Ciclismo - 18 giugno 2021, 06:30

Bugno conquista Busto, Oldani svela un sogno: «Al lavoro per la prima Tre Valli femminile»

VIDEO E FOTO - L’indimenticabile campione di ciclismo ha presentato il suo libro, scritto insieme a Tiziano Marino: «Iniziai per divertimento, poi la passione diventò professione. Oggi vorrei che la bicicletta, in strada, fosse rispettata per quello che è: un veicolo». Il patron della Binda: «Impegno massimo per un grande obiettivo»

Un campione. Sui pedali, come noto a ogni amante del ciclismo. E di umiltà, come i (tanti) presenti nel cortile del Palazzo Comunale hanno potuto scoprire. 

Nella serata di ieri, giovedì 17 giugno, Busto Arsizio ha ospitato Gianni Bugno per la presentazione del suo libro - “Per non cadere. La mia vita in equilibrio”, scritto con Tiziano Marino. L’appuntamento, facente parte del palinsesto di Busto Arsizio Estate e, al contempo, degli eventi collaterali alla 100ª edizione della Tre Valli Varesine (gara Pro Series per professionisti in programma martedì 5 ottobre con partenza da Busto Arsizio e arrivo a Varese) è stato un’occasione davvero speciale per conoscere e ascoltare un campione amatissimo, sia per chi lo ha conosciuto per la prima volta, sia per chi il ciclismo lo vive e lo respira ogni giorno come Renzo Oldani: «Una serata particolare, organizzata molto bene dal Comune di Busto Arsizio, con Gianni Bugno, un amico - le parole del patron della Società Ciclistica Alfredo Binda, organizzatrice della… corsa di casa nostra - Per noi è stato bello poter raccontare con lui le storie che ci piacciono tanto, quelle del ciclismo».

Prima di qualche flash dalla serata, la notizia. Data proprio da Oldani sul palco e confermata ai nostri microfoni al termine della presentazione: «Stiamo cercando di organizzare la prima Tre Valli Varesine femminile: non è ancora ben deciso se riusciremo a farlo, ma stiamo gettando le basi per renderla realtà. Sarebbe un avvenimento per noi molto importante, una Tre Valli che volga anche al femminile penso sia una bella notizia per tutti noi. Stiamo lavorando per quello, non è ancora sicuro al 100%, ma ci impegneremo al massimo per far sì che si realizzi». 

A inizio serata, invitato sul palco, Oldani aveva voluto «ringraziare Busto Arsizio e la sua amministrazione, che si è dimostrata entusiasta e ci permetterà di partire da questa città frizzante: cercheremo di essere degni della vostra ospitalità. La Tre Valli Varesine mostrerà ancora una volta il nostro territorio a tutto il mondo, con 110 Paesi collegati per 2 ore di diretta televisiva. Grazie a chi ama il ciclismo e condivide con noi la storia di questo sport». 

«IL MIO LIBRO? NON L’HO LETTO…» 

Dopo i saluti istituzionali, con l’assessore allo sport Laura Rogora che ha raccontato la sua grande e doppia emozione («Vedere il cortile pieno e trovarci qui, di persona, mi riempie di gioia. E poi ascolteremo Gianni Bugno, che è sempre stato il mio mito. Un campione che vinceva e lo faceva con grande umiltà»), spazio alla chiacchierata, condotta dal numero 1 dei giornalisti di ciclismo, Sergio Gianoli, che ha dato per primo parola all’autore del libro, Tiziano Marino: «Sono brianzolo e da noi Gianni Bugno è un’istituzione. Sono del 1988 e quindi non l’ho visto correre: ho cercato, scrivendo, di recuperare quella storia che non ho vissuto per questioni anagrafiche». 

Il primo ingresso di Gianni Bugno racconta immediatamente cosa aspetterà i presenti per le successive 2 ore: un uomo con una filosofia di vita molto particolare, leggera, fatta di valori e di semplicità; che non si prende troppo sul serio, che riconosce i meriti altrui.

