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Varese | 12 aprile 2021, 14:28

Illuminare le Tre Croci, l'Osservatorio “G.V.Schiaparelli”: «Non siamo d'accordo»

Con una lunga nota, Chiara Catteneo spiega la contrarietà all'intervento proposto da La Varese Nascosta: «La legge, e il buonsenso, dice che non bisogna sprecare energia, soldi, e combustibili fossili per illuminare dove non è necessario»

Illuminare le Tre Croci, l'Osservatorio “G.V.Schiaparelli”: «Non siamo d'accordo»

Da qualche tempo è in atto una campagna sui social che mira a illuminare elettricamente le Tre Croci (leggi QUI) situate poco distanti dal Grande Albergo del Campo dei Fiori. I promotori vorrebbero rendere queste tre grandi croci di cemento ben visibili dalla città in giornate significative. Ildibattito si è aperto su questa opportunità sul gruppo Facebook de La Varese Nascosta e ora arriva la risposta dell'Osservatorio.  

«Permetteteci di dire che non siamo d’accordo - scrive Chiara Cattaneo in una lunga nota pubblicata sulla loro agina Facebook - Dall’inizio degli anni Sessanta esiste un Osservatorio Astronomico in cima al Campo dei Fiori. Fu sognato e strenuamente voluto da Salvatore Furia, astrofilo e profondo amante della natura. Costruito grazie al contributo economico di benefattori, doveva essere, nei piani del suo ideatore, un luogo per la conoscenza delle meraviglie della natura e per la loro divulgazione. Centinaia e centinaia di volontari, perlopiù giovani, si sono avvicendati sulla cima della montagna negli ultimi sessant’anni per perseguire gli ideali di amore e rispetto per le bellezze naturali, e impegnandosi per renderne partecipi anche gli altri.

Oggi l’Osservatorio “G.V.Schiaparelli”, che fu donato da Furia al Comune di Varese perché restasse per sempre un bene pubblico, consta di tre cupole astronomiche, che consentono osservazioni di alto valore scientifico, pubblicate su importanti riviste di settore; un Giardino Botanico per la Biodiversità, una Serra Fredda, una stazione sismica facente parte delle Rete Sismica Nazionale e ospita una delle 44 stazioni meteoclimatiche del Centro Geofisico Prealpino, altra creatura di Furia, oggi collocato presso la prestigiosa Dacia nel Parco di Villa Baragiola, di proprietà del Comune di Varese.

L’Osservatorio ancora oggi è animato da decine e decine di giovani, che, con molta passione e dedizione, si occupano del mantenimento della struttura e portano avanti innumerevoli attività di ricerca e divulgazione. E’ visitato ogni anno da decine di migliaia di persone e scolaresche per osservazioni astronomiche ai telescopi, visite diurne ai vari padiglioni, laboratori e attività didattiche. Ogni giorno siamo impegnati nel far comprendere l’importanza della tutela dei luoghi naturali, siano essi in terra che nel cielo.

«Nell’anno 2000 la Società Astronomica Schiaparelli si è battuta affinché venisse approvata dalla Regione Lombardia una legge a favore del risparmio energetico e contro l’inquinamento luminoso. Diverse decine di migliaia di lombardi, la maggior parte dei quali risiedeva a Varese e provincia, firmarono la proposta di legge - spiegano nella nota - Tale legge è ad oggi una delle migliori al mondo, ed è stata presa come spunto da molti altri paesi. La legge, e il buonsenso, dice che non bisogna sprecare energia, soldi, e combustibili fossili per illuminare dove non è necessario. Illuminiamo a dovere le strade e i luoghi che realmente lo necessitano; ma non sovrailluminiamo, e non puntiamo luci verso l’alto. Aboliamo lo spreco, e preserviamo la notte, essenziale per tutti gli esseri viventi. Il nostro pianeta gira su sé stesso in 24 ore; questo determina un ciclo di luce ed oscurità che è alla base della vita di tutti gli organismi viventi. Così è stato da sempre, è un ciclo insito nella biologia di uomini, animali e piante. Voler illuminare troppo la notte è una forzatura dannosa, e lo è ancora di più illuminare luoghi naturali che dovrebbero, di notte, restare nel buio voluto dalla natura. Le piante soffrono se esposte di notte alla luce, si ammalano più spesso e muoiono prima. Gli animali, soprattutto quelli notturni, risentono tantissimo della luce, ed è provato da studi effettuati sui lavoratori notturni in varie parti del mondo che essere esposti alla luce di notte provoca un forte incremento di gravi malattie causate dall’alterazione del nostro ritmo circadiano».

Da qui la loro contrarietà alla proosta. «Quindi ci chiediamo se è veramente opportuno illuminare tre croci su una montagna, al limitare del bosco. Per i nostri valori, per la nostra storia e il nostro impegno crediamo sia meglio impegnarci a rispettare la natura, i suoi luoghi, i suoi silenzi e i suoi colori che sfumano ogni sera nel nero della notte, così come è sempre stato sul pianeta Terra».

Redazione

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