Se la credibilità delle associazioni passa attraverso il loro operare nel sociale, se l'attenzione alle specificità dei singoli territori è un segno distintivo della capacità di comprenderne l'evoluzione, se l'interscambio culturale non può prescindere da organizzazioni preparate e guidate da professionisti di spessore, anche il mondo delle amministrazioni condominiali - certamente - non sfugge a tali indiscutibili premesse.
E così, le giuste regole formative e di rappresentanza richiamate su VareseNoi.it di ieri, unitamente alla scelta degli ingredienti migliori che possono - o non possono - fare la differenza in termini di rappresentatività degli associati e distribuzione della ormai necessaria cultura interdisciplinare di settore, offrono spunto per osservare un panorama multiforme sullo sfondo del quale non è sempre agevole distinguere nitidamente i colori.
La “nascita” di più associazioni rappresentative di quelle professioni non organizzate in ordini, richiamata nel redazionale offerto ieri ai lettori di questa testata, si pone quindi quale garanzia di pluralismo e democrazia in un ambito nel quale sono stati in tanti coloro che hanno approfittato della mancanza di riferimenti normativi in tema di amministrazioni condominiali, oggi finalmente in rapida e sempre crescente rivalutazione.
Come non apprezzare, allora, gli obiettivi ed il rigore di una organizzazione federativa innovativa al servizio degli addetti del settore, operante su scala nazionale, che per prima - in Italia - ha raccolto professionalità operanti a diverso titolo nell'ambito della gestione delle cose comuni, annoverando specialisti di rilievo sia fra i fondatori che fra i rappresentanti delle autonome realtà territoriali dislocate nel Paese?
L'idea di associazionismo germogliata in seno all'Unione Nazionale Camere Condominiali, ente aggregativo rappresentato da persone che hanno fatto dello studio, dello scrivere e della cultura una scelta di vita, è basata essenzialmente sulla completa autonomia da “diktat” gerarchici che non siano quelli riferibili alla responsabilità, alla trasparenza ed alla piena osservanza di un preciso codice etico e dell'impianto normativo del settore.
E così, anche e soprattutto in riferimento alla formazione, torniamo alla domanda proposta nel redazionale di ieri: “Ma siamo sicuri dell'associazione rappresentata dal professionista, sono tutte uguali?
Certo che no. E non è solo una questione di registrazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico, atteso che proprio quest'ultimo tiene a precisare come “l'inserimento di una associazione di professionisti in questo elenco non costituisce in alcun modo un riconoscimento giuridico della professione esercitata”, e che “questo può avvenire solo a seguito di specifici provvedimenti legislativi riguardanti la professione stessa”.
L'abito non fa il monaco dunque, e se - proprio a Varese - la neonata Camera Condominiale locale è stata avviata dall'Unione coinvolgendo professionisti di assoluto spessore e di indiscussa esperienza attraverso il suo infaticabile Direttore Generale Andrea Leta, il motivo è da ricercarsi nell'esperienza, nella professionalità, nell'empatia e nel buon gusto di tale gruppo di lavoro, altamente performante e soprattutto ben coeso.
Guardiamoci intorno allora, e a parte l'iscrizione presso il Ministero dello Sviluppo Economico - anch'essa felicemente attribuita all'organismo federativo Unione Nazionale Camere Condominiali - scrutiamo negli atti costitutivi, verifichiamo i titoli e le esperienze dei dirigenti associativi, controlliamo i social e leggiamo sulla stampa specializzata: troveremo di tutto, e scopriremo soprattutto chi vuole insegnare cosa.