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Politica | 29 agosto 2021, 22:47

VIDEO. Giorgetti lancia Bianchi: «Da oggi chiamatelo il Matteo di Varese». E lui: «Città accartocciata su se stessa, tra 5 o 10 anni dovremo aver rialzato la testa»

Al Camponovo del Sacro Monte la Lega e il centrodestra hanno lanciato il programma del candidato sindaco. Il ministro: «Chiudiamo gli occhi e pensiamo alla nostra città da bambini senza degrado». Bianchi: «Chi sta con me non può avere la verità in tasca. In via Como, via Rainoldi, viale Milano e piazza Repubblica c'è un vuoto da colmare»

VIDEO. Giorgetti lancia Bianchi: «Da oggi chiamatelo il Matteo di Varese». E lui: «Città accartocciata su se stessa, tra 5 o 10 anni dovremo aver rialzato la testa»

«Ti do il titolo: da oggi chiamatelo il Matteo di Varese»: un Giancarlo Giorgetti in gran forma, come se Varese riuscisse a cancellare pressioni e tensioni romane, ha lanciato così la candidatura a sindaco di Matteo Bianchi. «Qui al Camponovo siamo in un posto fantastico - ha aggiunto il ministro varesino della Lega, che appena è entrato nella location del Sacro Monte ha detto con un sorriso leggero: "Lo so, lo so, il Varese sta vincendo a Besozzo con gol di Disabato" - adesso suonano anche le campane... Matteo ha esperienza, competenza e capacità di ascoltare e fare sintesi di diverse anime della coalizione (e qui Giorgetti sembra quasi tratteggiare involontariamente se stesso), ognuna libera di fare la sua campagna. Bisogna andare d'accordo per decidere ed evitare di parlare, discutere e litigare all'infinito: in questo lui è perfetto. Di più: Varese è un nome al "plurale", fatta di Sacro Monte e montagna, giù c'è il lago a Calcinate, Bobbiate, Casbeno e poi, risalendo da una parte all'altra, ci sono Velate e Bizzozero. Chi si propone di governare Varese deve avere in testa che non c'è soltanto il centro ma tutte le castellanze che meritano la stessa attenzione».

Poi, parlando sotto la montagna, il ministro dello Sviluppo Economico è tornato bambino: «Se chiudiamo gli occhi e vediamo il degrado di alcune zone di questa città, non è in linea con la storia della nostra Varese vissuta da bambini e con l'immagine che Varese proietta ancora al di fuori dei suoi confini. Matteo dovrà ridare vita e splendore alla nostra città - come la Bison ha detto, dovrà renderla accattivante - A Lugano, non lontano da qui, c'è una realtà gemella e sorella ma completamente diversa. Abbiamo volontà ed entusiasmo anche se, per adesso, ci mancano i voti ma, se sarà duro questo mese di campagna elettorale, io penso a quanto saranno duri i cinque anni successivi. Qui c'è bellezza, c'è tutto: valorizziamolo, grazie alle risorse che ci sono. Forza Matteo».

Attilio Fontana ha guardato Matteo Bianchi sostenendo che «a Varese mancano un progetto e un’idea per il futuro, tu li hai e, quindi, potrai anche ottenere le risorse, che ci sono, facendo squadra con Regione e governo. Gli avversari - ha aggiunto il governatore - iniziano a essere nervosi e lanciano accuse. Ieri un assessore di questa giunta ha riparlato di buchi di bilancio di 5 anni fa: avevamo già dimostrato allora che è una bugia ma, se si persevera nel sostenerla, significa che non si hanno argomenti se non quello della paura. E comunque le bugie vanno perdonate, e noi lo facciamo».

Davanti a tutta la Lega varesina e non solo (presenti, tra gli altri e oltre a Barbara Bison, Candiani, Brianza, Monti, Tovaglieri, Galli, Reto, Angioy, Gualandris) e, soprattutto, ai candidati di lista (in coda all'articolo trovate tutti i nomi) oltre che ai rappresentanti di tutti i partiti della coalizione, da Longhini a Giordano, da Cosentino alla sorpresa Tamborini della civica per Bianchi, il candidato sindaco ha parlato sulla terrazza del Camponovo per almeno tre quarti d'ora.

«Con questa candidatura rido alla città ciò che essa mi ha donato con cuore - ha detto Bianchi - Dicono che non sono varesino quegli stessi che aprono la città a clandestini che non hanno motivo di essere a Varese. Questa città non ha idee, stimoli ed elementi per uscire dall’angolo in cui si è accartocciata. Io mi rimetto totalmente in gioco con tutti i rischi politici che questo comporta: pretendo trasparenza e responsabilità da parte di chi mi accompagna. Nessuno di noi dovrà presentarsi con la verità in tasca, tutti dovremo ascoltare la voce che arriva dal basso, da destra e sinistra. Siamo totalmente alternativi alla coalizione di Pd e 5 Stelle: Varese deve riacquisire la consapevolezza di essere il capoluogo. La città deve essere attrattiva per chi vuole venire qui». 

