Elisa (terza da sinistra nella foto) ha gli occhi grandi, limpidi, attenti. Osserva. In silenzio. Perché, lo dicono tutti, non si lancia mai senza rete: valuta gli interlocutori e parla solo quando decide che si può fidare. Forse, la sua, è semplice saggezza.
Alla “Pasticceria Paola”, Busto, via principessa Mafalda, c’è, invece, una certa giovialità, un’esuberanza simpatica che non sfocia mai in invadenza. Ma, insomma, l’approccio alle persone è diverso rispetto a quello di Elisa. Quindi, qual è l’elemento di congiunzione? Elisa, lì, ha iniziato a lavorare.
«Mettiamo subito una cosa in chiaro – premette Laura, componente dello staff e della famiglia che gestisce l’attività – qui le ragazze e i ragazzi non arrivano perché noi siamo buoni. Arrivano perché c’è da imparare. Perché bisogna darsi da fare, mettersi il grembiule. E perché è bello conoscersi».
Poche battute ed Elisa è lì, dietro al bancone, che fa le prime esperienze nell’incartare un vassoio di pasticcini. La nuova arrivata è di Busto, frequenta l’Istituto alberghiero Falcone di Gallarate. E, nell’ambito dell’alternanza scuola/lavoro, ha incominciato a frequentare la pasticceria. Da poco, appena due giorni. L’esordio? Il 15 maggio, data del suo diciottesimo compleanno. Momento importante, celebrato in prima linea, lavorando. E assemblando una spettacolare crostata di frutta. Una conquista.
Riepiloga la mamma, Barbara: «Conoscevo questa realtà. E conoscevo le esperienze positive che qui sono cresciute. I primi riscontri, con Elisa, sono ottimi. C’è una sensibilità, una capacità di accoglienza che è la base per costruire tutto il resto. Sembra facile ma non c’è nulla di scontato: ogni persona, inclusa Elisa, ha il suo carattere, il suo modo di porsi».
Alla “Pasticceria Paola” è di casa anche Daniele De Grandis, il super tifoso della Pro. Ricorda Laura, tornando su un episodio ormai datato, sorriso sulle labbra nascosto dalla mascherina: «Che ha fatto? Me lo sono chiesto quando ho sentito il rumore della cassa in mia assenza». Esito del controllo: «Daniele mi aveva osservato a lungo. Aveva imparato e poteva fare da solo. Aveva gestito la cassa nel momento in cui non c’erano altre persone che potessero farlo. Adesso per lui è normale rilasciare gli scontrini. È preciso. Ed è una specie di tutor per questo tipo di esperienza». Potenzialità che riescono a esprimersi con la frequentazione, l’impegno, la pazienza, la fiducia, la disponibilità allo stupore.
«Con Elisa – continuano dalla pasticceria – abbiamo appena iniziato. Siamo entusiasti e ci piacerebbe trovare il modo per prolungare questa esperienza». E lei, la silenziosa Elisa? Osserva e ascolta, concentrata, senza parlare. È possibile strapparle un sorriso ma, se sei un estraneo, niente più. «Però – confida la mamma – ieri mi ha detto una cosa: ho trovato degli amici». Buon lavoro a tutti.