«Un confronto non tra i candidati ma tra donne e uomini»: così Romana Dell'Erba, presidente di Confesercenti Varese, ha presentato il confronto tra i 7 donne e uomini che si candidano a governare Varese e organizzato proprio dall'associazione.
Condotto da Matteo Inzaghi, il confronto è stato ospitato dall'Insubria del rettore Angelo Tagliabue e seguito in diretta anche dai ragazzi dell'università, oltre che dai tanti cittadini. Alcune domande sono arrivate dall'associazione di cui è presidente Romana Dell'Erba, altre da Università, Alumni Insubria, Confapi Varese, CNA Varese, UPI C.L.A.A.I e Federmanager.
Ecco le principali domande e le risposte, candidato per candidato.
Qual è il suo valore guida a supporto dell'imprenditoria?
Francesco Tomasella (Varese Libera): «Vi mostro una maglietta su cui c'è scritto "Università libera, no Green Pass" perché questo regime autoritario ha colpito il diritto allo studio e poi, con il super Green Pass, il diritto al lavoro. I miei valori sono la vicinanza e l'ascolto, sempre: tutti vedono i candidati in campagna elettorale e poi non li vedono più. Con me non sarà così».
Daniele Zanzi (Varese 2.0): «Su questa piccola scatoletta di medicine per la buona politica che diamo a tutti i cittadini c'è scritto un principio attivo che si chiama trasparenza. Bisogna conciliare l'interesse privato e quello pubblico: quest'ultimo deve interfacciarsi con il primo partendo dalla trasparenza nei rapporti, senza che nulla sia calato dall'alto».
Matteo Bianchi (centrodestra): «Il governo Draghi mette a disposizione risorse per la ripartenza così come la Regione tramite il principio di sussidiarietà e che riguarda lavoro, cultura, sport e sociale. Aggiungo che l'amministrazione deve "fare qualcosa per gli altri" compartecipando con il privato su questi temi».
Caterina Cazzato (Noi civici per Varese): «Il mio valore guida è la legalità per assicurare un buon andamento e l'imparzialità delle funzioni amministrative che riguardano tutti. Puntiamo su trasparenza, efficienza ed efficacia oltre che semplificazione perché i rapporti tra pubblico e privati siano legittimi».
Davide Galimberti (centrosinistra): «Vengo da un'esperienza professionale in cui assistevo imprese e aziende contro le pubbliche amministrazioni: ho cercato di trasferire principi di efficienza ed efficacia nell'azione del Comune. Quasi 500 milioni di affidamento di appalti e lavori negli ultimi 5 anni hanno consentito al tessuto economico locale di avere risorse con una caratteristica: massimo rigore e trasparenza. La mole di ricorsi, infatti, è calata di molto. Soprattutto in una provincia molto colpita dalla vicenda "Mensa dei poveri", dobbiamo sempre mettere in campo un comitato di monitoraggio».
Carlo Alberto Coletto (Varese in Azione): «Coinvolgimento e partecipazione sono i due cardini. Coinvolgimento delle associazioni prima che vengono presi i provvedimenti amministrativi, partecipazione perché prima di emanare i provvedimenti siano condivisi e possano avere il favore sul campo di chi agisce in questi settori».
Giuseppe Pitarresi (Sinistra alternativa): «Io rappresento l'alternativa. Varese è stata la città dell'errato sviluppo economico e nel tessuto economico e produttivo vince la precarizzazione. Occorre dialogo con imprenditori e associazioni per uno sviluppo della città rispettoso dei lavoratori e dell'ambiente».
Perché mai un imprenditore dovrebbe aprire un'attività a Varese? Quali due azioni possono rilanciare il tessuto imprenditoriale locale?
Pitarresi: «Varese ha bisogno di una svolta, chi ci ha governato dal '92 non ha ottemperato alla funzione amministrativa. Il territorio non è stato rispettato, vedi i Mondiali del 2008: oggi se ne vedono le conseguenze, per esempio con l'albergo a Capolago inondato proprio ieri. Nel pubblico e nel privato vanno valorizzate le risorse umane interne. Non tutto deve essere clientelarizzato. Freniamo l'insediamento dei grandi esercizi a sfavore dei negozi di vicinato».
Coletto: «In Italia è sempre più difficile fare impresa causa vincoli, lacci e lacciuoli. Cosa fare per venire incontro a chi vuole provare a fare impresa? Semplificare, snellire la burocrazia, ad esempio permettendo un più semplice cambio di destinazione d'uso di un'area. Necessario poi facilitare il reperimento di manodopera, per esempio aumentando i corsi e la presenza di istituti tecnici superiori sul territorio».