«Siamo una coalizione che lavora fuori dal Palazzo, non abbiamo finanziatori che ci permettono di tappezzare la città di manifesti ma abbiamo la voglia di alzarci le maniche e parlare con i cittadini, uno per uno - ha aggiunto - Noi guardiamo alla crescita e alla competitività, non alla decrescita infelice. Il cavalier Alfredo Ambrosetti sostiene che senza coesione non possiamo concretizzare visione e vocazione di Varese: è vero. Il dinamismo dell’imprenditorialità varesina deve unirsi alla vocazione-tradizione chiamata turismo. Come mai un imprenditore, un turista, un giovane deve scegliere Varese? Rispondendo a questa domanda, avremo svolto il nostro compito. Serve una contaminazione culturale proveniente dai giovani e dal loro dinamismo». 

Poi, Bianchi ha affrontato alcuni temi del programma: a partire da quello della sicurezza e del degrado. «Dobbiamo guardare in faccia la realtà: non è dignitoso per Varese vedere ciò che succede in via Rainoldi, viale Milano, via Como e piazza Repubblica. Queste zone devono tornare a essere vissute dai cittadini perbene di Varese. Dobbiamo colmare i "vuoti" di quelle vie, riempiendole di giovani e di attività culturali e imprenditoriali. La città deve ritrovare ordine, spazzando via il degrado. Un ragazzo qualche giorno fa urinava su un albero in piazza Repubblica mentre mi facevano un’intervista...». 

Il candidato del centrodestra coglie "uno spunto dato ieri da Daniele Zanzi": «Non mi interessano accordi per il ballottaggio perché siamo già uniti come centrodestra. Mi interessa pensare a una legislatura di grandi idee per lavorare insieme, superando una città spaccata politicamente. Finché Varese è spaccata, resterà una città provinciale che non si rilancerà mai. Tra cinque anni o dieci vorrei che Varese abbia rialzato la testa, nel suo saper essere grande e non accartocciata su se stessa come ora». 

Poi Bianchi non le manda a dire: «Il cordolo della pista ciclabile di via XXV Aprile che non usa nessuno e ha cancellato parcheggi è il simbolo dell’approdo ideologico al tema ambientale che non ci appartiene e ci rende alternativi a questa sinistra e ai 5 Stelle. Nel 2024 festeggeremo cent’anni di autostrada: lardo Flaiano non può essere solo una rotonda, l’ingresso in Varese deve contraddistinguersi per qualcosa in più e dare identità».

Quale errore non commetterebbe il candidato del centrodestra? «Ciò che di buono ha fatto l’amministrazione Galimberti, lo terremo. Così come rispolvereremo alcune suggestioni di Luigi Zanzi della Giunta Fassa o del Duca d’Este. Io credo che una parte del Palazzo Estense debba essere aperta al pubblico, portando in altra sede la burocrazia, per esempio all'ex caserma. Così come Villa Baroggi ai Giardini: andrebbe messa a sistema»

Dopo altri temi del programma trattati (attrattività, sussidiarietà con aiuto a scuole paritarie dell'infanzia, sanità con la proposta di un tavolo di confronto permanente con l'azienda sanitaria), Bianchi ha affrontato altri temi che hanno caratterizzato l'amministrazione di centrosinistra.

Masterplan delle stazioni: che ne pensa Bianchi? «L’intervento di piazzale Kennedy è minoritario rispetto a una visione complessiva della riqualificazione del comparto. Innanzitutto bisogna decidere se il comparto scolastico va aggregato fuori città, per esempio, a quello sportivo come in altre grandi realtà».

Area ex Aermacchi: «Andavano individuati prima i fabbricati degni di tutela perché agli imprenditori non puoi cambiare  obiettivi e investimenti in corsa. Ma poi deve essere garantita la memoria storica della città: mettiamoci al tavolo con proprietà e sovrintendenza per montare o rimontare le capriate dell’hangar, magari nella stessa piazza Repubblica. E nel mercato coperto deve esserci anche l'area del fresco...».

Sullo sport Bianchi si era già espresso ampiamente: «Il Franco Ossola ristrutturato deve essere polivalente anche per ospitare artisti in arrivo dal Milanese che vedono nella nostra città uno sbocco naturale e perfetto per esibirsi. Dobbiamo poi essere attrattivi per Olimpiadi invernali, visto che abbiamo una tradizione unica negli sport del ghiaccio: serve quindi una seconda pista non tanto per ospitare Canada o Russia ma magari per farlo con la Slovacchia. Lo spazio c’è ed è all’ex Calimera davanti all'ippodromo. Il Comune e le istituzioni devono fare la loro parte, anche economicamente, perché i bandi non vadano più deserti...».

Anche sul teatro Apollonio, Bianchi la vede in maniera diversa da quanto è stato deciso: «Non va demolito. Il Politeama con 499 posti, cioè meno di quelli attualmente previsti, sarebbe la logica casa di artisti di media levatura: il risparmio derivante da questi mancati costi per una platea più ampia, lo destinerei alla riqualificazione di piazza XX Settembre che, nello stato in cui versa, è indegna per una città come Varese». 

