Economia - 27 luglio 2021, 10:00

Pitti: il tessile apripista e i numeri che gli danno ragione

I numeri della fiera in presenza e anche quelli della rassegna digitale che prosegue: quasi 400 brand e i più hanno aderito a entrambe

Dopo aver fatto da apripista, il tessile fa i conti. E i numeri gli danno ragione.

Quel settore così squarciato dall'emergenza, ma che ha saputo reagire come dimostra anche la filiera varesina, è convinto più che mai dell'importanza di lottare insieme e anche con eventi come le fiere. 

Ecco dunque un duplice bilancio della prima, Pitti Uomo, che si è svolta (ed era la centesima edizione a Firenze dal 30 giugno al 2 luglio 2021 e ora prosegue con la formula "Connect".

«Dopo due edizioni esclusivamente in digitale - sottolineano gli organizzatori - il nostro salone è stato il primo, tra i grandi appuntamenti internazionali di moda maschile, a riaprire. La Fortezza è stata spazio fisico e insieme luogo simbolo della ripartenza, tra l’entusiasmo e la volontà di reagire da parte dei player del sistema moda. Abbiamo fatto da apripista, offrendo un modello di sicurezza, di innovazione e di concreta sinergia con i nuovi strumenti digitali. Una formula che ci ha permesso di rimanere forti anche sui mercati più penalizzati dalla pandemia».

La risposta è stata di qualità, ma anche i numeri raccontano qualcosa di importante: 396 brand hanno presentato le collezioni primavera estate dall’estero (28% del totale). La quasi totalità (339) ha scelto di essere presente sia in Fortezza da Basso con un proprio spazio espositivo, sia on line su Pitti Connect. Poi 57 i marchi che hanno aderito esclusivamente sulla piattaforma digitale Pitti Connect.

Durante i tre giorni di Pitti Uomo, che si è svolto in Fortezza in contemporanea a Pitti Bimbo, hanno partecipato 6.812 operatori del settore, 4.042 buyer totali, 3.006 buyer italiani, 1.036 buyer esteri (25% del totale). Tra i paesi stranieri di provenienza in testa quelli europei (Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Austria, Olanda), sono arrivati compratori anche dagli Stati Uniti (trainati dai grandi department store), da Canada e Turchia, e hanno partecipato anche i rappresentanti europei dei principali department store e gruppi retail di Giappone, Corea, Cina e Hong Kong, paesi dai quali ancora non è possibile spostarsi. Nella classifica dei principali mercati invece Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Austria, Olanda, Russia, Stati Uniti, Polonia, Portogallo, Grecia, Ucraina, Regno Unito, Turchia e Canada. 

Ma. Lu.