Un vero campione, come detto all’inizio, anzitutto di umiltà: «Tiziano ha cominciato a chiedermi, a farmi delle domande. Ma è dovuto prima andare da altri a farsi raccontare un po’ di cose, perché io non sono capace di parlare di me stesso. Ha fatto ricerche, si è documentato, poi mi ha intervistato ed è nato questo libro “vero”, che racconta di me, del mio carattere, delle mie vittorie, dei miei momenti brutti. Almeno, così mi hanno detto… In che senso? Nel senso che io il libro non l’ho letto. L’ho scritto con Tiziano, ma non l’ho letto: perché non mi piace sentire quello che dico, guardare quello che faccio. E soprattutto perché in Tiziano ho visto un ragazzo giovane che aveva la volontà di raccontare quello che io non sarei stato in grado di fare. Mi sono fidato e lui ha saputo farlo. E lo ringrazio».  

UN PO’ DI STORIE…

Via dunque a qualche flash dalla serata, impossibile da riportare per intero in un articolo di giornale. Con il consiglio, quando si ripresenterà l’occasione, di partecipare a un prossimo appuntamento analogo con un campione davvero speciale e “diverso” da tanti altri. 

Il colpo di fulmine: «Da piccolo giocavo a calcio, ma ero negato. Mi sono approcciato al ciclismo perché il Giro d’Italia passò davanti a casa mia. Presi la bicicletta per divertimento e per necessità, anche perché i miei genitori non volevano che io avessi il motorino, non per fare sport. Poi ho avuto la fortuna di trasformare la passione in agonismo e in professione».

La passione per i camion…: «Mi sono sempre piaciuti. E nella vita bisogna sempre preparare un piano B: quando ho lasciato il liceo scientifico per diventare professionista, mi sono preparato per decidere cosa fare se non ci fossi riuscito. Ho preso la patente per i camion e ho pensato: se andrà male guiderò i camion. Anche perché mi piace».

e quella per gli elicotteri (durante la serata è stato svelato che pilota, anche, quelli del 118): «Ho dedicato il mio tempo libero dall’attività di ciclista a prendere il brevetto di pilota. Avevo lasciato gli studi in quarta superiore, così il primo passo è stato prendere la maturità. Poi mi sono impegnato per questo. Lo sport insegna anche questo, a sfruttare il tuo tempo: perché quando un ragazzo va a scuola e nel pomeriggio non ha niente da fare, il tempo lo butta; chi invece fa uno sport, lo impiega. Io non ho mai perso tempo, neanche per andare a scuola: prendevo la mia “Graziella” e ci mettevo 5 minuti invece dei 30 col bus; così, quando i miei compagni stavano entrando in casa, io avevo già mangiato, studiato e uscito ad allenarmi».

La prima vittoria - nei dilettanti - a Varese nel 1983: «Ricordo il successo e la soddisfazione. Ma è un ricordo anche molto triste, perché quel giorno morì Ivano Santaromita».

Un campione… particolare: «È bello andare in bici quando c’è il sole, non quando piove. Infatti chiedevo sempre nei giorni di pioggia: “Ma è proprio necessario? Stiamo a casa che è meglio”. Non ho mai amato le gare in condizioni “estreme”, in cui il rischio di cadere è alto: perché devo correre sul pavé, che tra l’altro poi mi fa male il culo? Perché devo correre sullo sterrato, con tutto l'asfalto che c'è in giro? Vi fa ridere, ma io penso di essere una persona normale nel pensare queste cose… E in discesa è bello andare pian piano, tranquilli. Invece nel ciclismo bisogna sempre spingere forte: non è roba per me!»

Il valore della parola data: «Pre-accordi? Firme sui contratti? Per me, allora come oggi, vale la parola data. Proprio come accaduto con Tiziano: ci siamo accordati, lui mi ha guardato come sono fatto, io mi sono fidato di quello che ha scritto. Stop»

Il ciclismo “di una volta”: «Ai più grandi, quando si entrava nel gruppo, si dava del lei: era un ciclismo di grande rispetto. Oggi? Non so, forse manca un po’. Diciamo che i giovani sono un po’ più intraprendenti».

