Il nuovo logo dell'Inter? Abbiamo chiesto ad alcuni interisti doc legati a VareseNoi di dire la loro. E ne sono usciti pareri molto interessanti...
Gabriele Gigi Galassi: Sembra un logo di una squadra americana di baseball... Non cambia così tanto dal precedente e, per questo motivo, se volevano fare un restyling avrei spinto di più o cercato qualcosa ancora più di rottura. In generale, un passo avanti, necessario. E una volta che sarà sulla maglia ci si abitua.
Bruno Melazzini: Più brutto di questo nuovo logo, c'è solo quello della Juve e lo dico senza ironia. Questi loghi stilizzati, freddi e asettici secondo me sono l'anti-storia e l'anti-simbolismo del calcio. Detto questo, rientra in quella mania di grafici che seguono le mode e che stanno affossando la storia e la bellezza di questi marchi. Basta vedere quelli della Premier e delle squadre portoghesi o spagnole per capire la bellezza quasi araldica di questi simboli che vengono così sviliti da quattro linee in croce in nome del minimalismo del momento. Ovviamente, il logo dell'Inter per me resterà quello precedente.
Stefano Ferrè: Il primo impatto è un po' scioccante, probabilmente per una questione di abitudine: il gusto estetico va valutato nel tempo. Per abitudine siamo abituati alla F, alla C, alla I e alla M, cioè allo stemma da sempre dell'Inter. Vederlo così fa un po' effetto. Mi piace il cambio di blu, più intenso, e mi piace il legame ancor più stretto con Milano che è un po' la cosa più bella secondo me di questo logo. Io, come tifoso, mi identifico nei colori più che nel logo.
Carlo Passera: Un nuovo logo, oltre che bello, deve essere funzionale alle logiche che hanno portato alla sua adozione. Tutti siamo legati anche sentimentalmente al disegno originale di Giorgio Muggiani, che evoca in modo solenne l'atto fondativo della nostra squadra del cuore. Il nuovo logo dell'Inter rispetta però queste origini nobili, ne diventa anzi il tributo contemporaneo (non come certi altri loghi orfani di radici, che paiono usciti dalle menti - e non dai cuori - di qualche scolorito responsabile marketing di casa automobilistica). Soprattutto, indica come la società nerazzurra sia impegnata oggi - nonostante le ovvie difficoltà del momento - ad andare alla conquista di nuovi spazi, di nuovi mercati, proprio mentre la squadra pare finalmente vicina a tornare alla vittoria, com'è doveroso che sia. C'è, insomma, quello che viene a volte definito "progetto": evviva! Guardiamo dunque al futuro senza dimenticare il nostro grande passato, siamo tra i pochi a poterlo rivendicare con orgoglio; ci proiettiamo verso la dimensione internazionale che ci compete ed è insita nel nostro Dna, senza nostalgie ma facendoci forti della nostra identità. Il nuovo logo dell'Inter è traduzione di tutto questo: come non esserne entusiasti?
Luca Ielmini: Non mi piace rispetto a quello storico con il quale l'Inter è nata. Banalmente e al di là dell'aspetto affettivo, questo è più brutto. Mi piace l'idea dell'"I am", cioè del gioco di parole che c'è sotto. Con "io sono" si possono rivendicare molte cose e, in modo molto semplice, anche l'identità dal punto di vista degli slogan e del marketing. Per me, poi, è sempre un po' difficile criticare quello che fa l'Inter: per dire, a suo tempo difesi anche Tardelli.
Calcio - 31 marzo 2021, 16:55
Il nuovo logo dell'Inter? «Quattro linee in croce». «No, ci porta nel futuro partendo dall'identità». «Più blu e più stretto il legame con Milano». «Somiglia a quello di una squadra di baseball»
Abbiamo chiesto a cinque interisti doc legati a VareseNoi, un po' per gioco, un parere sulla novità in casa nerazzurra. «Scioccante, come tifoso mi identifico nei colori». «Solo quello della Juve è più brutto». «Banalmente, è più bello quello storico. Bella l'idea dell'"I am"». «Quando sarà sulla maglia ci si abitua»
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