dal manifesto, realizzato dai giovani allievi grafici dell'Artistico, classe 5G2, con la professoressa Alessia Recupero.

Proprio con il liceo Candiani, «prima della fine dell’anno chiuderemo con la questione dell’apertura di un’Accademia e proseguiremo con le audizioni, con giudici di primo ordine. Vogliamo rendere il teatro una cosa unica…».

Giacomo Lee, che interpretava il ruolo chiave di Alfredo, era stato “arruolato” con le audizioni bustocche (tanto che la costumista ha dovuto mettere mano all’abito di settembre, per le differenti caratteristiche degli artisti), ma anche Flora è stata individuata con le selezioni qui al Sociale.

Adesso si guarda avanti, all’immediato con lo spettacolo di Flavio Oreglio il 31 dicembre, poi con La Serva padrona appunto e altri appuntamenti, promossi «da una struttura largamente volontaria ma professionale – rileva Galli – Dietro il grande lavoro c’è una grande passione. Se qualcuno si vuole avvicinare e vuole aiutare, collaborare, emozionarsi un po’ con noi…».

Due emozioni

Un passaggio conclusivo, che ci fa venire in mente due differenti emozioni raccolte tra il pubblico. Un signore di quasi 90 anni, che vide la sua prima opera prima della guerra e racconta come sia speciale poter tornare a teatro. E un ragazzo di 26 anni che ci confida la trepidazione a pochi minuti dal suo primo tuffo nella lirica.

Marilena Lualdi