Busto Arsizio - 01 aprile 2021, 12:14

Sacconago: «La Chiesa Vecchia depredata dei crocifissi una ferita per tutti noi»

In tanti arrivano di fronte al santuario chiuso, sorpresi e rammaricati. Il presidente della Famiglia Sinaghina Pizzoli: «Sono dei disgraziati, dei malcapazi». Ginetto Grilli: «La chiesa un tesoro che ci hanno tramandato»

La Chiesa Vecchia di Sacconago chiusa dopo il furto

Una ferita per tutti, il furto dei crocifissi (LEGGI QUI), tanto più nella Settimana Santa.

Passare la mattina alla Chiesa Vecchia di Sacconago per una preghiera, un momento di spiritualità e riflessione personale prima di affrontare la giornata oltretutto in un periodo così difficile, è un'abitudine diffusa tra gli abitanti del paese come si usa dire ancora con fierezza in questo quartiere di Busto. Adesso, il dispiacere si avverte profondamente. Nella piazza nessuno può capacitarsi di ciò che è accaduto: il raid dei ladri dev'essere stato fulmineo, la chiesa era solitamente aperta per consentire appunto la preghiera dei sinaghini.

«Siamo rimasti male - osserva Maria Cristina della Fioreria Moretti - Anche oggi vedevamo arrivare persone davanti alla chiesa e trovarla chiusa, parcheggiano ed entrano anche solo un salto di solito... per loro è stata una triste sorpresa sapere quello che era successo». Per aprire e chiudere il santuario ci si dà una mano tra volontari, anche tra gli stessi commercianti: tutti hanno a cuore la Chiesa Vecchia. Le forze dell'ordine passano spesso, sottolinea la fiorista, c'è un'attenzione costante e nessuno poteva aspettarsi quanto sarebbe accaduto.

Il furto è stato ignobile, come pure inspiegabile: «Sono dei disgraziati, dei malcapazi - osserva il presidente della Famiglia Sinaghina Rolando Pizzoli - Il valore di quei crocifissi è non solo artistico, ma morale. Sotto Pasqua poi...». La speranza che i responsabili si facciano un esame di coscienza e pongano rimedio alla propria deprecabile azione, è flebile. 

Certo è che chi ha compiuto questo furto, ha colpito tutta la comunità. Il valore della Chiesa Vecchia è ben descritto da Ginetto Grilli: «È un tesoro che non abbiamo accumulato tutto noi. Un po' come gli ori dei nostri avi che abbiamo in casa, che conserviamo con piacere, a volte malinconia: non li indossiamo ma sono con noi. Ecco, lì io ricordo quando ho cominciato a fare il chierichetto, negli anni Trenta con don Antonio Marelli». Scorrono le immagini dei riti di Pasqua, anzi pure i suoni perché si scopre che c'erano usanze anche piuttosto rumorose. Il che incute solo maggiore tristezza di fronte al silenzio della chiesa chiusa.  

Marilena Lualdi