Un ritorno alle origini, alla Lega Lombarda, è quello che Gianclarlo Giogetti ha invocato dalle Ville Ponti, dove questa mattina si sono riuniti gli Stati Generali dei sindaci della Lombardia (leggi QUI). Un richiamo forte alla storia del movimento che qui è nato, per amministrare il territorio e qui vive attraverso le amministrazioni locali.
E' partito proprio dalla definizione di Lega, quale "associazione a carattere per lo più politico sindacale sotto il segno di una intima collaborazione e dell'urgenza di un'azione comune". «Questa definizione è assolutamente centrata: la Lega è questa cosa qua. Non è un partito politico come gli altri. E' un vincolo che ci lega nella buona e nella cattiva sorte, quando le cose vanno bene ma soprattutto quando vanno male - ha detto il Ministo - L'importante è avere convinzione di quello che stiamo facendo, nei di versi ruoli e posizioni, sapendo che la storia non perdona niente e nessuno. Ci sparano sempre addosso, il copione è sempre lo stesso, ma se ci chiamiamo Lega e facciamo riferimento a quella Lombarda che univa le comunità allora per l'urgenza della libertà, allora sappiamo quello che siamo».
«Qui noi facciamo il sacrificio di Matteo Bianchi, un parlamentare che candiamo a sindaco, ma in realtà l'attività parlamentare è nulla confronto a quello dell'amministratore. E aggiungo che per stare in parlamento, per legge, si dovrebbe aver fatto almeno il consigliere comunale perchè voi amministratori locali vivete nella realtà e non nella fantasia. E' questa la vera scuola politica. I miei ricordi più belli in politica sono proprio legati all'esperienza da sindaco. E questo - ha concluso - è anche il senso di quello che sta accadendo in questo momento».