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Varese | 11 maggio 2021, 17:15

Monsignor Delpini all'ospedale di Circolo celebra la messa in suffragio delle vittime di Covid: «Non ho risposte alle vostre domande, ma posso regalarvi cinque parole amiche»

L'arcivescovo di Milano ha benedetto l'ulivo che per tutto il mese di maggio resterà all'ingresso del monoblocco e ai piedi del quale i parenti e gli amici dei deceduti potranno deporre un ciottolo a ricordo del loro caro

Monsignor Delpini all'ospedale di Circolo celebra la messa in suffragio delle vittime di Covid: «Non ho risposte alle vostre domande, ma posso regalarvi cinque parole amiche»

Grazie, preghiamo, pensiamo, prendiamoci cura e speriamo. Sono le cinque parole amiche che monsignor Mario Delpini ha donato ai fedeli, autorità ed istituzioni, riuniti nella chiesta della parrocchia San Giovanni Evangelista dell'Ospedale di Circolo, per la messa in memoria delle vittime del Covid.

L'Arcivescovo di Milano ha portato il messaggio dei vescovi lombardi agli uomini e alle donne della Lombardia: «In questo periodo di pandemia mi sono state spesso rivolte molte domande per cui confesso di non aver rispose. Se mi si chiede perché è capitata questa pandemia? Non lo so. Perché mi sono ammalato? Non lo so. Come si fa a guarire e a curare? Io non lo so. Allora cosa posso dire? Quale parola posso suggerire come uomo inviato dal signore? Una sola parola posso dire, una parola amica, anzi oggi vi porto cinque parole amiche».

E sono la Riconoscenza, «le espressioni di stima, l'apprezzamento per le fatiche straordinarie affrontate da tutti in questo periodo. E' diverso il mondo se ogni giornata e ogni incontro cominciano con un "grazie"». La Preghiera, «non come adempimento di anime devote, come buona abitudine, ma come la preghiera che lo Spirito di Dio suggerisce alla Sposa dell'Angelo. Le comunità cristiane si devono riconoscere come luoghi di preghiera , di adorazione e celebrazione». 

Il Pensiero, «quello promettente che introduce alla sapienza: non solo l'accumulo di informazioni, la registrazione di dati, ma il pensiero sapiente e saggio che cresce nella riflessione». La Speranza, «quella oltre le morte, della risurrezione per chi vive seguendo Gesù imparando a fare della propria vita un dono, fino a morire e gioire nella speranza di essere stati salvati». Il Prendersi Cura, che la fraternità ci chiede come forma di prossimità che coinvolge personalmente in relazioni di aiuto, in legami affettuosi, in parole di conforto e testimonianza».

Al termine della Santa Messa, Monsignor Delpini ha benedetto la pianta d'ulivo che per tutto il mese di maggio, dedicato alla Madonna, resterà all'ingresso del monoblocco e ai piedi del quale i parenti e gli amici dei deceduti potranno deporre un ciottolo a ricordo del loro caro.

«Abbiamo voluto questa cerimonia - ha sottolineato al termine il direttore generale di ASST Sette Laghi Gianni Bonelli - per dire che dal ricordo delle vittime del Covid deve sgorgare un rinnovato impegno per migliorare noi stessi innanzitutto, e la società di conseguenza, in tutte le sue componenti, a partire dai nostri professionisti che hanno vissuto questo dramma da protagonisti. Le donne e gli uomini di questa grande Azienda - ha proseguito Bonelli -  non sono già più gli stessi: la loro crescita non è stata solo professionale, ma umana e, a prescindere dalla fede di ognuno, spirituale: sono donne e uomini che l'emergenza ha reso più forti e più fragili, più decisi e più rispettosi, più competenti e più prudenti, più sensibili verso chi è fragile o ha bisogno. Questa crisi una cosa ha avuto di buono: ha fatto sì che emergesse con forza tutto il buono che albergava in noi». 

 

Valentina Fumagalli

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