Era l'inizio di dicembre 2007, per la festività dell'Immacolata l'hospice di Busto Arsizio era inaugurato e il 13 avveniva l'apertura vera e propria. Quattordici anni dopo, quei giorni sono nella memoria più che mai, perché medici e infermieri si sono presi cura di moltissime persone. C'è anche una grande storia d'amore in questa vicenda, che ha portato supporto costante con un'opera importante, gli Amici di Rossella.
Perché papà Gianni e mamma Mary vissero la professionalità e l'umanità dell'hospice e decisero di fondare un'associazione in suo sostegno, questo in ricordo della figlia.
Questo anno è stato particolarmente duro: lo scorso marzo si è spento proprio Gianni Maddaluno, la cui dedizione all'hospice con l'associazione era stata se possibile ancora più intensa dopo la scomparsa di Mary. Un uomo straordinario, che ha sempre fatto di quel grande amore - per la figlia e la moglie - il centro della sua vita e il cardine per aiutare gli altri. Le divise con le scritte "medici" e "infermieri" ricordano uno di quei gesti che Maddaluno eseguiva con precisione e affetto, l'ultimo dono che ha potuto fare. Ma i progetti sostenuti dagli Amici sono stati tantissimi, dalla formazione a ogni elemento che potesse migliorare la qualità della vita (preziosa e coccolata fino all'ultimo istante), passando dalle auto per l'assistenza domiciliare.
Un altro lutto ha colpito duramente l'hospice e l'associazione quest'anno: la scomparsa di Gianni Gussoni, imprenditore e grande benefattore.
Figure speciali, che oggi chiedono a Busto con il loro esempio di continuare a credere nell'hospice. A prendersi di cura di chi si prende cura.