Famiglia, accessibilità, mobilità («Entro il 2030 vogliamo riportare 3 mila residenti in più a Varese») sono altri temi accennati. Oltre a quello dei cantieri in città: «L’amministrazione Galimberti ha aperto tanti cantieri, mischiando però whisky, cognac, grappa e facendo venir fuori una... schifezza».

La giunta cittadina, secondo Bianchi, dovrà essere convocata anche nelle castellanze. «E non solo - aggiunge - Nessuno conosce i nomi degli assessori della giunta Galimberti: sbagliato! I componenti della giunta devono metterci la faccia con i cittadini come fa il sindaco».

Arriviamo alla conclusione: «Vorrei dare entusiasmo ai varesini e faccio appello a Galimberti perché l’accesso ai seggi sia garantito al maggior numero di cittadini possibile, nonostante le regole e le restrizioni dovute alla pandemia. Ma aggiungo una cosa: io rispetto le idee altrui ma pretendo lo stesso trattamento dagli altri. La nostra idea è pari a quella degli altri, quindi non tollero l’altezzosità con cui, anche ultimamente, veniamo giudicati».

Barbara Bison, capolista della Lega, aveva aperto le danze al Camponovo: «Per prima cosa ringrazio Reto e Angioy. Matteo Bianchi è il perfetto trait d’union tra attaccamento al territorio e capacità di guardare avanti. Ha dato grande prova di amore per la città e per il territorio, facendo un passo indietro. I varesini sapranno riconoscergli questo sacrificio. Come Lega abbiamo avuto anche colpi di scena e momenti difficili in questi ultimi mesi... a questo proposito porto anche il nostro caloroso saluto a Maroni (applauso). Abbiamo battuto anche i momenti di sconforto con la voglia di fare e lavorare per il bene di Varese. Scegliamo il Sacro Monte perché per arrivare in alto bisogna fare una salita lunga ma poi, arrivati quassù, si può guardare lontano. Impresa, turismo, sport: vogliamo una Varese effervescente. Una Varese in grande e una grande Varese».

Cristiano Angioy Viglio, commissario cittadino, parla di ciò che è accaduto alle ultime elezioni: «Cinque anni fa tanti hanno dato fiducia a un viso nuovo come Galimberti, ma sono rimasti delusi. L'obiettivo è vincere al primo turno. Galimberti è furbo e scaltro ma è il candidato di Pd e 5 Stelle: di moderato in lui non c’è nulla. La città è rimasta ferma per 4 anni e poi, nel quinto di questa amministrazione, ha fatto... bum, i fuochi d’artificio. Galimberti vuole essere rieletto per andare a Roma: noi, invece, abbiamo un candidato che da Roma vuole tornare  a Varese. Mettete Galimberti accanto a Bianchi - ha concluso Angioy Viglio con quella che lui può forse giudicare come una battuta - hanno quasi la stesa età ma il primo sembra suo nonno... Forza Varese».

Simone Longhini a nome di Forza Italia, Noi con l'Italia e il Popolo della Famiglia (presente al Camponovo anche Luca Boldetti): «Il nostro commissario Galparoli non ha potuto esserci - ha esordito citando gli assenti - Sento crescere l’entusiasmo: possiamo vincere al primo turno. Noi portiamo alla coalizione alcune sensibilità presenti al nostro interno».

Salvatore Giordano (Fratelli d'Italia) ha ammesso anche «alcuni imprevisti, ma abbiamo lavorato bene assieme. Matteo è il candidato sindaco: io lo vedo come un sarto che deve cucire il vestito di cui Varese ha bisogno. Serve quell'originalità che in 5 anni con Galimberti abbiamo perso. Riappropriamoci di Varese».

«Diamo un valore civico alla coalizione - ha aggiunto Giacomo Cosentino di Varese Ideale, davanti anche a Mattia Cavallini e a Stefano Clerici - parliamo di valori, sicurezza, bellezza, pulizia. Ringrazio Matteo per l’entusiasmo e per l’umiltà dimostrati, non è da tutti i parlamentari farlo...». 

Giacomo Tamborini della lista civica Varese Città Giardino per Matteo Bianchi sindaco ha strappato un applauso con queste poche e semplici parole: «Il difetto più grande della giunta Galimberti è non avere avuto immaginazione e lo dico da ragazzo ti 27 anni. Io in Matteo vedo coraggio».

Ecco i candidati della Lega nella lista che sosterrà Matteo Bianchi

Barbara Bison

Emanuele Monti

Francesca Brianza

Cristiano Angioy Viglio

Roberto Azzali 

Mara Rossi

Alberto Nicora

Stefano Angei 

Piera Bagnus

Magda Aspesi

Marzia Baratti 

Anna Saraceno

Carla Minonzio

Alessandra Bortolon

Fabio Fedi

Fabrizio Nova

Gladiseo Zagatto

Margaret Reies

Max Ferrari

Roberto Parravicini

Laura Milani 

Marco Tavazzi

Simone Giradin

Marco Bordonaro

Alfredo Raviola

Anna Jadini

Gabriele Nannetti 

Luca Loria

Carlo Passera 

Pier Maria Trevisin

Tuesta Reyes Margaret Chantalrevisin

Pietro Colli



Andrea Confalonieri


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