Il ciclismo secondo Gianni Bugno / 1: «Il Mondiale, il Giro d’Italia, qualsiasi gara: alla fine è una riga, da superare per primo. Una riga che il giorno dopo non c’è più. Potevo fare di più nella mia carriera? Non lo so. Ma sono orgoglioso di quello che ho fatto. E tanto ormai non posso farlo più. Sono contento così». 

Il ciclismo secondo Gianni Bugno / 2: « Quando sei un corridore sei uno zingaro, un nomade. Il mondo del ciclismo, così, diventa una famiglia. È dura smettere di correre anche perché abbandoni un mondo a cui sei appartenuto e a cui poi non apparterrai più». 

La Tre Valli (vinta nel 1989) per Gianni Bugno: «Cos’era la Tre Valli Varesine? Una corsa bella, importante. Dura. Proprio come oggi».

… E UN PO’ DI RIFLESSIONI 

Bicicletta vs auto: «Le bici a pedalata assistita sono una grande invenzione, perché stimolano e permettono a tutti di usarle. Vi ricordo che la bici è il mezzo con cui potete spostarvi più velocemente da un punto A ad un punto B senza inquinare. Invece la mattina vedo una persona in ogni macchina: 800 chili di mezzo per 80 chili d’uomo. La bici di chili non ne pesa neanche 20…». 

La critica alle piste ciclabili (condivisa dal sindaco Emanuele Antonelli, che si è alzato dal suo posto porgendo la fascia tricolore a Bugno): « Le abolirei tutte. Sono assurde. È un ghettizzare le bici». 

Una nuova cultura lungo le strade / 1: «Bisogna sensibilizzare, e se del caso punire, quegli automobilisti che fanno i padroni della strada, che hanno macchine sempre più grosse si sentono su dei carri armati; sono pericolosi per tutti, a partire da ciclisti e pedoni». 

Una nuova cultura lungo le strade / 2: «La bicicletta è un veicolo e come tale deve essere trattata: sia in termini di assicurazione, di attrezzature, di messa a punto… Che, soprattutto, in termini di rispetto: nessuno ha diritto di dire qualcosa ai ciclisti, nessuno ha diritto di stringerli… Gli unici a poter dire qualcosa sono le forze dell’ordine, che intervengono e decidono: i ciclisti sono disordinati in gruppo? Bene, vengano multati. Ma non è certo l’automobilista a dover dire o fare qualcosa, che poi vengono fuori le scazzottate da far-west» 

Una nuova cultura lungo le strade / 3: «È rispettato il trattore che trasporta il letame: le macchine si mettono dietro, non suonano il clacson, aspettano il momento per superare. Con le bici invece c’è sempre l’idiota di turno che arriva, suona all'impazzata e fa scenate, per poi chissà dove andare. Io però esempio non vado più tanto in bici anche per questo: perché non ho voglia di litigare».  

Una nuova cultura lungo le strade / 4: «Sì, la bici va rispettata come oggi, finalmente, si fa con i pedoni sulle strisce pedonali. Bisogna capire che la strada è di tutti: dell’automobilista, del camionista, del ciclista. Ma va cambiata la cultura: avete mai letto qualche indicazione in un libro di scuola guida riguardo alla distanza da mantenere rispetto a un ciclista? Anche questo significa riconoscere la bici come veicolo. 

