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Economia | 25 novembre 2021, 10:49

Aime mette a confronto due scienziate varesine: «Fidatevi di voi stesse e frequentate scuole difficili»

L'associazione ha organizzato una serata dove protagoniste sono state Amalia Ercoli-Finzi, nota ingegnere aerospaziale originaria di Gallarate e la neo ingegnere ambientale Beatrice dal Pio Luogo, due donne che "ce l'hanno fatta" in un settore considerato "maschile" come quello tecnologico

Il convegno organizzato da Aime al Salone Estense del Comune di Varese

Il convegno organizzato da Aime al Salone Estense del Comune di Varese

“Donne, Tecnologie e Lavoro: le esperienze di due diverse generazioni a confronto”; questo il titolo della serata organizzata martedì sera da Aime al Salone Estense di Varese. 

Protagoniste due eccellenze femminili della nostra provincia, appartenenti a due generazioni diverse: Amalia Ercoli Finzi, ingegnere aerospaziale di fama mondiale e Beatrice dal Pio Luogo, giovane Ingegnere Ambientale da poco entrata nel mondo del lavoro e che ha frequentato a distanza di molti anni le stesse aule del Politecnico di Milano vissute dalla famosa scienziata.

Il dibattito, moderato dalla giornalista Debora Banfi, è stato introdotto da Paola Della Chiesa, nelle vesti di Responsabile Donne di Aime e dal vicesindaco di Varese Ivana Perusin.

Il tema dell’incontro-confronto è stato l’occasione per riflettere su come ancora oggi in Italia ci siano disuguaglianze di genere nell’ambito professionale dei settori tecnologici, soprattutto nelle figure di alto profilo dirigenziale e imprenditoriale . Permangono ancora gli stereotipi che vogliono le ragazze meno inclini agli studi scientifici e tecnologici. Sono invece tante le donne che rappresentano delle eccellenze nelle diverse branche della scienza: per questo al Salone Estense è stata portata la testimonianza di due donne di scienza che "ce l’hanno fatta”.

Amalia Ercoli-Finzi, scienziata dall’incredibile ed interminabile curriculum, nata a Gallarate nel 1937, è  stata la prima italiana a laurearsi in ingegneria aeronautica. Davvero lunga la sua lista di incarichi. Per citarne solo alcuni: Professore Onorario del Politecnico di Milano, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale, Membro dell’International Academy of Astronautics, Progettista delle più importanti missioni spaziali, Presidente del Comitato per le Pari Opportunità e Delegata Rettorale per le Politiche di Genere del Politecnico di Milano.

Nel corso dell’incontro ha ricordato alcuni aneddoti della sua lunga carriera. «Io ho fatto un mestiere considerato impropriamente “da uomo”: mi sono sempre occupata di progetti di missioni spaziali, e quando partecipavo ai primi convegni dicevano “Lady” and Gentlemen, perché c’ero solo io come donna. Qualche volta mi scambiavano per una segretaria di qualcuno dei relatori e mi chiedevano di portare il caffè».

Quindi ha dato alcuni consigli alle giovani donne di oggi. «Se volete fare carriera dovete fare scuole difficili, quelle facili non danno preparazione. Le donne spesso non si fidano di se stesse, ma bisogna convincersi di essere capaci di fare le cose». Poi una raccomandazione agli uomini che continuano a considerare come eccezioni e spesso con diffidenza le donne che arrivano a coprire posizioni di rilievo nei comparti scientifici e tecnologici: «Fate in modo che quelle di noi che sono arrivate non siano delle stelle ma delle costellazioni».

Di tutt’altra generazione invece Beatrice Dal Pio Luogo, giovane ingegnere ambientale che ha ottenuto la laurea magistrale in “Environmental and Land Planning Engineering” presso il Politecnico di Milano, con una tesi su un tema attualissimo che riguardale nuove tecnologie per il drenaggio delle microplastiche derivanti dagli scarichi delle lavatrici industriali; tesi preparata presso il DTU (Danish Technical University) di Copenaghen e in prossima pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale “Membranes MDPI”.

Nell’incontro organizzato da Aime ha portato il suo punto di vista di giovane donna attiva e all’inizio di un percorso professionale in un ambito tecnico. «Ho fatto il liceo classico e ne sono felice, ma poi ho deciso di scegliere di iscrivermi ad ingegneria per seguire una mia passione di sempre per la natura e per l’ambiente e per poter fare qualcosa di concreto per la sua preservazione e conservazione. Allora mi veniva sconsigliato dai più, vista anche la mia particolare attitudine allo scrivere. Il percorso non è stato facile, soprattutto all’inizio, in cui mi sono sentita un po’ disorientata per quella scelta, ma oggi lo rifarei senza alcun dubbio ed esitazione».

La giovane ingegnere ha anche illustrato un suo progetto relativo all’eliminazione delle microplastiche nei bacini di acqua dolce, idea premiata nel 2019 della Fondazione Accenture nel contesto del “Youth in Action for Sustainable Development Goals”.

In sintesi si tratta di una “pianta robotica” galleggiante a forma di fiore di loto a impatto energetico e paesaggistico zero in grado di trasformare ed eliminare le microplastiche presenti nei bacini di acqua dolce senza rilascio di scorie ed in più di consentire un monitoraggio continuo dei bacini idrici. «Al momento è ancora un progetto su carta – ha detto – e sto cercando di avviarlo per la prototipazione attraverso una non facile ricerca fondi per finanziarla».

 

Redazione

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