Galimberti: «Varese è cambiata molto, ha subito una trasformazione per le sua maggiori connessioni - come il collegamento con la Svizzera - e non è più il capolinea di tutti ma è una città media che ha nuove relazioni con il capoluogo lombardo e l'area pedemontana. Qui alcune sperimentazioni possono avvenire: abbiamo deciso di riqualificazione l'asse dell'Olona con progetto importante sull'automotive grazie ai fondi governativi: stiamo uscendo con il master plan dell'intera area, oltre a questo è necessaria un defiscalizzazione delle aree di confine».
Cazzato: «Un imprenditore varesino ha il dovere di svolgere il suo ruolo per concorrere allo sviluppo materiale della città. Le azioni fondamentali: l'assessorato per l'ascolto dei cittadini, progetti con manager di settore, ammodernamento tecnologico».
Bianchi: «Dobbiamo dare risposte a chi cerca opportunità imprenditoriali ancor più di ieri, ci sono ricadute importanti con il Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza). Arrivano soldi sui territori che andranno spesi sbene per pianificare la città con piano di governo del territorio che punti su attrattività turistica e accessibilità alla città legata alla mobilità. A riguardo di efficacia e efficienza della pubblica amministrazione, noi abbiamo proposto di svuotare Palazzo Estense, aprendolo ai visitatori, e spostando tutto alla ex caserma. Poi serve la defiscalizzazione: ho presentato un disegno di legge che va a lavorare sul cuneo fiscale».
Zanzi: «Io sono un imprenditore e questa domanda me la pongo sempre più spesso. Io tengo famiglie, ed è per questo che sono andato in piazza a solidarizzare con tanti commercianti. Varese ha tante idee e progettualità: è una città in fermento, ci sono tanti brevetti. Le cose da fare: incentivi per agevolare nuove aperture, tavolo sugli affitti che sono spropositati, aiuto ai crediti d'imposta sulla formazione. E poi la burocrazia: per l'occupazione di suolo pubblico si deve girare tra troppi uffici, va snellita la burocrazia».
Tomasella: «Io ho aperto un'azienda 5 anni fa ma non la riaprirei e consiglierei a un figlio di non aprirla. Perché "noi partite Iva siamo i nuovi proletari", lavoriamo 12 ore al giorno, non abbiamo permessi, apriamo le aziende con l'illusione di fare gli imprenditori ma, di fatto, lavoriamo per mantenere lo Stato. La cosa più eroica che si possa fare è aprire aziende in Italia e combattere contro la burocrazia. Vanno abbassate le tasse. A livello comunale c'è l'addizionale Irpef più alta d'Italia: va abbassata, come la Tari».
Parliamo di agevolazioni nei settori colpiti da pandemia: se foste eletti, prendetevi un impegno su quali agevolazioni approvare o mantenere nel 2002.
Tomasella: «Ci opporremo a nuovi lockdown e al super green pass, che sono i più duri dell'occidente e che hanno messo in difficoltà le imprese. Interventi da fare: abolire la Tari per 3 anni come forma di risarcimento, una proroga dell'esenzione della Tosap, la tassa sull'occupazione del suolo pubblico. E mettete funghi all'esterno dei ristoranti anche all'inverno per evitare che chi non ha il Green Pass venga discriminato».
Zanzi: «Con i bilanci non è semplice far quadrare ciò che capita in modo improvviso come una pandemia. Il mio impegno? Calmierare la Tari, prorogando questo sconto al 2022 rischiando anche qualcosa, portando l'attività imprenditoriale nell'amministrazione. E poi la Tosap magati anche da abolire, con l'allargamento delle zone pedonali».
Bianchi: «Confermo anche io l'idea sulla concessione dell'utilizzo del suolo pubblico per bar e ristoranti. Aggiungo la tematica dell'Imu: ci sono tantissime seconde case e proprietari immobiliari a Varese, magari alcune persone hanno semplicemente ereditato una seconda casa. Serve una calmierazione dell'imposta sugli immobili per avere effetto volano sulle attività commerciali e anche per rilanciare il brand della città di Varese e per non farsi bagnare il naso da Como come è successo».
Cazzato: «E' necessario difendere l'assetto imprenditoriale di turismo e terziario, che sono settori pilota dell'economia, con la cura del decoro urbano, sostenendo digitalizzazione e marketing istituzionale oltre che sostenendo imprese femminili, le più colpite negli ultimi due anni».
Galimberti: «Se l'obiettivo è portare in porto la legge sulla defiscalizzazione, dico a Matteo Bianchi di portare avanti la sua battaglia in Parlamento... Battuta a parte, nel 2016 Varese era tra le città dove era più gravosa la Tari, oggi siamo all'opposto con la tassa dei rifiuti sulle aziende e le attività commerciali tra le più basse. La riduzione della Tari, quindi, è strutturale e non dovuta alla pandemia. Dal 1° gennaio 2022 entra in vigore la tariffa puntuale per le aziende: si applica il principio "chi inquina, paga". E' fondamentale che lo Stato dia maggiori risorse ai Comuni per concertare con le associazioni di categoria, con cui abbiamo fatto scelte condivise come l'esenzione legata ai tavolini, quali sono i vantaggi in funzione delle loro esigenze».
