Busto Arsizio - 10 giugno 2021, 15:52

Allagamenti a Busto, via Tasso: «Tagliate i cespugli»

Chi abita o lavora vicino al sottopasso segnala: la vegetazione contribuisce a bloccare le acque. Testimonianze ancora coerenti: martedì 8 giugno, fenomeno eccezionale

Gli arbusti della scarpata nei pressi del sottopasso, in via Tasso

Video, foto, danni, pericoli, lamentele. Il temporale estremo che si è abbattuto su Busto martedì 8 giugno ha acceso, di nuovo, i riflettori sulla viabilità e sui sottopassi nell’area della Stazione dello Stato. E di quelli, dei sottopassi, si continua a parlare. Perché, anche all’asciutto, nessuno dei testimoni dimentica quanto visto. Qualcosa che, con quelle proporzioni, è, nel racconto unanime, nuovo. Lo si ripete anche due giorni dopo gli istanti di concitazione balzati agli onori delle cronache.  «Ma sai a quale livello è arrivata l’acqua?» si sente domandare chi chiede di via Tasso. «Guarda le luci per l’illuminazione del ponte. Ecco, lì, appena sotto». L’indice è puntato nel buio del sottopasso, mentre, in una bella giornata di sole, le auto transitano. Anche i mezzi più alti autorizzati a passare non raggiungono, col tettuccio, il limite indicato (vedi la prima foto in fondo all'articolo, ndr).

L’area per la sosta dei taxi è a pochi metri. Si scambia qualche parola, si ricostruisce l’accaduto, si esprimono considerazioni. «L’ho visto succedere – dice un taxista - non questa volta ma tempo fa: pochi secondi e rimani bloccato». Altro interrogativo: «Per quanto tempo è rimasto il lago, l’altroieri?» «Poco. Dopo che ha raggiunto il suo massimo è sceso in fretta» la risposta.  Segno, presumibile, che lo smaltimento dell’acqua ha funzionato. Ma se non avesse le caratteristiche per gestire i volumi crescenti e  inediti delle precipitazioni, in tempi stretti? E i segnali per bloccare il traffico? Hanno funzionato con la prontezza richiesta da una situazione del tutto straordinaria?

Del resto, la convinzione diffusa fra quanti frequentano la stazione, come pendolari o per lavoro, è che servano interventi di manutenzione. E, più radicali, per esempio sulla vegetazione: «Foglie e aghi di pino si accumulano, bloccando le vie di fuga per l’acqua. Eppure,  sulle sponde del sottopasso, si notano cespugli incolti. Tanti e sempre più alti. Qualcuno inizia addirittura a toccare il cartello che segnala il pericolo di allagamento (vedi seconda foto in fondo all'articolo, ndr). Nessuno vuole tagliare alberi, anzi: sono ossigeno. Perché, però, non fare fuori gli arbusti? Meno foglie, meno residui a breve distanza dal punto critico». Soluzione sufficiente? Certamente no. Un segno di attenzione? Probabile.

Stefano Tosi