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Economia | 16 giugno 2021, 20:04

«Il rincaro e la carenza di materie prime rischia di compromettere la ripresa economica anche in provincia di Varese»

L'eurodeputata Isabella Tovaglieri ha organizzato un webinar sul tema con associazioni di categoria, Camera di Commercio e parlamentari del nostro territorio: «Occorre una politica industriale e una visione di lungo periodo, dove l'Ue giochi un ruolo da protagonista»

«Il rincaro e la carenza di materie prime rischia di compromettere la ripresa economica anche in provincia di Varese»

I rincari e la mancanza di materie prime rischia di compromettere, anche in provincia di Varese, l'inizio di ripresa economica che si sta intravedendo in questa fase post Covid.

E' quanto è emerso dal webinar organizzato dall'eurodeputata della Lega di Busto Arsizio Isabella Tovaglieri che ha ospitato esponenti delle associazioni di categoria della nostra provincia e parlamentari del nostro territorio. «I problemi legati ai rincari delle materie prime sono legati al fatto che la Cina ha fatto incetta di scorte per tempo, lasciando i magazzini delle nostre imprese vuoti - ha introdotto Tovaglieri - e poi all'aumento esponenziale dei costi di trasporto compresi quelli marittimi. Occorrono politiche industriali europee di lungo periodo».

I dati sugli aumenti forniti durante il convegno online sono evidenti: il ferro è aumentato del 150%, il rame del 45%, il petrolio del 29% e il cemento del 10%. «Occorre una politica industriale che sappia anticipare i tempi e le istituzioni devono essere in grado di accompagnare gli obiettivi delle imprese - ha detto l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi - c'è in gioco il futuro e occorre un lavoro di squadra di tutta la Ue».

«Il problema non è solo l'aumento delle materie prime, ma anche il mancato approvvigionamento - ha sottolineato Roberto Grassi, presidente dell'Unione degli Industriali della provincia di Varese - senza contare l'aumento dei trasporti, compresi quelli marittimi, dal 30 al 700%, il rischio è che perdiamo posizioni; per quanto riguarda la plastica, chiediamo l'abolizione della plastic tax che penalizza quelle imprese che, anche in provincia di Varese, stanno investendo nella transizione ecologica e nella sostenibilità».

Il presidente di Ance Varese Massimo Colombo ha messo in luce i rincari del ferro e degli isolanti per cappotti che raggiungono il 128%. «L'aumento dei prezzi e le difficoltà di reperimento della manodopera sono problemi sottovalutati - ha dichiarato Colombo - chiediamo che si intervenga per consentire la rinegoziazione degli appalti pubblici visti questi aumenti impressionanti dei costi delle materie prime».

«Le subforniture della meccanica che sono un punto di forza del nostro territorio sono molto colpite da questo problema - ha osservato il presidente di Confartigianato Varese Davide Galli - il fatto che Ue e Italia si siano mosse in ritardo ha complicato ulteriormente le cose; bisogna fare contratti di filiera, guardare più all'economia reale, per creare catene di valore e riportare equilibrio nelle produzioni».

«Si tratta di una crisi che non ha origini strutturali - il pensiero del presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi - ci vuole una politica industriale coesa che è la base di tutto. Bisogna reagire cercando anche nuovi fornitori e nuovi mercati». Il professor Federico Caniato del Politecnico di Milano ha illustrato il quadro generale della situazione, sottolineando che «la gestione del rischio deve diventare la normalità».

La parola è poi passata ai politici del nostro territorio. Alessandro Alfieri, senatore varesino del Pd ha parlato «di una necessaria svolta nella politica estera che parta dal G7 e che configuri nuove regole europee e un nuovo rapporto con la Cina, mettendo in campo progetti alternativi alla Via della Seta».

Per il deputato varesino della Lega Dario Galli «bisogna recuperare il buon senso perchè la finanza viene dopo la manifattura; beni e servizi sono un patrimonio indissolubile che va salvaguardato. Dobbiamo recuperare la capacità di fare le cose e non guardare solo ai costi». «Quanto sta accadendo non è figlio solo della pandemia - ha concluso il senatore varesino della Lega Stefano Candiani - occorre creare rapporti commerciali più saldi e avere maggiore cautela con la Cina».

 

 

 

Matteo Fontana

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