Si è tenuta questa mattina la seduta inaugurale della Conferenza sul Futuro dell’Europa a Strasburgo, a cui hanno preso parte anche il deputato varesino Matteo Bianchi (Lega) e il senatore Alessandro Alfieri (PD), in qualità di rappresentanti del Parlamento italiano.
«Abbiamo di fronte una grande opportunità: quello di disegnare le prospettive dell’Europa post-covid - ha detto nel suo discorso Matteo Bianchi - Sono entusiasta di questa possibilità e dobbiamo tutti cogliere il piglio costituente che dovremo far uscire dal nostro dibattito. Un’assemblea che, pur facendo emergere sensibilità differenti, porta ad una sintesi concreta senza darsi limiti a priori, cercando di valorizzare il principio cardine del Trattato di Lisbona, cioè la sussidiarietà. Risulta molto importante non disperdere il contributo della piattaforma bottom-up, ma serve soprattutto trasparenza nelle decisioni e condivisione attraverso una operatività adeguata dei gruppi di lavoro».
«L’Europa è una grande opportunità, ma solo se è inclusiva e rispettosa delle differenze dei popoli che la compongono e deve essere consapevole delle sue tradizioni millenarie comuni, che hanno espresso forti elementi valoriali. Nei momenti di difficoltà ci si dovrebbere stringere intorno alla bandiera, ma per farlo dobbiamo essere capaci di far sì che la bandiera europea non si sovrapponga ad una ideologia politica che rappresenta solo una parte di europei, come –purtroppo- è percepito oggi - ha concluso Bianchi -Abbiamo un nobile e difficile compito e non dobbiamo sottrarci alle nostre responsabilità per una Europa rinnovata che i cittadini ci chiedono».
«Viviamo tempi straordinari, servono risposte non ordinarie. Evitiamo che la conferenza sul futuro dell’Europa si riduca ad una vicenda burocratica, magari dagli esiti già definiti - ha detto Alessandro Alfieri - Che il risultato finale sia solo la sintesi di un grande talk a livello europeo. Costruiamo invece un lavoro ambizioso che apra la strada a modifiche mirate dei trattati. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per affrontare le grandi sfide che non siamo più in grado di gestire come Stati nazionali da solo. E per fare questo abbiamo bisogno di una forte spinta popolare. I prossimi due mesi spendiamoli a raccontare come è possibile partecipare e dare il proprio contributo. Non perdiamo questa occasione».