Coletto: «Siamo propensi a confermare l'esenzione della tassa all'occupazione del suolo pubblico consentendo anche alle attività commerciali di poter esporre la propria merce fuori dai negozi senza alcun costo. Promesse? Prima guardiamo il bilancio, poi vediamo cosa promettere. Puntiamo su aiuto e conciliazione delle donne nel mondo del lavoro, magari estendendo l'esenzione del pagamento sugli asili nido anche a scuole pubbliche e private».
Pitarresi: «I due candidati che rappresentano il governo chiedono al governo finanziamenti... sarebbero comunque altri debiti da pagare da parte della collettività. Servono onestà e meno evasione. Le esenzioni avute per il Covid devono essere mantenute nel 2022. Vanno aiutati i piccoli e non i grandi supermercati».
Vengono poi chiamati gli studenti e il professor Storace del corso in Scienze della Comunicazione sul palco.
Lo studente Federico Corbetta chiede ai candidati: cosa farete per lo sviluppo dei servizi agli studenti come alloggi e altro, anche per attrarre universitari stranieri?
Tomasella: «Mi piacerebbe che si aprissero nuove facoltà con più studenti che restino qui, magari un accordo con Confesercenti per avere una tessera dello studente».
Zanzi: «Lo studentato avrebbe dovuto essere fatto nell'ex caserma Garibaldi. Noi abbiamo una città che è il cuore attrattivo per l'Erasmus perfetto perché siamo equidistanti da Lugano e Milano, una potenzialità da sfruttare».
Bianchi: «Varese non è percepita come città universitaria perché va superata la distanza del polo universitario in periferia alle Bustecche e il centro. Portiamo studentati e alloggi nel cuore cittadino perché l'università sia davvero "dentro" Varese. L'amministrazione deve favorire con agevolazioni l'utilizzo di servizi pubblici e attività commerciali per studenti»
Cazzato: «Si punti su abbonamenti gratuiti o ridotti per studenti, tariffe agevolate per praticare lo sport, momenti di intrattenimento... Vanno aumentate poi le residenze per studenti in città».
Galimberti: «Il tema degli alloggi è fondamentale ed è il motivo per cui Biumo ospiterà il nuovo Campus universitario dove un centinaio di alloggi verranno riqualificati. Dispiace che recentemente altre forze politiche come la Lega si siano opposte al potenziamento del Campus a Bizzozero ma, fortunatamente, andremo avanti lo stesso».
Coletto: «In città non vediamo mai traccia delle migliaia di studenti dell'università, che è un po' un corpo avulso relegato a Bizzozero, senza collegamenti che portino i ragazzi a vivere il centro e le attività commerciali. Servono più piste ciclabili ad hoc, bike sharing, più bus in orari anche serali per portare gli studenti in centro».
Pitarresi: «Varese è stata amministrata dal '92 da egoisti e "ignoranti" dal punto di vista culturale: l'Università non è mai stata messa al primo posto. Il Pnrr deve rinforzarla...».
Martina Bernasconi, studentessa: cosa fare per valorizzare Insubria?
Pitarresi: «Manca una casa dello studente, va fatta. Poi rette meno costose con l'ateneo più accessibile ai figli dei meno abbienti».
Coletto: «E' necessario far lavorare l'Insubria con le attività imprenditoriali locali. Gli studenti devono fare pratica qui e calarsi nella realtà del tessuto imprenditoriale di Varese».
Galimberti: «Va completato entro il 2022 il progetto della caserma Garibaldi senza tornare indietro e riconvertire spazi o l'attuale destinazione perché le autorizzazioni, i lavori già in corso, i finanziamenti spesi non diventino un enorme spreco. Ci sono 9mila metri quadrati a disposizione di università, giovani e cultura con biblioteche e archivio. Vanno certamente potenziate linee tra Bizzozero e il centro».
Cazzato: «Potenziamo la connessione Insubria-mondo del lavoro con tirocini e molto altro. Va vivacizzata la presenza studenti nel quartiere di Bizzozero, non portata altrove».
Bianchi: «Sport, politiche giovanili, eventi, seminari... ecco su cosa puntare per l'Insubria, ma io parlerei soprattutto di contaminazione culturale dell'università intesa come stimolo in una città troppo chiusa».
Zanzi: «Portiamo a Varese nuovi corsi universitari, tipo scienze ambientali, e ospitiamoli nelle nostre ville».
Tomasella: «Concordo con Coletto: ci sono 12 mila studenti con una percezione della loro presenza risibile in città. La caserma è giusto darla in buona parte all'università, le nuove facoltà io le aprirei in centro. Il campus è da interconnettere meglio. La prima fermata delle Ferrovie Nord verso Milano dovrebbe essere quella dell'Università a Bizzozero».