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Busto Arsizio | 25 marzo 2021, 17:10

Sindacati sul piede di guerra per le progressioni, ma la pandemia “congela” la lotta. Appello al sindaco: «Intervenga»

Al centro dello scontro con l’amministrazione ci sono le progressioni economiche orizzontali dei dipendenti (di fatto degli aumenti di stipendio) momentaneamente bloccate. Le Rsu chiedono al primo cittadino di interessarsi della situazione

Sindacati sul piede di guerra per le progressioni, ma la pandemia “congela” la lotta. Appello al sindaco: «Intervenga»

Sindacati sul piede di guerra in Comune. Ma la “battaglia”, per il momento, è rinviata a causa della pandemia: «Non ce la sentiamo di bloccare i servizi per la cittadinanza durante l’emergenza», spiegano in conferenza stampa le Rsu. Nel frattempo si appellano al sindaco: «Intervenga».

Al centro dello scontro con l’amministrazione ci sono le progressioni economiche orizzontali dei dipendenti, di fatto degli aumenti di stipendio.
Il problema riguarda il tempo trascorso da un lavoratore nella propria categoria necessario per beneficiare dello "scatto": nell'accordo siglato a dicembre tra sindacati e amministrazione sono previsti 36 mesi, mentre una circolare dell'Aran (l’agenzia per la rappresentazione negoziale delle pubbliche amministrazioni) parla di 24. 

La questione era stata affrontata il mese scorso durante l’assemblea tenutasi davanti al municipio, con la quale le Rsu avevano ricevuto mandato di procedere col tentativo di conciliazione in Prefettura (leggi qui). Tentativo andato a vuoto.

«L’antivigilia di Natale abbiamo firmato l’accordo – ricorda Angiolino Liguori –. Ma una settimana dopo, con una delibera, le progressioni sono state congelate per un parere dell’Aran. È una questione di correttezza: come si può, dopo sei mesi di lavoro, mettere tutto in discussione a una settimana dalla firma? Peraltro i soldi delle progressioni sono quelli del fondo, quindi sono soldi dei dipendenti. In nessun caso si configurerebbe un danno erariale. Quindi perché siamo arrivati a questo punto?».

Liguori si rivolge direttamente al primo cittadino: «Mi appello al sindaco. Faccia qualcosa, intervenga. È una questione politica, non tecnica. Questa logica non può passare».

Giuseppe Jursich ricorda che anche in Provincia di Varese, ente presieduto dallo stesso Emanuele Antonelli, è in corso uno scontro con i sindacati per una vicenda del tutto analoga.

«Quello che è accaduto mina il senso profondo della contrattazione decentrata», osserva Lorenzo Raia, mentre Mauro Catella ribadisce che «sembra una questione politica più che tecnica, perché noi abbiamo fornito tutti gli elementi per uscire da questa situazione. Modificare le progressioni orizzontali in maniera unilaterale è preoccupante: il Comune torni sui suoi passi».

«Sono anche stati spesi dei soldi per richiedere un “parere sul parere” da parte di un esperto – aggiunge Fausto Sartorato –. E non è la prima volta che dei dipendenti rischiano di rimanere esclusi dalle progressioni. Nel 2019, è successo a 29 lavoratori a causa di un parere del ministero dei trasporti, per il quale noi di Adl siamo pronti a presentare ricorso».

La protesta per il momento è in standby: «Non ce la sentiamo di fare azioni eclatanti – afferma Liguori –. In questo momento è opportuno garantire i servizi all’utenza. Ma quando la situazione di emergenza sarà rientrata, ci faremo sentire».

Da parte sua, il sindaco Antonelli precisa: «La vicenda è stata seguita dall’assessore al Personale e dal dirigente e ovviamente ho massima fiducia del lavoro che stanno facendo. In ogni caso, mi informerò maggiormente, senza però promettere nulla».

R.C.

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