FOTO, AUTOGRAFI E I SALUTI AI “VECCHI” AMICI

A chiusura della serata non potevano mancare le foto e gli autografi di rito, accompagnati da qualche battuta - portata anche in precedenza sul palco dal conduttore - con gli amici del mondo del ciclismo. Come il presidente della Federazione Italiana Ciclismo, Cordiano Dagnoni («Siamo amici dai tempi delle corse e la prima che vinsi io… fu la prima che perse lui!»); Silvio Pezzotta, una delle anime più belle del ciclismo nostrano («Io e Gianni ne abbiamo combinate davvero tante. Di lui posso sempre dire una cosa: un grande campione di ciclismo e di vita»); il direttore sportivo Roberto Damiani («Pari alla sua incredibile modestia c’è solo la sua immensa classe in sella alla bici: ricordo sempre a tutti che, insieme a Merckx, è l’unico ad aver indossato una maglia rosa dalla prima all’ultima tappa. La sua grandezza è sempre stata far sempre facili le cose che non lo sono. Ci sono ancora corridori come Bugno? No, non si possono avere altri Gianni Bugno»). 

A chiudere l’appuntamento, insieme al sindaco Antonelli che ha scambiato qualche battuta - anche “politica” - con Bugno, è stata l’assessore Laura Rogora, ancor più emozionata, se possibile, rispetto all’inizio della serata: «Grazie a tutti di essere stati qui per questo bellissimo incontro e grazie di cuore a Gianni Bugno, indimenticabile campione e, soprattutto, un uomo  umile e sincero. E questo non è da tutti».

BUSTO ARSIZIO ESTATE

Busto Arsizio Estate prosegue fino a fine giugno. Questi i prossimi appuntamenti:

  • domani sera alle 21.00, in villa Ottolini-Tosi, la “VI stagione Cameristica: Dimitrij Quartet (musiche di Mozart e Shostakovic)" a cura di Associazione Culturale Musikademia;
  • sabato in mattinata, al Museo del Tessile e Giardino Quadrato, “Evento benefico “Lion Chef” a cura di Lions Club;
  • sempre sabato, alle 21.00, al Cinema Teatro Lux, “Spettacolo del Teatro Canzone: A rivedere le stelle”, a cura di Festival dell’Insubria;
  • domenica, per l’intera giornata, nel cortile del Palazzo Comunale, “Fiera del disco”, a cura dell’associazione 33&45;
  • sempre domenica, alle 8.00 alle 11.00, in piazza Santa Maria, “Raduno Nazionale Moto d’Epoca” a cura di Moto Club Bustese;
  • mercoledì 23, ore 18.00, in sala Monaco alla Biblioteca G. B. Roggia, Marilena Lualdi e Chiara De Bernardi presentano “I musi dul Lagu da Com”;
  • giovedì 24, ore 9.15, nel cortile del Palazzo Comunale, “Giornata del Ringraziamento”, a cura dell’amministrazione comunale e delle associazioni cittadine;
  • da giovedì 24 a domenica 27, al Museo del Tessile per tutta la giornata, “Street Food Patronale nell’ambito della Tre Valli Varesine”, a cura dell’amministrazione comunale e dell’associazione chef dal mondo;
  • venerdì 25, ore 21.00, nel parco di Villa Calcaterra, “Swing che passione - con Cesare Bonfiglio Swing & Song”, a cura di Nuova Busto Musica;
  • dal 25 giugno al 4 luglio, ogni giorno per l’intera giornata, “Festa Patronale Borsano”, a cura della parrocchia SS. Apostoli Pietro e Paolo di Borsano;
  • dal 26 al 29 giugno, ogni giorno per l’intera giornata, “Festa Patronale di Sacconago”, a cura della parrocchia SS. Apostoli Pietro e Paolo di Sacconago;
  • mercoledì 30 giugno, ore 21.00, nel cortile del Palazzo Comunale, “Spettacolo con Francesca Puglisi”, a cura del Distretto del Commercio di Busto Arsizio;
  • sempre mercoledì 30 giugno, ore 21.00, nella sala Monaco della biblioteca G. B. Roggia, “Elisabetta Airoldi presenta: Cinque o sei racconti con Fabrizio Simoneschi”.

Per informazioni sono a disposizione il sito internet www.comune.bustoarsizio.va.it e il numero di telefono 0331390310. 

Gabriele Gigi Galassi e Stefano Battara